“Aula39”, un’Associazione in cerca di adozione

Riceviamo e pubblichiamo:
Un caro saluto a tutti. Mi chiamo Gaetano Marino, sono un attore e regista teatrale, da alcuni anni coordino la sezione artistica dell’associazione culturale Aula39. L’organismo conduce, d’intesa con il Dipartimento di Filologia dell’Università di Cagliari e con il coordinamento scientifico della professoressa Patrizia Mureddu, un progetto di ricerca didattica finalizzato alla produzione e alla promozione teatrale di testi appartenenti alla letteratura classica Greca. Come tutti saprete purtroppo la cultura da parecchio tempo viene considerata non adatta né tanto meno necessaria e utile alla soluzione di una congiuntura economica che da alcuni anni sta devastando la nostra società. Tralascio ogni considerazione nel merito per ovvi motivi.
Mi rivolgo però a tutti coloro che ritengano che la nostra Associazione meriti un aiuto degno, al fine di poter proseguire l’attività culturale, chiedendo un “contributo”. Qualunque esso fosse di vostro gradimento e possibilità.
A breve segnaleremo le informazioni necessarie per eventuali donazioni.
Resto a vostra disposizione per ogni chiarimento:
Gaetano Marino
email: gaetano@gaetanomarino.net
Anche solo il diffondere e il divulgare il presente appello, con qualsiasi mezzo, può essere un valido contributo…
E soprattutto, grazie!
chi siamo: http://www.youtube.com/watch?v=hi3KJEMJ2eQ
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Alla cortese attenzione dell’Amministrazione Comunale di Cagliari
e.p.c.
Associazione Carpe Diem.
Amici tutti
Gentilissimi, Carpe Diem, appunto.
In merito alla rinuncia del beneficio dell’affidamento economico da parte della vostra Amministrazione Comunale a favore dell’organismo culturale e professionale denominato Carpe Diem, saremmo lieti di poter noi sostituire i beneficiari di tale finanziamento.
Noi dell’Associazione Aula39, riteniamo d’essere proprio a buon diritto, per usare le stesse parole dei rinunciatari, “ragazzi di talento la cui famiglia ha pochi mezzi e pensino di essere meritevoli di un sostegno per una seria attività amatoriale che non abbia pretese di finto professionismo, qualora ve ne fosse abbisogna”.
Noi dell’Aula39 operiamo da anni con il pieno sostegno del “botteghino”: l’animazione nelle scuole? pagano gli alunni; gli spettacoli per il pubblico serale? con “Teatro a corte” paga lo spettatore attraverso un’offerta libera “a cappello”, proprio come agli inizi dell’arte teatrale.
Siamo francamente stupefatti e sconcertati da tale atteggiamento a dir poco di sospettoso petulante snobismo oltre che di capricciosa arroganza ad opera della Carpe Diem.
Soprattutto in quest’epoca di digiuni di massa. Cessano le attività imprenditoriali di spettacolo? Ve ne sono migliaia di altro genere che chiudono bottega, e quelle, cari “colleghi” di Carpe Diem, hanno davvero la disperazione sul collo. Artaud docet: “Il mondo più che bisogno di cultura ha prima di tutto fame…”!
Forse che non sia giunto il momento di smettere certi panni e abbigliarsi d’umiltà, signori “colleghi”?
Beh, una cosa è certa: in tutta questa barbarica crisi di tagli ai contributi per la cultura e le conseguenti fuoriuscite di compagnie e affini, non è concesso più fare i pianti al muro o i furetti della scena, autoincensandosi quali portatori della crucis in fabula: ora se si è bravi e capaci si incassa e si mangia e si va avanti, senza pretese e con quel tanto che basta per crederci ancora. Umiltà, ci vuole umiltà ogni tanto. Cambierà, ne siamo sicuri!
Noi dell’Aula39 non abbiamo ricevuto un centesimo, eppure non abbiamo fatto dichiarazioni e proteste, così dev’essere e così sarà. Andiamo avanti comunque perché comprendiamo il momento di difficile confusione e siamo sicuri che si chiarirà in modo civile e senza proclami che a volte, ahimè, sanno più di “fuochi d’artificio” con il botto, che di veri incendi distruttori e ammonitori. Magari la Carpe Diem sosterrà che non aveva alcuna intenzione di sollevare polvere, non lo credo di fronte ad un documento dal linguaggio acuto e polemico come quello appena pubblicato ai quattro venti. Mah.
