IL MESOTELIOMA COLPISCE ANCORA. E NON È FINITA…
Oggi è morto il giornalista Franco Di Mare, ieri molti l’hanno preceduto, domani sarà la volta di altrettanti meno fortunati…
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)
Sembra quasi impossibile, e per giunta retorico, prendere atto ogni volta della dipartita di questa o quella persona, in particolare se a noi nota o semplicemente conosciuta. Ma quando il decesso avviene per una patologia le cui cause si potevano evitare, lo sconforto non è soltanto dei suoi famigliari ma altruisticamente anche nostro di comuni conoscenti. Più volte mi sono espresso in merito all’eccessivo clamore mediatico alla morte di questo o quel personaggio particolarmente noto al grande pubblico che, il più delle volte, non ha mai conosciuto direttamente. Ecco che allora questo atteggiamento deve indurci ad essere vicini a tutti in egual misura, con l’intento di individuare le cause che si potevano evitare. In tal senso mi ha colpito la recente scomparsa di Franco Di Mare, giornalista Rai il quale è stato più volte inviato in zone di guerra. Ed è proprio su questo contesto che mi vorrei soffermare, in quanto secondo le sue recentissime affermazioni pubbliche pare essere stato a contatto con manufatti asbestosi dispersi in tali zone e, a distanza di oltre un ventennio, il mesotelioma pleurico (da amianto) lo ha stroncato. A tal riguardo rammento che la correlazione amianto-mesotelioma era nota sin dagli anni ‘3o anche in Italia e, sia le Istituzioni che la maggior parte degli imprenditori (a maggior ragione se produttori di tale manufatto), non potevano non sapere della connessa nocività. Nel nostro Paese la produzione dell’amianto è stata messa al bando con la Legge 257 del 27/3/1992, e poiché il periodo di latenza (tra esposizione e manifestazione dei sintomi) è di circa 30-40 anni, l’Italia ha sulla coscienza un certo numero di decessi tra quelli già avvenuti e quelli che in previsione si verificheranno in quanto il picco massimo è ancora da raggiungere… Personalmente per oltre due decenni ho scritto molto su questo argomento sotto tutti i punti di vista, oltre al fatto che la letteratura nazionale e internazionale a riguardo è assai copiosa, ma ciò nonostante lungo la Penisola sono ancora molti i siti (pubblici e privati) da bonificare… purtroppo, ahimè, lo “scotto” da pagare per i politici-amministratori non sono i decessi ma i notevoli costi da affrontare. Dunque, ancora una volta, il despota denaro comanda e sovrintende a tutte le coscienze di qualunque provenienza ed orientamento politico. E intanto le persone muoiono prematuramente per cause che si potevano evitare! Ora, se la retorica non mi fa difetto, aggiungo che non è il caso di anticipare la fine della vita, seppur effimera per tutti; ma si sa, vige ancora quel detto popolare che recita: «Chi muore giace, e chi vive si dà pace». Ma non credo sia proprio così per i famigliari del “collega” giornalista Franco Di Mare, e di tanti altri lavoratori (e non), sparsi ovunque, che in precedenza hanno vissuto in siti cosparsi di fibre di amianto. In ultimo mi si lasci dire che anche se articoli, inchieste, drammi teatrali e vicende processuali hanno inteso mantenere alto il livello della conoscenza, io credo che sia ancora troppo carente la cultura su questo problema, come altrettanto carente è il senso di responsabilità; una assenza che per molti equivale al comportamento degli struzzi o, ancor peggio, di quello delle storiche tre scimmiette: «Non vedo, non sento, non parlo». Visto il lungo periodo di irresponsabilità questi tre piccoli mammiferi dovevano essere di casa…, anzi, nella mente di coloro che li hanno ospitati! Ancora una volta rivolgo un pubblico pensiero a Franco Di Mare, ai suoi colleghi, ai suoi famigliari, e a tutti coloro che lo hanno preceduto a causa di questo male e, seppur poca cosa, la mia vuole essere intima espressione di altruismo e di ideale vicinanza.
