IL DISPREZZO DEL TEMPO…
Spesso lo sprechiamo e il cui valore sta nella preziosità dello stesso, in quanto irripetibile e per questo fonte di saggezza
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
Si sa che l’era della comunicazione fa parte del progresso per ampliare le conoscenze e per la crescita dei popoli. Ad esempio dai mezzi di comunicazione, che oggi sono molteplici, si diffonde una miriade di informazioni, più o meno utili, ma anche molte fake news e, queste ultime, sono spesso fuorvianti e nocive come la pubblicità e anche la proposta di molti programmi di giochi a quiz, che spesso sono “artefatti” perché costruiti su recitazioni per tirare a indovinare una risposta (altro che cultura!) con il miraggio di vincere un gruzzolo, seguito da scroscianti applausi) e con “effetti” che tendono a catturare l’attenzione del consumatore, molto ricettivo di certi messaggi subliminali… A questo punto se i giochi a quiz non fossero sostenuti da premi in denaro e non allietati dalla presenza di vallette in abbigliamento assai succinto, ci sarebbero meno concorrenti e quindi meno telespettatori, così come se tra le comparse in determinati spot pubblicitari (alcuni rasentano un’aurea demenziale) non ci fosse la presenza assai cospicua di figure femminili dalle performance assai (innocentemente?) allusive, determinati prodotti non sarebbero reclamizzati in quanto verrebbe a mancare il sostegno finanziario dei committenti la pubblicità; se determinati filmati non avessero una trama violenta in cui impera sesso e truculenza i produttori dovrebbero inventarsi un altro mestiere; se gli stadi e le arene fossero vuoti i protagonisti (sportivi e cantanti) non accumulerebbero determinate fortune; ed altro ancora. Per quanto sintetico questo quadro è a dir poco desolante, e lo è ancor di più se non si vuol capire (o lo si accetta) che tutte queste innovazioni incentivate dai vari social sono motivo di disgregazione sociale, tant’é che i casi di emulazione sono ormai quotidiani sino a favorire determinati reati. Inoltre i mass media ci informano che alcuni ricconi possiedono proprietà dai valori esorbitanti… mentre la povertà nel mondo (e quindi anche in Italia) è sempre più aumento, aggravata dagli “squilibri” della Natura. Contestualmente a tutto ciò i vari politici si confrontano e si scontrano continuamente cercando di far prevalere la propria “mission” che a mio avviso è quasi sempre più ideologica che altro. Anche se retorico, val la pena ribadire che nel frattempo siamo schiavi dei vari poteri e delle relative prepotenze: basta avere un certo carisma e/o ascendente di un certo tipo, e magari considerevoli ricchezze per sottomettere le popolazioni più deboli, i cui effetti sono rigorosamente riportati e commentati dai mass media più o meno fedelmente… Eppure, a fare da “contrasto” a tutto ciò non si possono disconoscere lodevoli proposte culturali, con molti riferimenti storici per un qualche utile confronto e/o paragone che però, a mio dire, non se ne fa un buon uso e di conseguenza verrebbe da chiedersi: a cosa servono nobili e sagge citazioni se poi si prosegue all’insegna di un progresso che in parte ci porta alla perdizione? Dice bene il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo: «Il degrado dei rapporti umani ci impoverisce più dell’inflazione», e prosegue affermando: «Siamo diventati più ricchi ma non siamo diventati né più colti né più avveduti». Si tratterebbe, dunque, di richiamare in causa la filosofia considerandola una sorta di mappa della vita, cercare di capire al meglio chi siamo, cosa siamo e come dovremmo vivere; ma purtroppo ogni filosofia che si voglia intendere è “soffocata” da quel progresso cui ho fatto cenno all’inizio dell’articolo, confinandola tra i valori minori…
Ma se la volessimo considerare, quanto suggerisce Lucio Anneo Seneca (4-65 a.C. – nell’immagine) ci aiuterebbe a vivere meglio, a navigare nei mari a volte anche burrascosi della vita, a decidere quale strada prendere quando ci troviamo a una svolta a determinare la direzione da seguire quando siamo persi, e a rimanere sulla giusta strada quando le cose si fanno difficili. Ecco che entra in campo il valore del tempo, che spesso sprechiamo, e a riguardo il filosofo romano ci ricorda: «Il tempo è la risorsa più preziosa che possediamo, una volta speso non può essere recuperato, quindi dobbiamo usarlo saggiamente e non permettere che venga sprecato». Quindi al risveglio di ogni mattina chiediamoci: come possiamo fare per il miglior uso del nostro tempo oggi? Cosa possiamo fare oggi che ci porti realizzazione e felicità? A queste domande si potrebbe rispondere in diversi modi, ma senza perdere di vista che le vere ricchezze non si trovano nei nostri conti bancari, ma dentro noi stessi, accontentandoci di ciò che abbiamo e nella nostra capacità di vivere una vita di virtù e scopo. Per concludere, Seneca incoraggia a non dipendere dalla ricchezza materiale, ma ad apprezzare le cose semplici: la vita, il sole sul nostro viso, l’odore della pioggia fresca, valorizzare le nostre esperienze, i ricordi e la saggezza. Ma se la macchina del tempo non ci porta indietro, sta a noi occupare al meglio il presente e il futuro… senza sprecare un solo minuto!