Matteo Renzi e la politica bella
Riceviamo e pubblichiamo:
Giovane negli anni sessanta, ho vissuto male, anzi ho subìto impotente il periodo dagli anni novanta fino ai tempi recenti, dominati dall’idea dell’arricchimento facile, della corruzione, della compravendita di parlamentari, dell’evasione fiscale contro lo stato rapinoso, della scissione dell’Italia fra nord ricco ed efficiente e sud povero e malavitoso, della chiusura di fabbriche, licenziamenti, aumento della disoccupazione, tagli all’istruzione ed alla sanità. Sono stati gli anni di quelli che badano al sodo (di chi?), di quelli che con arrogante sicurezza si dichiarano apolitici al contempo facendo un cieco tifo per il vincente capo supremo, modello di vita e di pensiero perché ricco, anzi ricchissimo, padrone dell’informazionee dei media.
Che bellezza veder stravincere la difficile competizione per la guida di un partito di governo da un figlio della nostra generazione, capace di sostenere che la politica è bella e di rovesciare i luoghi comuni del periodo brutto della politica dell’antipolitica. Per Matteo Renzi la politica non è frasi sprezzanti per chi la pensa diversamente. Niente vaffa days, meglio welcome days. I giorni del benvenuto, a chicchessia, qualunque sia la provenienza politica, senza steccati nella definizione del suo pubblico. Eccellente comunicatore,sicuro di sé, padrone di una lingua italiana ricchissima e ben articolata, di una intonazione piacevole ad orecchie del nord e del sud, capace di gestire la propria immagine con una buona dose di scaltrezza. Welcome, Matteo.
Un figlio della Toscana, leader in politica da ragazzo, vuole diventare un leader dell’Italia. Mi sta bene, soprattutto perché non ha un patrimonio personale stellare da spendere nell’arena della battaglia politica in nome dell’antipolitica del ghe pensi mi. I soldi che spende arrivano a piccole dosi, da tanti simpatizzanti. Bisogna stare attenti a come si spendono, altrimenti non arrivano più.
Da vecchia insegnante a riposo, nell’ascoltare il suo comizio di investitura alla carica di segretario del PD, ho notato con piacere il passo dedicato all’istruzione, alla necessità di valorizzare la funzione docente e di restituirgli la dignità ed il decoro perduti. Istruzione e ricerca investimenti per il futuro. Fosse vero…
Avrà filo da torcere, il loquace e coraggioso Matteo. Le diverse anime del partito si faranno sentire, lo tireranno da un lato e dall’altro. C’è da augurarsi solo che venga sostenuto con saggezza da tutti, all’interno del partito, affinché vinca le prossime elezioni politiche, e non prevalga la ondata di protesta dei grillini insieme a quella del partito del signore delle cene eleganti, del bungabunga, evasore fiscale, glorioso santo martire delle toghe rosse.
9 dicembre 2013
Emanuela Medoro