Visita al centro odontostomatologico dell’ospedale mauriziano Umberto I di Torino

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

 

Rinnovato ed ampliato (anche dal punto di vista informatico), questo comparto medico-sanitario-assistenziale è oggi il principale punto di riferimento regionale per il trattamento delle patologie del cavo orale, altamente qualificato per i pazienti disabili non collaboranti e oncologici.

L’assistenza odontoiatrica è sempre stata per il nostro Paese una disciplina quasi “ai margini” nei confronti dei cittadini-pazienti, in quanto il SSN ha sempre garantito la cura nella fase di acuzie ma molto meno (per non dire nulla) per quanto riguarda la fornitura protesica, apparecchi ortodontici in primis. Ma bisogna rilevare che un’attenzione particolare viene data in molti Centri ai pazienti disabili, soprattutto se non collaboranti. Tra questi il Servizio di Odontostomatologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretto dal dottor Franco Goia, nella foto), che da oltre un ventennio è a pieno regime per garantire prevenzione e cura (protesisazzione inclusa) delle patologie del cavo orale, dove ho trascorso alcune ore con il dottor Simone Buttiglieri, dirigente responsabile del Servizio Odontostomatologico Disabili.

La prima visita è dedicata ad una giovane paziente affetta da tetraparesi spastica, accompagnata dai genitori. «È una visita di controllo dopo aver subito in precedenza alcune estrazioni – spiega loro il clinico ai familiari –; il decorso è soddisfacente, ma è indispensabile mantenere il più possibile l’igiene, e ritornare fra sei mesi per un ulteriore controllo, ed eventualmente per ipotizzare una protesizzazione». Il secondo paziente, accompagnato da una operatrice della Comunità dove è ospite,  è un uomo di 66 anni affetto da ritardo mentale e quasi totalmente edentulo; appare sereno e si lascia visitare ma non facilmente “gestibile” a causa della sua spasticità; tuttavia, è opportuno ripetere periodicamente visite di controllo, anche se non sarà possibile fornirgli una protesi in quanto non è in grado di sopportarla…

Accompagnata dal fratello e da una operatrice sociale, entra in ambulatorio una donna di 57 anni, affetta da deficit mentale ed epilessia gravi. Completamente edentula a causa di una odontopatia (malattia cronica di tipo infiammatorio), necessita di eventuali protesi totali. Si lascia visitare seppur a tratti è “insofferente”, diffidente verso chi le sta attorno, ma il modo empatico e convincente del dottor Buttiglieri, contribuisce a portare a termine la visita che prevede una programma terapeutico per una possibile fornitura di protesi di ambedue le arcate, per la quale è richiesto il parere del protesista che suggerisce il tipo di protesi più idonea e relativo preventivo in parziale compartecipazione alla spesa. Oltre al monitoraggio e al trattamento dei pazienti disabili, un altro Servizio è preposto anche alla “severa” riduzione delle complicanze infettive del cavo orale dei pazienti oncologici, nei periodi in cui un’infezione secondaria può peggiorare o determinare il prosieguo della cura; quindi il ripristino della funzionalità masticatoria, estetica e fonatoria soprattutto in pazienti maggiormente compromessi dalla patologia oncologica.

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Intervista al dottor Simone Buttiglieri

Dottor Buttiglieri, come si svolge l’attività oraganizzativo-gestionale per il trattamento odontostomatologico dei pazienti disabili?

“Vi sono pazienti che afferiscono a questo Reparto in maniera non programmata, quindi per motivi di urgenza, e vi possono accedere attraverso il Servizio di Accettazione per accesso diretto (senza prenotazione). Se non vi è urgenza l’accesso è programmato, solitamente su prenotazione telefonica per una prima visita attraverso la quale vengono valutati la necessità terapeutica e il grado di “collaborazione” del paziente. Se il paziente rientra tra quelli parzialmente collaboranti o non collaboranti viene preso in cura a seconda della necessità”

Da quali tipi di handicap generalmente sono colpiti i pazienti da voi trattati?

