I Giovedì della Poesia: “Villa Leda” di Bruno Guidotti

                                                Villa Leda

Una brezza leggera porta il profumo dal mare.

Dalla grande finestra socchiusa, si scorge la luna,

mentre della risacca giunge il tranquillo respiro.

Nella stanza avvolta dal buio, c’è silenzio e gran quiete.

Le tende colore di panna, oscillano appena, emettendo fruscii.

Alle pareti ameni dipinti, ed avi lontani in pose eleganti,

che osservano attenti e severi, in cornici pompose.

Un pendolo antico ha cessato il contare delle ore.

Sull’alto soffitto, tele di ragni, ed un affresco di Leda col cigno,

l’un l’altro abbracciati, in uno preludio d’amore

 Nella grande villa deserta, mi aggiro riandando a percorsi lontani

 con cauti passi, timoroso di ridestare con gli echi, le ombre nascoste.

Dalla soglia un ultimo sguardo e un addio.

Nel giardino, un tempo profumato e fiorito da glicini e rose,

alberi spogli e foglie marcite ammucchiate dal vento,

mentre statue cieche fissano il nulla

Il cancello che la ruggine ha morso, in fondo alla siepe mi attende,

chiedendo di riessere chiuso, per tornare a custodire  l’oblio.

Il disegno di copertina è di Bruno Guidotti

8 thoughts on “I Giovedì della Poesia: “Villa Leda” di Bruno Guidotti

  1. Testo struggente di memoria antica,
    di ricordi intrisi di rimpianto per un tempo lontano che ormai ha compiuto il proprio corso.
    Versi malinconici che penetrano dentro, coinvolgono commuovono in una descrizione accurata di stagioni lontane che ritornano alla mente. Tutto è lontano la casa al mare da dove attraverso gli scuri socchiusi prnetra la luce e il vento che trasporta cristalli di sale.
    Resta vivo però nell’autore quel tempo lontano
    retaggio antico radicato come retaggio e radici d’amore. Testo molto apprezzato!

  2. Villa leda caduta nell’oblio del tempo dove solo fruscii di tende antiche le danno vita …illuminata dai raggi della luna assume aria di mistero leda figura mitologica regina di Sparta regna in quelle polverose stanze…bellissime descrizioni versi intensi e ben stilati…sempre valente il poeta che ammiro

  3. Non sono di certo lì presente, eppure mi sembra di esserci. Mi sembra di vivere quel momento anch’io insieme a lui. Bravissimo!

  4. La descrizione dettagliata dell’ambiente circostante e di tutti gli elementi che arredano l’interno di “Villa Leda “serve per destare nell’animo del poeta malinconici ricordi del passato che diventa vivente! Ma queste emozioni durano poco perché il cancello, corroso dalla ruggine, lo invita a chiuderlo per ritornare a “custodire l’oblio”. Davvero una bella poesia.

  5. Bellissima Questa Poesia , Seppure Molto Malinconica . Si , è Vero ! La Narrazione è Talmente Ben Fatta Che , Sembra Proprio di Trovarci Anche Noi Lettori Nella Desolata Villa Leda , Per l” Appunto ! in Assoluto il Verso Che Più Mi Ha Colpito è , Verso La Fine della Poesia , e Recita : ; il Cancello Che La Ruggine Ha Morso ” . . . Che Bella Espressione , Originalissima , e , Davvero Molto Pertinente . Bravo il Nostro Poeta BRUNO . Saluti.

  6. Il poeta ci accompagna nella visita ad una strabiliante villa nobiliare e noi lettori ci lasciamo estasiare dalla bellezza di villa Ada. Ma il nostro sguardo critico si sofferma su un pendolo fermo ad un’ora imprecisata e dell’affresco di Leda corroso dalle tele dei ragni e la nostra visita si trasforma in un viaggio nelle ombre del passato. Ci inoltriamo guardinghi, quasi timorosi di risvegliare gli antichi abitanti. Ma ancora in modo ineffabile il poeta ci trascina dal sogno alla realtà e il cancello arrugginito in fondo al viale si chiude e resterà custode geloso dei segreti e ne manterrà l’oblio.

  7. E veramente bravo il nostro poeta Bruno guidotti, ogni poesia una nuova storia descritta sempre con dovizia di particolari. Il Guidotti descrivendo così bene la trama delle poesie che al lettore sembra quasi che si trovasse a vivere la storia in prima persona. Un poeta veramente completo che passa dalle poesie moderne alle poesie antiche e questo dimostra tutta l abilità e la maestria del guidotti bruno

  8. La trama ossimorica è evidente, non tanto nella sintassi quanto nei contenuti…e se all’inizio dunque l’atmosfera è leggera e rilassata, sul finir della composizione assume quel carattere malinconico che da una parte contrasta con L‘l’incipit, ma dall’altra lo accoglie a braccia aperte, dimostrando di essere la sua naturale prosecuzione. Il testo si mostra così equilibrato, e cadenza nel modo giusto i battiti delle nostre emozioni, andando a scavare nei reconditi più profondi del nostro cuore, portando in superficie ricordi e dolci memorie per poi colpire duro con il bastone della realtà, la quale se da una parte ci rimembra il cinismo del passare del tempo, dall’altra ci evidenzia quanto la nostra persona sia capace di custodire segretamente la cosa più preziosa del mondo: i ricordi

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