I MIGLIORI VINI IN CAMPANIA

I piatti tipici della Campania sono famosi in tutta Italia, se non addirittura in tutto il mondo, ma non è che i vini siano da meno. La regione di Pulcinella e del Vesuvio, infatti, può vantare un assortimento straordinario di vini, come ben sanno gli enoturisti più esperti, che non mancano di apprezzare le qualità di alcuni dei rosati migliori di tutta Italia.
Il Vesuvio DOC
Basti pensare, per esempio, a un vino da pasto come il Vesuvio DOC, che ha ricevuto la denominazione di origine controllata nella prima metà degli anni Ottanta e che è disponibile non solo in versione rosato ma anche come rosso o bianco. La zona di produzione da cui devono provenire le uve che sono destinate alla produzione di Vesuvio DOC è quella dei territori comunali (tutti in provincia di Napoli) di Somma Vesuviana, di Terzigno, di San Sebastiano al Vesuvio, di Trecase, di Boscotrecase, di Sant’Anastasia, di Ercolano, di Pollena – Trocchia, di Cercola, di Portici, di Torre del Greco, di Boscoreale, di San Giuseppe Vesuviano, di Ottaviano e di Torre Annunziata. I polipetti alla Luciana con sugo di pomodorini del Vesuvio rappresentano l’abbinamento ideale per il Vesuvio rosato, che propone un sapore armonico e asciutto e un odore piacevolmente fruttato. Questo vino è consigliato anche con la pizza margherita e con le minestre realizzate con i legumi del territorio, come i fagioli a formella, i fagioli di Villaricca e i piselli cornetti.

Il Benevento IGT
Passando al territorio del Sannio, ci si può lasciar sedurre dal Benevento IGT, con più di 40 tipologie di vino. Il Beneventano Rosato ha un sapore abboccato o secco ma sempre equilibrato, con un odore floreale. Il prigiotto e la soppressata del Sannio rientrano tra le golosità che meritano un accostamento. Sono soprattutto gli antipasti a evidenziare le qualità di questo vino: ci si può sbizzarrire, allora, tra i taralli di San Lorenzello e il prosciutto di Pietraroja, senza dimenticare il ciaolone e il formaggio morbido del Matese.

L’Irpinia DOC
Se la provincia di Napoli può vantare un’eccellenza di pregio come il Vesuvio DOC, quella di Avellino non sta certo a guardare: il 13 settembre del 2005 è stata istituita con decreto ministeriale in via ufficiale la denominazione Irpinia DOC, che include una ventina di vini che devono essere realizzati, tra l’altro, nei territori di Torre le Nocelle, di Castelvetere sul Calore, di Torella dei Lombardi, di Chiusano San Domenico e di Luogo sano. L’Irpinia Rosato merita di essere servito con il fiocco di prosciutto, ma anche con altri salumi locali come il prosciutto irpino, la soppressata irpina e il prosciutto di Ventricano, che si caratterizza per un gusto delicato. Anche i formaggi poco stagionati si prestano all’abbinamento con un vino simile: è il caso della manteca, del caciocchiato e del caciocavallo irpino di grotta, oltre che della juncata. Il sapore è morbido e secco, mentre l’odore è fruttato e floreale.

Il Campania IGT
Se si decide di frequentare un Corso Sommelier Napoli, non si può fare a meno di conoscere l’Indicazione Geografica Tipica Campania, che ha ricevuto il suo riconoscimento ufficiale nel 2004 e che include ben 14 tipologie. Il Campania Rosato mette in risalto i sapori dei carciofi fritti e del salame Napoli, che sono delizie regionali. In particolare, tra i carciofi c’è una vasta possibilità di scelta, con il carciofo capuanella e il carciofo di Pietrelcina che non hanno nulla da invidiare al carciofo pignatella o al carciofo di Montoro. Sempre con il Campania Rosato meritano di essere provate le cozze del Golfo di Napoli e le alici di Menaica.

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