LA SCARSA OSSERVANZA DEGLI EVENTI CRITICI

Un Paese che non è in grado di riemergere favorisce povertà materiale e spirituale del suo popolo, oltre alla continua “moria” di molti… e gran parte dei diritti di ognuno sono sempre meno garantiti.
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Se puntare il dito contro qualcuno è troppo facile, altrettanto deve essere analizzare i fatti quotidiani della vita, che incombono su ognuno di noi mettendo a repentaglio la nostra incolumità e la vita stessa. Sono in continuo aumento omicidi, reati stradali, infortuni (mortali) sul lavoro e tanti altri reati contro la persona e il patrimonio, e ogni volta leggiamo o ci sentiamo dire che bisogna intervenire per prevenire o limitare tutto ciò, ivi compresa la burocrazia. A tutt’oggi, in particolare in questi ultimi quarant’anni, non c’è stato alcun Governo che abbia saputo garantire quanto necessita la sicurezza del Paese, anche se nel corso degli anni sono state emanate Leggi più o meno appropriate… Il fatto, ad esempio, che in Italia uno dei problemi sempre più assillante e irrisolvibile sia il sovraffollamento delle carceri (da alcune delle quali si evade fin troppo facilmente, e si muore anche), è una ulteriore carenza dello Stato, e quindi di determinate persone e, a questo riguardo, va precisato che i dipendenti vengono impropriamente definiti “Servitori dello Stato”, in quanto essere dipendenti di una Istituzione significa essere al servizio della collettività, e quindi servitori di nessuno. Come pure il fatto che in alcune aule di Tribunale compare la scritta “La Legge è uguale per tutti”, ma con la E’ apostrofata e non la È accentata, come dovrebbe essere. Questa apparente differenza sembra essere premonitrice del concetto opposto in bella vista nelle aule giudiziarie, e pur in contrapposizione alla recente pubblicazione Abolire il carcere – Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini (Ed. Chiarelettere, 2015, di autori vari), che per la verità non ho letto, ma qualunque siano le modalità della proposta, vorrei sapere quali garanzie si possono dare alla collettività se sono in continuo aumento autori abituati a delinquere… oltre all’elevato tasso di recidivi. E anche se fosse un progetto percorribile il nostro Paese non è pronto per gestire una situazione del genere: vedi il seguito della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. (Da notare che chi scrive è un garantista… fino a prova contraria, tanto da aver varcato la soglia delle carceri torinesi come volontario per conoscere detenuti dediti all’arte e recensire le loro opere). Sottigliezze? Lana caprina? Eccesso di anticonformismo? No davvero, ma semplicemente obiettività, appropriatezza dei termini, delle definizioni, dei ruoli e delle competenze: è inutile pretendere diplomi e lauree se non si rispettano le fondamentali regole ortografiche, grammaticali e concettuali; come pure è inutile indire concorsi per entrare in Magistratura se la stragrande maggioranza dei candidati (già laureati) viene bocciata allo scritto che, di conseguenza, annulla l’orale. Oltre a determinate incompetenze da parte dei governanti permane la inefficienza, tant’è che i problemi citati in apertura dell’articolo non solo non si risolvono ma si ripetono e si aggravano sempre di più, tanto che ogni volta si torna a rammentare: «Si chiude la stalla quando i buoi sono scappati».
Ma l’ipocrisia è un regalo che i politici ci fanno volentieri, anche a fine anno, come quella che proviene dalla frase di Matteo Salvini: «Qui capita a tutti» (Corriere della Sera del 27 u.s.), riferendosi al fatto che suo figlio è stato rapinato del cellulare da un gruppo di balordi; e a riguardo mi viene da dire che con tale affermazione ha voluto minimizzare perché il malcapitato era suo figlio, ma non l’avrebbe pronunciata se il destinatario dell’episodio fosse stato un cittadino qualsiasi. Inoltre, a parer mio, il fatto in sé non meritava i due terzi della pagina di un quotidiano, ma essendo i protagonisti assai noti l’evento accaduto ha costituito notizia… discutibile, appunto! Sono sempre stato avverso a questi “exploit” giornalistici che ripetutamente non fanno altro che dare lustro a questo o a quel politico… anche se in negativo, i cui interessati direbbero: «Parlatene pur male purché ne parliate», un vecchio adagio che accompagna i politici sin dall’inizio della Repubblica. Ma ciò nonostante gran parte del popolo tira dritto e pensa a come organizzare la fine d’anno, sia pur in attuale presenza di crisi, se ancora di crisi si può parlare! Come pure continua il declino della Sanità pubblica, nonostante gli sforzi di molti operatori (medici, infermieri e amministrativi), e nessuno si è mai posto il problema di come affrontare le difficoltà soprattutto delle liste di attesa, dei ritardi diagnostici e terapeutici, per non parlare della carenza di posti letto ed eventuali conseguenze; un evolversi che non fa che incrementare i cospicui introiti della Sanità privata, la quale, come è noto, non è tenuta a rispettare i cosiddetti “Codici di priorità: A, B. D, P”. Queste difficoltà non fanno altro che intensificare, per certi versi, quella che a volte si può definire la “guerra tra poveri”, un aspetto desolante che umilia ulteriormente l’essere umano… quello più debole si intende. Come più volte ho scritto vi è anche una responsabilità (sia pure indiretta) del cittadino che, pur in presenza di leggi, non ne conosce l’esistenza delle stesse e spesso non sa avvalersene, rinunciando a determinati diritti o ricorrendo a consulenze e/o prestazioni private previa parcella. E il volontariato cosa fa? Sono circa 7 milioni i protagonisti che lo compongono, ma non ho mai conosciuto un “templare” dedito alla difesa del più debole… soprattutto contro la burocrazia perché lo Statuto di dette associazioni non lo prevede e, il ricorso ad informare i mass media, è una delle tante conferme.