“Fuga dall’Assassino dei sogni”, romanzo di A. Cosco e C. Musumeci

Fuga dall’Assassino dei sogni
di
Alfredo Cosco
Carmelo Musumeci
(…) la prigione è una epidemia che, pure colpendo i più deboli, ammicca a tutti gli altri, che sanno provvisoria la loro immunità.
L’ergastolo infine è l’ultima bestemmia della negazione, la peggiore profezia a carico della persona umana: la sua impossibilità di espiare.
La pena dell’ergastolo non è penitenza ma rifiuto.
Leggo chi ha avuto la forza di narrare dal fondo di questa discarica.
E questo è un libro, perché a questo serve: mettere al centro una vita e dare al lettore il posto d’onore davanti.
(Dalla prefazione di Erri de Luca)
Edizioni erranti
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Paolo è un ex poliziotto. Mirko è un detenuto, da molti anni in carcere. I due si conobbero durante una retata, quando Mirko inaspettatamente salvò la vita di Paolo, ancora poliziotto, circostanza, questa, che favorirà la nascita di una singolare amicizia.
In seguito Paolo tenterà di aiutare Mirko ad evadere dal carcere e da qui inizierà un percorso che porterà all’emersione di una pagine cupa della storia italiana, la stagione delle carceri speciali, nei primi anni ’90, nelle isole di Pianosa e dell’Asinara.
Su questo sfondo, si intravede, nelle intime fibre del libro, un’altra storia. Pianosa e l’Asinara diventano metafora di violenze e menzogne più ampie e più profonde, mentre Mirko e Paolo giocano la loro partita in una battaglia interiore che diventa tensione morale verso la verità e la libertà.
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