“Pazienti con disabilità dal punto di vista intellettivo, sindrome di down, tetraparesi spastica, epilessia ed altre forme”

Quali le procedure di accesso e di trattamento?

“ Inizialmente si procede all’inquadramento anamnestico del paziente e la relativa visita. Per i pazienti scarsamente collaboranti ci avvaliamo della collaborazione dell’accompagnatore (solitamente uno o più famigliari) che è in grado di infondere tranquillità al paziente, e a suggerirci la più “opportuna” metodologia per l’approccio. Il dialogo tra il medico e l’accompagnatore è fondamentale, anche perché sostituisce il “normale” dialogo che solitamente avviene tra medico e paziente”

Qual è l’età media di questi pazienti?

“Generalmente sono tutti maggiorenni e di qualunque età. I pazienti molto piccoli vengono inviati all’ospedale infantile Regina Margherita”

Quali sono le maggiori difficoltà durante la visita?

“Il problema maggiore è dato dal fatto che il paziente non è in grado di riferire la tipologia e l’intensità del dolore e, in questi casi, nemmeno  l’accompagnatore è utile in quanto non si può sostituire al paziente; quindi il più delle volte ci si basa su dati clinici oggettivi”

E dopo la visita?

“Se il paziente non è collaborante e se necessita una terapia congrua con il rischio anestesiologico, viene inviato in sala operatoria previa programmazione preceduta da una visita pre-ricovero, solitamente in mattinata e senza dover ritornare; quindi operato e, se non insorgono complicazioni, dimesso nel tardo pomeriggio. Va inoltre detto che in un’unica seduta di sala operatoria viene attuata la terapia conservativa per i pazienti non collaboranti, mentre per quelli parzialmente collaboranti tale terapia la si esegue alla poltrona, solitamente in più sedute senza doverli sottoporre ad anestesia totale”

E per quanto riguarda la fornitura protesica?

“I pazienti parzialmente collaboranti che necessitano di una riabilitazione protesica o di una terapia ortodontica vengono inviati nei nostri Servizi preposti. Tale fornitura necessita però di una compartecipazione economica (a tariffa ridotta) in quanto questo tipo di prestazione non rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza”

Come viene attivata la prevenzione in questi pazienti?

“Vediamo tutti i pazienti in cura due volte l’anno con visite programmate ogni sei mesi, sia per i pazienti collaboranti che non. Abbiamo riscontrato che nei pazienti che vengono più volte migliora la loro “performance” di collaborazione, ossia si crea un buon rapporto empatico con i sanitari”

In cosa consiste l’assistenza odontoiatrica ai pazienti oncologici?

“Il nostro Reparto prevede anche una consulenza per il trattamento di pazienti con problemi odontoiatrici ma che hanno in corso una patologia oncologica, attuando un programma di prevenzione specie se sono sottoposti a chemioterapia ad alte dosi, radioterapia del capo-collo, e se stanno assumendo farmaci bifosfonati in quanto questi ultimi possono creare complicanze nel cavo orale. Anche per questi pazienti si eseguono prestazioni protesiche, soprattutto a livello mascellare e mandibolare”

 

 

2 thoughts on “Visita al centro odontostomatologico dell’ospedale mauriziano Umberto I di Torino

  1. Che dire tanto di cappello al dott Buttiglieri ed Appendino dopo la visita a mio figlio di 11 anni i primi di gennaio, è stato operato stamattina 23 marzo, ottimo lavoro infiniti ringraziamenti. Uno staff infermieristico super qualificato ed eccellente . Pulito e disinfettato la camera ben due volte in una mattinata. Grazie

  2. Gentile Sig.ra Marannano,
    è certamente di conforto ricevere attestazioni come la Sua, a conferma della professionalità di medici particolarmente dediti alla cura di pazienti disabili, ancorché non collaboranti. .. A maggior ragione in questo periodo di pandemia in cui
    sacrifici e rischi professionali sono quasi all’ordine del giorno…
    Inoltro il mio breve commento e le Sue attestazioni ai diretti interessati.
    Cordialmente, Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

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