ONORE E MERITO AL TRICOLORE

Un dovere che per essere rispettato richiede a monte il totale ripristino della democrazia a cominciare dal superamento della burocrazia, spesso causa di inefficienza delle Leggi, sulla quale si preferisce sorvolare

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Come si fa ad essere orgogliosi di una Nazione e del suo Tricolore quando al suo interno serpeggia e spadroneggia la burocrazia che mette a repentaglio i diritti dei suoi cittadini? Con questa constatazione-affermazione non si vuole rasentare minimamente alcuna forma di vilipendio, che poi tale non sarebbe, ma richiamare l’attenzione su un sistema “vessatorio” sul quale tutti (politici compresi) puntano il dito accusatorio, ma che all’atto pratico subito ritirano per una sorta di incoerenza ed altro ancora… Personalmente ho sempre asserito il doveroso rispetto delle Leggi da parte del cittadino nel Paese in cui vive, in caso caso contrario è bene che si rechi oltre confine (Socrate docet!); ma in realtà nel nostro Paese si continua nella incoerenza che non porta da nessuna parte e, nel contempo, si adegua al largo censo delle ricorrenze ed onorificenze senza rendersi conto che sono espressioni di rito e di facciata, mentre quello che conta sono il rispetto delle Leggi da parte delle Istituzioni in primis e contemporaneamente degli stessi cittadini… che possiamo definire essere sudditi… Se si volesse ipotizzare un elenco delle Leggi in vigore (oltre 160 mila, di cui 89 mila regionali, unica realtà europea in tal senso) ma non rispettate, ci perderemmo lungo il cammino, ma basterebbe fare solo qualche esempio. In parte sono ancora poco applicate la Legge n. 13 del 1989 relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche, sia in ambito pubblico che privato, peraltro molto presenti sono sul territorio gli ostacoli che impediscono passaggi, movimenti ed accessi; la Legge n. 68 del 1999 relativa al collocamento mirato per le persone disabili, una schiera di persone disoccuppate costrette a vivere con sostentamenti di famigliari e/o privati, oltre a subire la lesione della loro dignità; la Legge n. 257 del 27/3/1992, relativa alle norme per lo  smaltimento controllato dei manufatti asbestosi, in quanto risultano essere ancora non pochi i siti da bonificare. E chi più ne ha, più ne metta! Da qui in poi, infatti, si potrebbe proseguire ad oltranza e, ipotizzando di vivere una seconda vita, saremmo punto e a capo. Ma a monte di tutto ciò, come accennato ad inizio articolo, il sistema della costante burocrazia ravvisabile più o meno in tutti i settori della P.A., rende difficoltoso il rispetto delle Leggi da parte delle Istituzioni stesse, oltre al fatto che, per cecità di taluni burocrati, spesso i cittadini si trovano a dover subire le conseguenze di determinate assurdità le cui cronache ci rendono spesso edotti. Inoltre, quando gli stessi intendono reclamare (anche per iscritto) nei confronti di questa o quella P.A., spesso non ottengono risposta, e questo soprattutto da parte dei Ministeri: se questa non è vessazione che cos’è? Ci è stato insegnato a scuola (ex Educazione Civica) che un buon cittadino è tale se rispetta le Leggi e si comporta convenientemente e civile nella società, ma non ci è stato insegnato quando e come deve  fare per rivendicare il rispetto di determinati diritti, soprattutto se causati proprio dalla burocrazia. A questo punto mi chiedo: quale concetto di coerenza può avere la pretesa delle Istituzioni di inchinarsi di fronte al tanto “sudato” Tricolore (pur nel rispetto, ovviamente), peraltro frutto di sacrifici e martiri, se non anche di onorare la Carta costituzionale, redatta con saggezza e lungimiranza ma in buona parte nel tempo disattesa proprio dalle stesse Istituzioni? Ecco che ci troviamo di fronte ad una realtà che di patriottico è rimasto ben poco, fede che si tende a mantenere con i rituali appuntamenti commemorativi: lapidi, onorificenze, deposizioni di corone d’alloro, riconoscimenti vari, etc. È pur vero che il nostro Paese è considerato tra i più democratici, ma se vogliamo aggiungere la classica ciliegina sulla torta, per nulla dolce, c’é da stendere un velo pietoso per quello che riguarda l’andamento della Sanità pubblica, i cui effetti stanno producendo notevoli problemi alla popolazione, parte della quale in questi ultimi anni ha dovuto rinunciare a farsi curare a causa degli insormontabili ostacoli organizzativi ed economici. Or dunque, personalmente resto sempre nell’indole socratica (rispetto dei miei doveri), ma nello stesso tempo mi avvalgo del diritto di alzare la voce contro ogni sopruso ed ogni ingiustizia anche se, di fatto, rispecchio il classico esempio della “vōx clamantis ĭn dĕsērto”, e questo la dice lunga tanto da rammentare la sempre valida allusione-premonizione di Alessandro Manzoni (1785-1873): «Noi uomini in generale siamo fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi». Un letterato attento osservatore e precursore del comportamento umano che, seppur rapportato alla sua epoca, purtroppo si sta perpetuando e questo fa dell’Italia e degli italiani un esempio di pseudo democraticità e di pseudo progresso. In sintesi, inchiniamoci pure innanzi al Tricolore, che oggi compie 227 anni, scelto come vessillo della Repubblica Cispadana, con gli sgargianti colori Verde, Bianco e Rosso che, in merito a quanto sinora esposto, a mio avviso oggi possono essere letti come verde per disperazione, bianco per spento candore, e rosso per agonia della giustizia. Va da sé che di questo passo la Cultura dei Doveri e dei Diritti sarebbe da rivedere in toto, così come sarebbe da rimettere in discussione cosa si intende per amor patrio e per democrazia… confidando sempre nella saggezza socratica e dei suoi discepoli…, ma rifiutando di bere la cicuta!

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