Ed ecco però per il nostro Organismo l’occasione per ottenere quanto altri hanno rifiutato, con umiltà, appunto. Se dunque l’amministrazione comunale di Cagliari volesse prendere in esame la nostra proposta ne saremmo assai felici. Senza volercene male, cari colleghi della Carpe Diem (?), nulla di personale. Ma a noi quelle poche migliaia di Euro farebbero almeno quadrare i conti per le spese di servizio. Sicuri di poter contare in una fattiva collaborazione porgiamo i nostri più cordiali saluti. Associazione Aula39, Gaetano Marino
Per ovvie ragioni di correttezza pubblico qui di seguito il documento della Carpe Diem:
A
Massimo Zedda
Sindaco del Comune di Cagliari
Dott.ssa Enrica Puggioni
Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari
Dott.ssa Francesca Ghirra
Commissione cultura del Comune di Cagliari
Di seguito il testo della comunicazione che trasmetteremo formalmente al Comune e che intendiamo divulgare come “ lettera aperta” per condividere pubblicamente la nostra opinione e posizione nella speranza di contribuire ad un dibattito e stimolare altri interventi.
Egregio Signor Sindaco, gentili Assessore e responsabile della Commissione cultura è nostra intenzione non accettare il contributo concesso alla Coop. Progetti Carpe Diem in quanto, al di la della consistenza finanziaria, riteniamo sia il frutto di una vecchia e negativa logica di finanziamenti a pioggia contraria alla vera volontà di operare delle scelte in direzione di una programmazione culturale.
Ci verrebbe da scrivere istintivamente che, nonostante questi siano tempi in cui abbiamo capito che da “precari” siamo diventati “poveri e basta” non abbiamo bisogno di “elemosine agli artisti bisognosi” . Obolo concesso il cui utilizzo dovrà poi ( in base ad un regolamento non aggiornato) dovrà essere giustificato in un bilancio enormemente più alto) .
Ma, in realtà, non accettiamo il contributo perché pensiamo che quelli indirizzati a noi come a molte associazioni siano soldi SPESI MALE e INUTILMENTE, soldi che, in quella entità, potrebbero essere utilizzati in maniera molto più efficace per altro.
Abbiamo presentato a dicembre scorso una richiesta di contributo per l’attività costante e qualificata a livello nazionale della Casa delle Storie di Cagliari e per un progetto di produzione in residenza che avrebbe coinvolto quattro autrici sarde in altrettante scritture originali per messe in scena in diversi spazi di Cagliari da valorizzare e promuovere attraverso il teatro nella speranza che questa Amministrazione “ scegliesse” in base a una griglia di criteri qualitativi ( esperienze precedenti, curriculum, obiettivi del progetto, artisti coinvolti, capacità organizzativa, obiettivi, piano della comunicazione e della promozione del pubblico). Griglia che in nove mesi non era difficile da definire ( sarebbe bastato“copiare” quelle di molti bandi europei).
Ci illudevamo che l’Amministrazione, con una visione diversa da quella delle Amministrazioni precedenti, potesse scegliere il nostro progetto ma anche mettevamo in conto che potesse escluderlo perché altri progetti avevano maggiore valore o “punteggio” ( sempre sulla base di criteri che ci illudevamo esistessero).
E invece, viste le decisioni formalizzate nella delibera, ci siamo resi conto che non i progetti ( Fascia A B C) sono stati scelti ma i soggetti proponenti e facciamo sinceramente fatica a capire in base a quali criteri ( la storicità? La confidenza? La capacità di relazioni pubbliche? L’agire in luoghi più visibili e frequentati di altri?).
Lo scegliere i soggetti invece che i progetti ci sembra vada in direzione opposta da quanto annunciato più volte da questa amministrazione che non può continuare in campo culturale a sostenere il proprio agire “nuovo” sulla base dell’ età anagrafica dei propri amministratori e sulle buone intenzioni espresse nei documenti programmatici e in oceaniche adunate . L’identità del soggetto proponente ( con un dimostrazione supportata da una esperienza documentata e verificabile) può essere uno sei criteri adottati ma non può essere il solo.
Ci chiediamo, a questo punto, se il Comune non senta il dovere di divulgare almeno la sintesi di tutti i progetti presentati e le valutazioni relative sulla base delle quali sono stati concessi i contributi.
In conclusione ribadiamo la nostra rinuncia al contributo a meno che questo non possa essere investito in una piccola e significativa e sostanziale e utile attività rivolta , ad esempio, ad una scuola o alla promozione della cultura fra le nuove generazioni e quindi svincolato dal progetto e dal bilancio presentato.
Invitiamo, in caso contrario, il Comune a utilizzare la stessa cifra a favore di un’azione efficace ( buoni libro? Sostegno ad un ragazzo di talento la cui famiglia ha pochi mezzi? Sostegno ad una seria attività amatoriale che non abbia pretese di finto professionismo? Altro?)
Invitiamo inoltre gli altri soggetti che hanno ricevuto i contributi a riflettere sullo spreco causato dalla somma di tante piccole risorse sparse inutilmente in decine di rivoli e a comportarsi di conseguenza.
Salutiamo con un senso di profondo disagio augurandoci che prima o poi questa città possa verificare l’esistenza di una effettiva soluzione di continuità rispetto alle precedenti amministrazioni nella pratica della programmazione culturale.
p. Cooperativa Progetti Carpe Diem
Maria Aurora Aru
Franco Marzocchi