LE PATOLOGIE INCRIMINATE
Mesotelioma – È un tumore raro della membrana di rivestimento del polmone (pleura) o dell’intestino (peritoneo), fortemente associato all’esposizione a fibre di amianto., anche a basse dosi. È un tumore che compare dopo una ventina d’anni, quello pleurico anche dopo quaranta. Questa neoplasia agisce potenziando l’azione cancerogena del benzopirene del fumo di tabacco: è stato dimostrato che un fumatore esposto all’amianto ha un rischio di tumore polmonare 9 volte superiore a quello di un fumatore non esposto e di ben 90 volte superiore a quello d’un soggetto non fumatore e non esposto. Le caratteristiche peculiari del mesotelioma sono tuttora oggetto di aspetti scientifici e medico-legali, in parte chiariti, come pure qualche piccolo passo avanti per quanto riguarda la cura; ma purtroppo a tutt’oggi l’esito è sempre letale. Si manifesta con stanchezza, calo ponderale, dispnea, tosse e dolore toracico, con bruciore che diventa, con il passare del tempo, sempre più aggressivo e persistente anche dopo il formarsi del versamento pleurico, evenienza questa che risulta molto frequente. Asbestosi – È una patologia cronica (per prima è stata correlata all’inalazione di amianto), ossia lesione dei polmoni, fibrosi, proliferazione del tessuto fibroso che progressivamente sostituisce il tessuto normale. Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è una malattia professionale che tende a scomparire… I sintomi principali sono respiro affannato, tosse ed espettorazione (ma soltanto dopo una dozzina di anni dall’inizio dell’esposizione).
LE PUBBLICAZIONI
La letteratura in merito al problema amianto è ormai copiosa: dai libri e articoli di reportage e inchieste, alle produzioni teatrali e ai congressi, alla fondazione di associazioni di famiglie delle vittime, ma anche ai molti processi che si sono susseguiti negli anni nelle cui aule giudiziarie sono passati imputati-imprenditori responsabili, malati e famigliari di molte vittime, ma anche rappresentanti delle stesse associazioni. Forse non tutti ricorderanno che nel marzo 1999 per cinque giorni, sotto l’egida del Ministero della Sanità e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la Conferenza Permanente Stato Regioni – Commissione Nazionale Amianto, si tenne a Roma la Conferenza Nazionale sull’Amianto, i cui lavori furono pubblicati con il titolo “Riassunti delle comunicazioni orali e dei poster”.
Da allora sono seguiti convegni e congressi ma anche diverse pubblicazioni, tra le quali “Grigio è il colore della polvere” (Daniela Piazza Editore, 2007, pagg. 166) del giornalista Luca Ponzi. Una “commovente” raccolta di testimonianze di famiglie, molte delle quali nei decenni scorsi dal sud si sono trasferite al nord per trovare lavoro, e i cui componenti sono stati assunti dalla Società Italiana Amianto (SIA) di Grugliasco (To). Anche questa, come tante altre in Italia: l’Amiantifera di balangero (To) il Sodificio di Monfalcone (An), la Raffineria Aquila di Trieste, la Cementifera Italiana Fibronit di Broni (Pv), lo stabilimento Italsider di Bagnolo (Na), oltre a quello di Taranto, e al quartiere Rogoredo (Mi), per non parlare del comparto ferroviario (FS), tutte fonti di malati e decessi che a tutt’oggi risultano esserre alcune migliaia. Paradossale e ironico è il fatto che all’ingresso della SIA c’erano le rose e un laghetto, ma si lavorava l’amianto e si moriva…
Drammatiche realtà che ci ricordano anche quella dell’Eternit di Casale Monferrato (Al) e di altre fonti analoghe sparse sul territorio nazionale. Un ampio approfondimento sulla ecatombe “da amianto” è a cura della giornalista Stefania Divertito, che ha dato alle stampe Amianto – Storia di un serial killer (Ed. Verdenero – Inchieste, 2009, pagg. 200). Una vera e propria inchiesta attraverso la quale l’autrice ha ripercorso la via crucis dell’amianto: nelle scuole elementari, nelle case di periferia, sulle navi, nelle fabbriche, etc. Siti che contemplano l’ignoranza, l’ottusità delle burocrazie e l’indifferenza di un’intera classe politica. Da queste pagine si evince che solo in Italia ogni anno quasi 4.000 persone muoiono a causa di mesoteliomi e asbestosi, molte delle quali oltre a lottare contro la patologia, spesso hanno dovuto affrontare il calvario della burocrazia (o della negazione) per il riconoscimento della invalidità, indennizzo e pensione compresi.