Mugello:In arrivo “Abitare solidale” il nuovo progetto di Auser
Prenderà il via in aprile il progetto “Abitare solidale” che vede l'”Auser” e l’ente di promozione sociale “Il Granello di sale” uniti nello stesso obiettivo: la solidarietà. Ma cosa vuol dire abitare solidale? In Inglese si chiama “cohousing” cioè coabitazione ed è la proposta rivoluzionaria, tra virgolette, perché è antica e nota e messa in atto in passato, anche se senza criteri specifici, che l’Auser territoriale di Firenze ha realizzato in collaborazione con i comuni di Bagno a Ripoli, Scandicci e altre realtà associative, per offrire la possibilità a giovani coppie, studenti fuori sede, lavoratori, proprietari di alloggi o affittuari, di condividere gli spazi abitativi in cambio dell’esecuzione di piccoli lavori o della semplice compagnia. Per saperne di più su questo progetto, comunque innovativo nel nostro territorio e che si sta allargando a macchia d’olio in Toscana e non solo, abbiamo incontrato il suo ideatore e responsabile, Gabriele Danesi. “Ma cos’è questo abitare solidale?” – Si tratta di un’iniziativa che parte dal presupposto che intorno al tema casa vi siano delle criticità ma anche delle grandi opportunità per rispondere alla pluralità dei bisogni che sono emersi nel nostro tessuto sociale, quindi abitare solidale cerca di offrire delle risposte facendo convergere attorno al tema casa tutta una serie di istanze tra le più variegate. Basta immaginare una persona anziana, che pur essendo autosufficiente, vive in una casa sovradimensionata per le sue esigenze, nel corso della sua esistenza i figli hanno deciso di vivere in modo indipendente e la persona si trova a vivere in un luogo di grande affezione, di gran significato, in una condizione di sempre crescente disagio, con il rischio di una perdita di autosufficienza dal punto di vista psicofisico ed emotivo. Questa persona non ha bisogno di una badante, ma necessita di qualcuno che le garantisca un sostegno quotidiano, seppur minimo, che molto spesso si sintetizza in un sostegno di compagnia durante i pasti principali, di una chiacchierata la sera, di una passeggiata insieme, o della spesa in compagnia. Questa persona si rende conto del proprio bisogno e si rende disponibile ad ospitare chi, magari per motivi economici o per altre ragioni di vita, si trova in difficoltà per poter garantirsi un alloggio indipendente e decoroso. Da questo incontro di bisogni nasce “Abitare solidale”. “E il Mugello in questo progetto cosa c’entra?” –Il Mugello può essere un luogo dove sperimentare la validità del progetto che nel territorio di Firenze ha già sperimentato, in cui replicare questa iniziativa, mutuandone i principi operativi e declinandoli in base alle esigenze e alla caratteristiche del territorio, perché chiaramente ci saranno delle diversità, ma il problema casa è diffuso in tutta la nostra penisola.- “Quindi c’è da aspettarsi che questo progetto sia operativo nel nostro territorio a breve?”Noi confidiamo che i tempi siano brevi, perché il ferro va battuto quando è caldo e soprattutto perché abitare solidale non può prescindere da una trasformazione culturale importante, ovvero sia quella di interpretare il concetto di sussidiarietà, del protagonismo, dell’associazionismo, ma anche del singolo cittadino; in modo chiaro, netto, operativo, non soltanto come una parola che si sente ripetere nei documenti programmatici, o all’interno di incontri similari e conferenze, in questo caso abitare solidale traduce la solidarietà in un’azione concreta, pratica e quindi nasce da questa consapevolezza proprio il desiderio di fare in modo che queste buone pratiche si diffondano quanto più velocemente nel territorio toscano magari anche non solo toscano, visto che ci sono arrivate richieste dall’Alto Lazio, da Trieste, da Salerno. Ma noi cominciamo da quello più vicino, quindi dal Mugello. Obiettivo è quello di far partire entro la primavera estate 2011 un progetto sperimentale anche in terra mugellana, verificare le capacità operative di questa iniziativa anche in questo bellissimo territorio.- “Avete già contatti con qualche associazione mugellana?” –Assolutamente sì. Però dobbiamo investire, perché in questo caso abbiamo un’associazione che ha dimostrato tutto il suo protagonismo sul territorio, “Il Granello di sale”che si è rivolta a me e abbiamo già preso contatti operativi, e sottolineo operativi, con questa bellissima realtà associativa con la quale abbiamo già elaborato una strategia per rendere quanto più pervasivo e condiviso il progetto “Abitare solidale”. Cosa voglio dire? Che per un territorio così importante come il Mugello, dobbiamo costruire una rete di partner, enti pubblici e associazioni, capace di rendere adeguati i nostri interventi.-
Francesca Lippi