Quando gli eroi non possono parlare: “Bastardi e senza gloria”, il libro di A. Salieri e D, Babbini

È uscito a maggio, per i tipi di Edizioni Clandestine, Bastardi e senza gloria, un agghiacciante quanto autentico libro scritto a quattro mani da Andrea Salieri e Daniele Babbini per renderci consapevoli di quella parte del lavoro all’estero dei nostri soldati che spesso viene taciuta. Un’indagine che racchiude testimonianze, trascritte anonime per motivi di sicurezza, di persone che, negli ultimi vent’anni, hanno presenziato con vari incarichi in quei luoghi laddove si sono consumate le maggiori tragedie del nostro tempo: Cambogia, Somalia, Afghanistan, Bosnia, Palestina, Kosovo, Iraq…

La difficoltà di raggiungere obiettivi nobili agendo nell’ombra, quando le regole diventano relative, è stata drammatizzata dallo splendido film quasi omonimo di Quentin Tarantino, premiato con un Oscar e diverse nomination. Il libro di Salieri e Babbini racconta invece la realtà.

Sotto i nostri occhi passano Diego, sergente dell’esercito uruguayano, mandato in Cambogia a supporto della missione internazionale Untac con la quale si intendeva tutelare il regolare svolgimento delle votazioni. Baba, un somalo laureato in legge, costretto a fare il venditore ambulante per mandare denaro alla sua famiglia. Stefano, un carabiniere coinvolto con altri connazionali italiani in diverse operazioni di polizia militare. Luca, un militare inviato a Ebron nel 1997 su richiesta delle autorità palestinesi per una missione di monitoraggio da compiersi sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Tutti protagonisti, questi, di episodi indicibili, ma anche involontari spettatori di quella storia che difficilmente verrà tramandata ai posteri, sopravvissuti alle circostanze o deceduti negli anni successivi. Eroi che nessuno ha riconosciuto come tali, forse perché tornati in patria senza troppe cicatrici o crudeltà inferte o patite, a cui non rimane altro che raccontare le proprie esperienze, gli incontri, il senso di angoscia e desolazione provato in posti dove difficilmente si è ben accetti e dove il senso della giustizia è bene mantenerlo celato dentro di sé per non dare adito ad altri incidenti internazionali.
Perché, come affermano gli autori, «se è vero che i bastardi proliferano ovunque, in egual misura ci sono esseri degni a cui, seppur meritata sul campo, non è concessa alcuna gloria.»

Andrea Salieri (1962), si muove da anni nel mondo della scrittura in tutte le sue forme, dalla poesia ai testi per canzoni, dalle sceneggiature al romanzo e ai racconti.
Tra le sue pubblicazioni: Acido Lattico (1988, Premio Camaiore Opera Prima), Demoni del Cuore (1991), Underground (1998), Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1998), Kay è stata qui (2000), L’amore che accade (2001), L’urlo (2001, Premio Lizza d’Oro), L’omicidio Berlusconi (2003), La percezione della follia (2005), Barbarie (2007) e L’amore che strappa la carne (2011).

Daniele Babbini (1976), musicista, poeta, scrittore, nel 2007, con una delle sue canzoni dal titolo Libero Barabba ha dato il nome a una campagna internazionale di sensibilizzazione contro la pena di morte, sostenuta da Edizioni Clandestine con la pubblicazione del titolo Dead Man Walking di Gene. W. Hathorn. Nel 2009 esce il suo primo album Sono Cose Che Succedono e ottiene il Disco d’Oro per il singolo Meglio Solo. Il 12 settembre 2009 Daniele viene nominato Ambasciatore dei Diritti Umani.

 

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