Il bagherese Paolo Pintacuda finalista del Premio Solinas

Il 31 Luglio, all’isola della Maddalena, in occasione del Festival ‘La valigia dell’attore’, dedicato a Gian Maria Volonte’, si potrà assistere all’assegnazione del Premio Solinas, che festeggia i suoi 25 anni di attività, proprio nell’isola in cui la manifestazione è nata.

Il binomio tra il Festival attoriale e il Premio sulla sceneggiatura nasce dall’amicizia che lega Franco Solinas e il grande Gian Maria Volonté, i “simboli” delle due manifestazioni.

Per la migliore sceneggiatura inedita sono stati scelti 6 finalisti che si contenderanno il premio, che consiste nella vincita di 12.000 euro e della menzione speciale di 3.000 euro.

Uno dei sei protagonisti è il trentaseienne Paolo Pintacuda, autore di ‘La notte oscura (Scuru)’. Uno scrittore bagherese che comincia il suo percorso quasi per gioco, insieme al suo papà, che da bambino lo portava con sé al cinema dove lui lavorava come proiezionista. Proprio come Totò e Alfredo, i protagonisti di “Nuovo Cinema Paradiso”, Paolo e Mimmo Pintacuda hanno vissuto insieme l’amore per il cinema. Non a caso Mimmo Pintacuda (padre di Paolo) è la persona a cui Giuseppe Tornatore si è ispirato per il personaggio di Alfredo. “Figlio d’arte” dunque, il nostro sceneggiatore bagherese, che negli anni si è cimentato in racconti, corto e lungometraggi, vincendo diversi premi in varie manifestazioni nazionali e internazionali.

Noi lo abbiamo incontrato qualche giorno prima della partenza per l’isola della Maddalena, dove rappresenterà l’arte siciliana e bagherese.

1. Paolo, come ci si sente ad essere uno dei finalisti di un premio così importante, come il Premio Solinas? È indubbiamente fonte di soddisfazione e orgoglio se pensiamo a chi era Franco Solinas e ai vincitori e finalisti che nel corso di queste 25 edizioni son passati dal Premio a lui dedicato, ma è anche il coronamento di tanti anni di lavoro e caparbietà. 
2.   Di cosa tratta la tua sceneggiatura? La storia è interamente ambientata a Messina e racconta la rivalità tra due fratelli alle prese con destini già segnati e alla loro lotta per modificarli, mentre una donna legata per motivi diversi ad entrambi, li osserva nell’ombra.
3.   Da quanto tempo scrivi sceneggiature cinematografiche? Ho cominciato all’età di quindici, sedici anni e la particolarità, oggi che mi guardo indietro, è che cominciai sin da subito a scrivere sceneggiature per lungometraggi. Pur avendo firmato anche i copioni di alcuni corti, il linguaggio che ti permette di avere un film vero e proprio e il campo d’azione che hai a disposizione quando ne scrivi uno è qualcosa di non paragonabile. 
4.   Quando nasce il tuo amore per il cinema e per la scrittura? Mio padre lavorava come proiezionista in una sala cinematografica di Bagheria quando Bagheria ne contava sette ed io andavo giornalmente al cinema, a volte vedendo più di uno spettacolo al giorno. Fu un grande vantaggio barattare la mia irruenza di bambino in cambio dei sogni che una sala cinematografica poteva darti.

5.   Vivere a Bagheria e non magari a Roma è stato un handicap per il proseguimento del tuo percorso? Se devo essere sincero no. Forse a Roma avrei cominciato prima a lavorare nel cinema, ma sicuramente senza la maturità che ho adesso e di certo senza il bagaglio di esperienza emotiva che, nel bene e nel male, un posto come Bagheria può regalarti. Per fortuna poi che tu sia dentro un igloo o seduto a due passi dal mare, puoi comunque scrivere!
6. Di che genere sono di solito le tue sceneggiature? Mi piace il genere drammatico, ma ho anche scritto commedie, noir, thriller, persino un cartone animato.
7. C’è qualcuno a cui ti sei ispirato in questi anni, mentre scrivevi i tuoi testi? Se parliamo di letteratura e cinema devo risponderti che sono un lettore e uno spettatore onnivoro e lo sarei stato al di là della mia carriera di sceneggiatore. Se parliamo di cinema ho imparato tantissimo da una sceneggiatrice che ho la fortuna di conoscere, Suso Cecchi D’Amico. Dall’alto della sua grandissima esperienza ho avuto il piacere di ricevere consigli e le dovute cautele che chi fa il mestiere di sceneggiatore non può ignorare. Se infine devo fare un riferimento alla vita privata ti rispondo che ad ispirarmi è anche mio padre che pur avendo una carriera del tutto diversa, lui è un fotografo, mi ha fatto capire che se hai veramente un talento nulla è più appagante che far somigliare la tua vita a quello che realmente sei.
8. Bagheria è la città di grandi artisti come Renato Guttuso, Ignazio Buttitta e Giuseppe Tornatore. Pensi di poter avere un grande talento come il loro e     di poter riscuotere il loro successo? Sono nomi “impegnativi” e di certo le valutazioni si fanno in consuntivo. Sono convinto che anche loro abbiano seguito il proprio talento senza porsi il problema di percorrere i passi di chi era riuscito prima.
9. Se dovessi vincere a chi dedicheresti questo premio? Lo saprai se vincerò.

Giusy Chiello

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