ONORIFICENZE “A GOGÒ” PER OGNI BUONA AZIONE

Continua l’elenco dei più meritevoli… ma l’Italia non cambia

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Mai come in questi ultimi anni nel nostro Paese si è assistito ad una pletora di riconoscimenti istituzionali per meriti sociali (a vario titolo) da parte del presidente della Repubblica. Una fagocitosi che vuol mettere in luce numerosi esempi di comportamenti civili e di solidarietà umana, ma al tempo stesso, dovendo fare delle scelte per priorità, si tende ad escludere da tali riconoscimenti altre persone di pari merito. Scorrendo l’elenco di quest’anno, 36 sono stati i prescelti dal Capo dello Stato che, unitamente ai mass media, diventa facile etichettare in “eroi civili”, affermazione, questa, che lascerebbe ipotizzare l’esistenza anche di “eroi incivili”. Quindi una sorta di pleonasmo gratuito. Il mio disquisire su questi riconoscimenti, che peraltro non è la prima volta, hanno nulla a che vedere con gli interessati che ovviamente non conosco, ma mi preme sottolineare che alcuni di loro hanno svolto e svolgono azioni (soprattutto in ambito socio-sanitario-assistenziale) che toccherebbero alle Istituzioni; ma  poiché ciò non avviene ecco che il “generoso di turno” si pone in loro… sostituzione o a supporto. È pur vero che i settori della solidarietà sono infiniti a dimostrazione dell’egoismo e della superficialità di tanti nostri connazionali, ma anche della inefficienza di uno Stato che di fronte a determinate realtà latita e continua a latitare… tanto ci pensa il buon samaritano! Al tempo stesso comprendo che ricevere riconoscimenti da parte delle Istituzioni comporta una certa soddisfazione e anche un po’ di orgoglio, ma che cosa cambierebbe per questi autori della bontà continuare ad agire nell’ombra e soprattutto non essere insigniti pubblicamente di alcun titolo onorifico? E cosa accadrebbe se un candidato lo dovesse (garbatamente) rifiutare? Nella rosa dei 36 prescelti di quest’anno figura una giovanissima di 18 anni, premiata per il suo esempio di forza d’animo e determinazione in quanto affetta da malattia rara. Questo non è certo un caso raro: sono molti i disabili (anche giovanissimi) affetti da una malattia rara, che ogni giorno lottano (unitamente ai loro caregiver) con altrettanta determinazione a causa della loro patologia spesso anche grave. Dunque, perché queste differenze? E con quali criteri si prescelgono gli uni piuttosto che altri? Ed ancora. Chi è designato a scegliere i candidati da sottoporre al presidente della Repubblica? Tutto ciò al lettore comune non è dato a sapere, come pure non è dato a sapere perché nel nostro Paese non esiste un “paladino” che si spenda per combattere la burocrazia, vero e proprio cancro dell’Italia che spesso crea seri problemi a molte persone: anziani, disabili, lavoratori inermi, etc. Ma va anche detto che qualora si individuasse questa figura che sappia far fronte all’immane ed atavico colosso delle ingiustizie, non deve essere segnalato come candidato per ricevere alcuna onorificenza, ma unicamente citato come esempio da imitare e fare proseliti affinché la loro azione, nel rispetto delle leggi e dell’etica, possa riportare gli equilibri all’interno delle Istituzioni nei confronti del cittadino. Io credo che un’azione di solidarietà compiuta senza divisa e soprattutto senza onori, ma semplicemente con una stretta di mano e quindi di condivisione per quanto svolto, sia più che sufficiente. Ma purtroppo siamo ancor ben lontani dal concepire questo modus di intendere… purtroppo gli italiani hanno sempre bisogno di eroi (sic!). Del resto anche chi è già famoso fa fatica a scendere dal palcoscenico, e chi non lo è mai stato fa fatica a rifiutare l’invito di salirvi. Ora, è pur vero che ci sono delle eccezioni, ossia persone che agiscono nell’ombra e sono schive ad ogni riconoscimento ufficiale, ma proprio perché non fanno parlare di sé il loro operato si perde nella fitta boscaglia dell’indifferenza… ad eccezione di chi ha beneficiato delle loro attenzioni di solidarietà, seguite da un semplice grazie! Del resto, è bene sapere, il più delle volte i cosiddetti simboli della condizione sociale sono medaglie che ti compri.

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