“Internet fuori controllo” parola di Williams fondatore di Twitter
Evan Williams, fondatore di importanti social network quali Twitter, Blogger e Medium, ha recentemente dichiarato in un’intervista al New York Times quanto, secondo lui, internet non sia più funzionale bensì completamente fuori controllo. “Internet on funziona più. E scusateci per Donald Trump”. Queste le sue parole riguardo a questo argomento tanto discusso. Il motivo?
Secondo Evan Williams internet “favorisce gli estremi.” «Pensavo che il mondo sarebbe diventato automaticamente migliore se avessimo dato a tutti la possibilità di esprimersi. Mi sbagliavo» aggiunge.
Sicuramente Williams ne sa molto a riguardo proprio perché ha vissuto sulla propria pelle cosa significa dare libertà e potere d’opinione a chiunque senza distinzione fondando, nel lontano 1999, la sua piattaforma “Blogger”: uno dei primi siti in cui chiunque poteva esprimere le sue idee su qualsiasi argomento senza restrizione passando, poi, al più famoso Twitter nel 2006 ed all’ancora abbastanza sconosciuto “Medium” nel 2012.
Dati i suoi trascorsi lavorativi Williams ha formulato una sua teoria secondo la quale internet stia pian piano deteriorando sempre di più verso un vortice di degrado. Tra Facebook usato per trasmettere omicidi; Twitter in preda a orde di troll; la diffusione di «fake news» con modalità e rapidità inedite ormai questo mondo sembra senza più speranze proprio come afferma Evan stesso dicendo: «Un tempo pensavo che, se avessimo dato a tutti la possibilità di esprimersi liberamente e scambiarsi idee e informazioni, il mondo sarebbe diventato automaticamente un posto migliore. Mi sbagliavo».
Il punto, spiega, è che Internet «premia gli estremi. Se vedi un incidente mentre stai guidando, ovviamente lo osservi: e tutti, intorno a te, lo fanno. Internet interpreta un comportamento simile come il fatto che tutti vogliano vedere incidenti: e fa in modo che gli vengano forniti». «Il problema», continua, è che «non tutti siamo persone perbene. Gli umani sono umani. Non è un caso che sulle porte delle nostre case ci siano serrature. E invece, Internet è iniziato senza pensare che avremmo dovuto replicare questo schema, online».
Partendo da questo presupposto il programmatore cita anche la politica : «Trump ha detto che senza Twitter non sarebbe stato presidente? Se così fosse, mi spiace. Davvero». Un seguito, in fondo, di quanto detto all’Università del Nebraska, pochi giorni fa: «La Silicon Valley si percepisce come Prometeo, che ha rubato il fuoco agli dei e lo ha consegnato ai mortali. Quel che tendiamo a dimenticare è che Zeus se la prese così tanto con Prometeo che lo incatenò a una roccia, così che gli uccelli potessero mangiarne le viscere in eterno. Qualcuno potrebbe ora dire che è quello che ci meriteremmo, per aver consegnato a Trump il potere dei tweet».
Secondo Williams il modo migliore per avere un internet più “pulito” è quello di rendere alcune piattaforme a pagamento tramite abbonamenti come ha fatto lui stesso con Medium, il suo portale web senza pubblicità dove gli iscritti devono pagare una somma mensile per poter pubblicare sul sito. In questo modo tramite queste iscrizioni l’inventore di Twitter può pagare un gruppo di operatori che monitori cosa viene pubblicato e cosa va eliminato. L’idea sembrerebbe funzionare sulla carta ma nella pratica l’azienda solo a gennaio è stata costretta a licenziare un terzo dei dipendenti per mancati fondi confermando ulteriormente quanto internet si basi più sulla quantità che sulla qualità.
Nel frattempo tutte le grandi potenze di internet si stanno muovendo per arginare il problema: le modifiche di Google ai suoi algoritmi e la maggiore capacità di segnalare esiti inappropriati di ricerche; l’assunzione, da parte di Facebook, di migliaia di persone che monitorino in tempo reale i contenuti posti online da quasi due miliardi di esseri umani sono solo la punta dell’iceberg di tutto il lavoro che si sta compiendo per rendere questa realtà virtuale migliore.
«Credo che riusciremo a sistemare questa situazione», dice Williams, concludendo i suoi ragionamenti. «Ma il lavoro è appena cominciato. Vent’anni non sono un periodo troppo lungo, per modificare i meccanismi di funzionamento della società».
Fonte: Corriere.it
Lorenzo Toninelli