L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE DELL’OSTEOPOROSI

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)
Il processo della senilità, ma non solo, richiama alla mente una serie di patologie e fra queste non meno importante l’osteoporosi, ossia un indebolimento del tessuto osseo in seguito al quale possono verificarsi fratture dello stesso sino a causare una invalidità. Su questo aspetto l’informazione è sempre più ricorrente, anche attraverso slogan pubblicitari come «Le ossa sono un bene prezioso e la loro salute va difesa. Parla con il tuo medico». Un invito a considerare il fatto che la malattia non è ancora ben conosciuta sia dai medici che dai pazienti, soprattutto per quanto riguarda le complicanze tra le quali le temibili fratture per le quali in taluni casi i pazienti non ricevono le cure più appropriate ed efficaci. Un contributo significativo è dato dalla Fondazione per l’Osteoporosi (onlus), il cui neo presidente è il prof. Giancarlo Isaia (nella foto), illustre cattedratico specializzato in Medicina Interna e Geriatria e direttore della relativa Scuola di Specializzazione, già direttore della S.C. di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’osso all’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino, giornalista pubblicista ed attuale presidente dell’Accademia di Medicina di Torino. Tra gli obiettivi in programma, Isaia spiega: «Il compito che i Consiglieri della Fondazione mi hanno affidato è molto impegnativo in quanto, nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni dalla past President Claudia Matta e da tutti noi, questa malattia non è ancora ben conosciuta nelle sue più temibili complicanze (le fratture), sia dai medici che dai pazienti che non ricevono sempre terapie appropriate ed efficaci. Inoltre, non di rado vengono diffuse notizie allarmanti e dal significato distorto che disorientano i pazienti che spesso sospendono il trattamento e di conseguenza vanno più facilmente incontro alle fratture. È pertanto necessario agire in modo incisivo e convincente per superare queste difficoltà e rendere l’approccio alla diagnosi e alla terapia della malattia più razionale e appropriato». Ed è proprio in questa direzione che la Fondazione si muove con la riconosciuta competenza che, con la professionalità e l’esperienza del prof. Isaia, garantisce un impegno a tutto campo; e il Piemonte, dove sono state e sono in corso iniziative in merito estese in tutta Italia, ha la possibilità di fornire un importante contributo culturale proprio tramite la Fondazione stessa. Nata a Torino nel 1986 come “Lega per l’Osteoporosi” ad opera di alcune personalità dell’ambiente medico-scientifico, di esponenti dell’imprenditoria torinese e della società l’Osteoporosi Piemonte onlus, nel 2016 assume la denominazione di Fondazione per l’Osteoporosi onlus, raggiungendo oggi il traguardo di oltre 30 anni di attività. Nel campo della ricerca scientifica la Fondazione ha supportato molteplici progetti di ricerca, in particolare lo Studio AMMEB (Age Menopausal Menarch BMI – Body Mss Index) condotto su donne in menopausa, realizzato dai ricercatori dell’Università subalpina e coordinato dal prof. Isaia. Secondo una nota al suo interno, è attualmente l’unico studio disponibile che misura l’incidenza della malattia sulla popolazione generale italiana, facendo emergere la necessità di sottoporre le donne, con fattori di rischio, a screening nel periodo post-menopausale. Quindi, da parte della popolazione interessata, si tratta di fare la prima mossa: parlarne con il proprio medico e, magari, con i referenti della Fondazione.