L’acqua ha memoria e non guarda la licenza edilizia

Il ciclone Cleopatra ha colpito pesantemente la Sardegna.

IN QUESTO DISASTRO ALCUNE COSE SONO CHIARE

 

1) L’acqua era tanta, in poco tempo, come poche altre volte.

 

2) L’allarme è arrivato in ritardo e non rendeva comprensibile la gravità dell’evento.

In molte località alle persone l’allarme non è neanche arrivato.

 

3)I corsi d’acqua e i canali di scolo non erano puliti.

 

4) In molte località gli alvei di vecchi rii che passano in ogni paese non sono più quelli di trenta anni fa, ma quando va bene sono canali tombinati puliti, di ridotte capacità.
Il più delle volte sono, invece, sporchi e facilmente intasabili.

 

5) Nella peggiore delle ipotesi negli alvei ci sono costruzioni, talvolta abusive o abusive sanate, ma di fatto  sono sempre un tappo e l’acqua ha memoria e non guarda la licenza edilizia.

 

6) Un allarme tramite gli organi di stampa (TV, Radio, Giornali, Social network, fatto la domenica sera, probabilmente avrebbe salvato dalla morte qualcuno condizionandone i comportamenti.

 

COSA SI PUO’  FARE ORA PER LA SARDEGNA

 

1) PIANO RICOSTRUZIONE – Salvare il salvabile mettendo le persone in condizioni di potersi rialzare, dalle città alle campagne, dalle abitazioni alle aziende, dalle fattorie alle officine, con aiuti concreti dello Stato, della Regione, dell’Unione Europea.

 

2) PIANO INFRASTRUTTURE– Far partire un grande sforzo economico per ricostruire il tessuto delle infrastrutture che si è rovinato, utilizzando possibilmente forza lavoro e aziende sarde.

 

3) LEGGE REGIONALE STRAORDINARIA – Produrre rapidamente in Consiglio Regionale una legge che finanzi in maniera straordinaria la ricostruzione, anche con fondi europei e coinvolgendo gli istituti  di credito nazionali e internazionali.

 

4) NORMA URBANISTICA REGIONALE – Blocco di tutte le costruzioni in aree non conformi o suscettibili di inondazioni.

 

5) GIUSTIZIA– Lasciare lavorare i magistrati con serenità, chiedendo agli Enti Locali di fornire tutti gli elementi che possano portare, se è il caso, ad un processo giusto che punisca gli eventuali responsabili.

Giuseppe Argiolas

 

Foto Regione Sardegna

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