L’angolo della poesia: “Canto pagano” di Giovanna Mulas

Cari amici, oggi ospitiamo in questa rubrica un’opera della poetessa, scrittrice e giornalista sarda Giovanna Mulas.
Canto pagano, di cui riportiamo anche la traduzione in inglese a cura di Alessio Zanelli, è una poesia d’amore, elegantemente erotica. Un canto che sa di mare, profumi e calore: adattissimo, dunque, per festeggiare con un po’ di anticipo il Ferragosto.
Dalla prossima settimana riprenderemo a pubblicare i versi inviati da voi lettori: approfittate dell’aria di relax che da settimane respiriamo per dare sfogo alla vostra vena artistica! Mandateci le vostre opere a ilmiogiornale@infinito.it, in un file rtf, doc o pdf, contenente anche una vostra breve biografia ed eventualmente accompagnato da una vostra foto.
Canto pagano
Del nettare (il muschio)
quel Bacco profumo
ha le labbra, bellezza
e gli alzàti miei cori,
lascivi,
sensuali, giulivi.
Come l’alga, odoroso,
glauco ora emergi, e riaffondi
(son labirinti, quei prodi)
e ora si, distogli i capelli
che la pelle ti chiede.
Ora si, ora
mio tu rispondi,
ora, si, ora
docile sei.
Heathen Chant
Of nectar (the moss)
that bacchanal perfume’s
lips are made, beauty
and the raised choruses of mine,
lewd,
sensual, blithe.
Like algae, odorous,
glaucous you emerge, dive again
(labyrinths are those brave ones)
and now aye you part the hair
the skin demands.
Now aye now
mine you respond,
now aye now
docile you are.
Poesia e foto sono tratti dal sito personale dell’autrice: www.giovannamulas.it