L’ESPERIENZA DI UN LABORATORIO ESPRESSIVO AD APPROCCIO PEDAGOGICO

Media education e tutela dei minori nativi digitali

Francesco Augello

Già nel 1996 lo psicologo statunitense Jerome Seymour Bruner, che ha contribuito allo sviluppo della psicologia cognitiva nel campo della psicologia dell’educazione, sosteneva che fosse opportuno nel perseguire un obiettivo “di adattare una cultura alle esigenze dei suoi membri e di adattare i suoi membri ed i loro modi di conoscere alle esigenze della cultura”.

Oggi, se si riflette sulla natura evoluzionistica di quegli stessi social network, da Facebook a Windows Live Spaces che nel 2010 ha ceduto il passo a WordPress, quest’ultimo rimandando in seguito a Microsoft One drive, da LinkedIn a Twitter e ad altri che vedremo in un prossimo futuro soppiantare i primi, ma nella sostanza lasciarne inalterato il senso e la logica d’impiego, ci si rende conto come i loro creatori, il team che ne cura la grafica, gli strateghi del marketing, abbiano e continuino a mettere in atto, su una differente dimensione, quelle stesse modalità di intervento che la scuola dovrebbe attivare o, sarebbe il caso di dire, ripristinare, cogliendo sin da subito quell’invito di bruneriana memoria. Potremmo affermare che uno tra i successi dei citati media è legato ad una psicologia che si muove all’interno di rapporti che mediano la relazione tra individui virtualmente identificati a mezzo di avatar e nickname e contesti dei non luoghi, poco o nulla badando a funzioni diagnostiche e curative dell’individuo, lasciando che lo stesso network, la sua stabilità, sia legata alla quantità di rapporti che mediano le diverse tipologie di relazioni. Forse, è da chiedersi se la scuola, inseguendo le “cure” e le eccessive “diagnosi”, spesso non richieste, quasi fosse affetta da una pseudo sindrome di “Munchausen per procura” non stia commettendo un crimine, danneggiando, per eccesso d’amore, il testimone della cultura e “uccidendo” i suoi figli, coloro che dovrebbero essere gli eredi di detta cultura.

Nel percorso “espressivo laboratoriale” di seguito presentato in un E-Book, ad esempio, è stato adottato un approccio metodologico basato sulla didattica laboratoriale con l’obiettivo del “fare per imparare”, unitamente all’integrazione di studi di caso, con la finalità di mediare e filtrare delicate tematiche sulla tutela, sulla devianza e sulla subcultura dei minori nell’uso del media Internet e dei dispositivi e linguaggi multimodali in generale. Ciò al fine di fornire nuovi strumenti cognitivi ad ogni singolo genitore che, con naturalezza e senza la “pressione” di un laboratorio visto solitamente come luogo del “fare per essere valutati”, hanno saputo cogliere il senso e le opportunità di ogni singolo incontro, consapevoli che altri e tanti sarebbero stati gli argomenti e gli approfondimenti da affrontare; tuttavia la maggiore consapevolezza ed un approccio altro al media, ad Internet, su quei non luoghi vissuti ed abitati dai digital native, oggi dovremmo includervi anche i mobile born,  e, dunque, dai propri figli, argomenti che hanno altresì fatto comprendere ad ogni singolo partecipante che non è sufficiente aprire la porta della cameretta del proprio figlio per assicurarsi che tutto sia in ordine o al proprio posto, poiché altre e tante sono le porte che dopo questa breve esperienza ogni genitore ha imparato ad aprire e che ancora altre questi come altri, saranno chiamati ad aprire, così come altre “porte” hanno sperimentato, tali partecipanti, tra cui anche docenti, come tenerle “murate” consapevolmente al click del mouse.

Prof. Francesco Augello

Presentazione E-Book e breve biografia autore

Nel mese di dicembre 2011 prende avvio il corso di formazione per genitori “LABORATORIO ESPRESSIVO” all’interno delle attività del PON (Programma Operativo Nazionale) tenuto presso la Scuola Media Statale “Luigi Pirandello” di Agrigento a cura dell’allora nominato esperto Dott. Francesco Augello, oggi docente affermato in discipline filosofiche, psico-pedagogiche e di comunicazione, ma che porta con sé un notevole bagaglio formativo-culturale nelle tecnologie informatiche e della scienza dei sistemi informatici, nello specifico e ad ampio spettro, spesso nominato C.T.P / C.T.U per indagini di rilievo in ambito civilistico e penale, nella tutela di adulti e minori con riferimento ad abusi, violenze contro le donne, quest’ultime perpetrate anche a mezzo di canali social o tecnologie di comunicazione mobile e, ancora, nella difesa, in generale, di abusi commessi in violazione del General Data Protection Regulation, Regolamento Ufficiale  (UE) n. 2016/679 fornendo supporto anche a studi legali di rilievo.

URL E-Book dell’esperienza PON attuata.

Giornale – Laboratorio espressivo – PON 2011 (francescoaugello.it)

2 thoughts on “L’ESPERIENZA DI UN LABORATORIO ESPRESSIVO AD APPROCCIO PEDAGOGICO

  1. Sicuramente una bella esperienza, assai lontana anche dalle esperienze che spesso vengono proposte oggi e se consideriamo, così come ho letto, l’anno del progetto (2011) è stata una proposta assai lungimirante da parte del Dott. Augello, davvero avanti con i tempi.
    E’ sempre un piacere leggere ilmiogiornale.it trovo sempre argomenti molto interessanti.

    Continuate così.

  2. Ho ricevuto questo link da un’amica da qualche anno trasferitasi in Toscana. Mi fa molto piacere leggere l’esperienza didattica del prof. Augello, non mi ha sorpreso l’esperienza in sé, conoscendo il vulcano che agita il prof. al punto da avermi insegnato in un corso di aggiornamento ASP a gestire costruttivamente il confronto con i colleghi e a trovare sempre nuove soluzioni. Mi rimarrà per sempre la sua
    grande capacità comunicativa, l’empatia e soprattutto la calma nel gestire gli imprevisti d’aula sempre diversi per ogni partecipante.

    Grazie alla mia amica Roberta.

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