Opinioni di chi vive ed osserva, e attende con pazienza esempi di saggezza e razionalità
di Ernesto Bodini
(Giornalista scientifico e opinionista)
Continuiamo a scrivere, a raccontare, e magari anche a tentare di spiegare il come e il perché degli eventi della vita quotidiana. Ma a che pro? Far sapere fatti e misfatti serve sempre? Serve più a noi che divulghiamo o a chi ci legge? Sembrano domande retoriche, se non addirittura… banali. Del resto sarebbe impensabile, se non inconcepibile, vivere senza informazioni, con il rischio palese di sprofondare nel buio dell’incertezza e del pericolo. Ma è altrettanto scontato che il “dover” assorbire tutti i giorni notizie di quanto l’umanità sia responsabile di determinate azioni, non fa certo bene alla nostra salute fisica e psicologica tant’é che, in taluni casi, si paventano episodi di emulazione… non certo di buone azioni. Per contro, però, l’umanità comprende persone che per fede religiosa, per indole o per altre recondite ragioni, vivono e si comportano in modo razionale, veramente umano e con tanta cristianità. Gli esempi, per fortuna, non mancano e si vedono altrettanto tutti i giorni, ma purtroppo, a mio dire, non sono sufficienti a “contrastare” tutto ciò che è deleterio per l’umanità stessa. Per restare nella quotidianità, oltre ai crimini e alle molteplici nefandezze (mi si perdoni l’eufemismo) nel nostro Paese, già martoriato dalla spending review (dal 2008) e dalla gestione politica sempre più opinabile: mettere d’accordo 945 Parlamentari (ai quali fa sempre più piacere essere denominati “Onorevoli”: ma in onore di che?) è davvero una impresa assurda, e solo adesso si vorrebbe correre ai ripari con la “Riforma Parlamentare” inserendo in programma, tra l’altro, lo snellimento di quelli che personalmente definisco gli “incollati alle poltrone”. Ma questo avverrà? Ed eventualmente quando e come? E in previsione di quanti oppositori? In attesa di tali sviluppi si provi a voler “analizzare”, ad esempio, il problema (ormai fenomeno) delle immigrazioni che, stando alle cifre relative alle popolazioni dei Paesi da cui fuggire per guerre, carestie e quant’altro, i conti per la gestione economica e assistenziale di tale fenomeno sono ormai fuori argine e, a mio modesto parere, non ci sono esperti che tengano per una soluzione accettabile, tanto meno a breve termine. Di questo passo avremo un Continente inserito in un altro Continente! Un’analisi del comportamento dei nostri “politicanti” (questo è il termine che più si addice) ci porta a constatare che spesso non sanno di cosa parlano, si esprimono con sproloqui (e taluni anche in modo scurrile) sia in sedi di dibattito, interviste e interventi di vario genere, le cui affermazioni in almeno il 90 per cento sono assai retoriche e ripetitive, in quanto sono affetti da una sorta di “ecolalia” che, guarda caso, fa rima con ipocrisia. Ma non solo. Taluni sono affetti anche da protagonismo, egocentrismo e saccenza tanto da non mancare di sottoporsi al “clik” di questo o quel cellulare del primo passante di strada. Patologie, queste, che purtroppo non hanno antidoti e nemmeno cure di carattere palliativo; l’unico rimedio, mi verrebbe da suggerire, sarebbe quello di ritirarsi in buon ordine, e tornare ad esercitare la professione d’origine! Per costoro vale il detto: «La politica e il fato dell’umanità vengono forgiati da uomini privi di ideali e di grandezza. Gli uomini che hanno dentro di sé la grandezza non entrano in politica» e, a questo proposito, aveva ragione Charles De Gaulle (1890-1970), il quale sosteneva che «La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici». Peccato che anche lui è stato un politico, senza nulla togliere ai suoi meriti che lo hanno contraddistinto tra i maggiori artefici dell’assetto statale della Francia del dopoguerra e dell’Istituzione della V Repubblica. Anarchia, anticonformismo o simili sono le mie opinioni? Non credo. Anzi, ben vengano le possibilità di esprimersi e di dibattere, e chissà se un giorno qualcuno troverà la soluzione per “risanare” un sistema anche perché pregare il proprio Dio, a quanto pare, purtroppo non basta!