Un Libero Commento “NON TRASGRESSIVO” sulla Lettura della Costituzione

Leggere fra le righe anche la Costituzione, per quanto nobile, potrebbe indurre ad una più obiettiva interpretazione che ne evidenzia la non trasmissibilità pratica.

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

È risaputo che le ricorrenze, specie se di carattere istituzionale, vanno onorate con l’enfasi che meritano, e di queste se ne può tracciare un non breve elenco. Quella recente (74a) del 25 Aprile relativa  all’Anniversario della Liberazione, oltre che ad essere inserita negli annali della Storia vorrebbe essere un richiamo costante alla memoria per ricordare chi ha combattuto e perso la vita per la nostra Patria e quindi per la nostra libertà ed altri importanti valori, ma con un monito: il non ripetersi dei soprusi (mi si perdoni l’eufemismo) e soprattutto perorando il rispetto e il mantenimento delle libertà, peraltro garantite proprio dalla Costituzione. Ma purtroppo, se vogliamo essere obiettivi e non ipocriti, bisogna fare i conti con la realtà perché di fatto non siamo del tutto garantiti dalla Carta che continua ad essere, almeno in parte, un elenco di diritti (oltre ai doveri) quotidianamente non tramutati nella pratica. Ecco, a mio avviso, l’elenco di alcune “inefficienze” costituzionali e delle relative Leggi inapplicate tutto o in parte. Il lavoro: permangono disoccupati e precari, comprese le cosiddette categorie protette (disabili), ivi incluse le disuguaglianze salariali e dei percorsi di carriera penalizzando le levoratrici. La Salute: il SSN continua ad essere (in parte) sempre più deficitario, favorendo di conseguenza l’escalation della Sanità privata. La Giustizia: il costante incremento della criminalità, il sovraffollamento delle carceri e la non certezza della pena mettono sempre più a repentaglio la incolumità dei cittadini. L’Istruzione: divergenze all’interno del sistema per la scarsa chiarezza tra le parti (Istituzione e fruitori) rendono sempre più ostico il sereno prosieguo dei percorsi didattici, tanto da aver esteso la definizione dell’istruzione al Merito. La Solidarietà: tale concetto è simbolo di convivenza civile afferente ai diritti inviolabili dell’uomo ma quando, ad esempio, un cittadino si vede violare il proprio domicilio senza riuscire a tornare in possesso della sua abitazione, mi sembra che tali diritti non sussitono. L’Uguaglianza: tale concetto è richiamato dall’art. 3 ma in molte circostanze non si è tutti uguali a cominciare dalle diverse differenze tra nord e sud aggravate dal federalismo. La Laicità: l’articolo 8 ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge, ma purtroppo a volte bisogna fare i conti, ad esempio, con l’imponenza di extracomunitari ed altri stranieri che pretendono (tanto per fare un semplice esempio) la rimozione del Crocifisso dalle nostre aule scolastiche. La Cultura: questo aspetto non meno importante è garantito dall’articolo 9, ma non è concepile che un Governo assegni un ruolo istituzionale come il Sottosegretariato alla Cultura a soggetti che pubblicamente si sono espressi con volgarità e al di là di ogni principio etico-morale. Lo Straniero: il problema interminabile della immigrazione ha pure carattere umanitario, ma nello stesso tempo essendo la gestione sempre più incontenibile (oltre che dispendiosa) sta creando notevolissimi e gravi problemi alla collettività. La Guerra e la Pace: due concetti ovviamente in antitesi tra loro, ma mi sembra poco razionale addentrarsi nel concetto di internazionalità quando non si è in grado di far rispettare tutto ciò che rientra all’interno della nostra nazionalità. L’Europa: essere europeisti è un grande esempio di civiltà, di avvicinamento tra i popoli e necessari scambi di cultura come anche di collaborazione, ma le difficoltà di dialogo tra le parti (dei politici rappresentanti) spesso non favorisce in alcuni casi una buona intesa nell’intraprende provvedimenti di comune interesse. La Libertà di Pensiero: questo notevole progresso è garantito dall’art. 21 che, tra l’altro, precisa: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura”; ma stando così le cose non si capisce perché una testata giornalistica deve essere autorizzata per divulgarne il contenuto, mentre sarebbero invece da perseguire le informazioni “seriamente” inappropriate e di discutibile moralità come le molte incontrollate fake news. La Democrazia e i Partiti: posto che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, ciò che sconcerta è l’eccessiva libertà in tal senso perché, di questo passo, ci saranno più partiti che sostenitori…

Fatte queste osservazioni non mi sembra il caso di andare oltre, in quanto sono più che sufficienti per rilevare le non poche incongruenze e relativi paradossi sia della Costituzione stessa che del buon intendere, perché se è vero che in qualunque contesto “la Legge non ammette ignoranza”, non si capisce perché è ammessa una “legge ignorante” (opinabile). Ai lettori la risposta. In ogni caso vorrei concludere sentenziando: se tutti i cittadini avessero tempo e voglia di analizzare la Costituzione e studiare alcune leggi, probabilmente non si avrebbe il tempo di trasgredire ne l’una e ne le altre. Ho sempre avuto una copia della Costituzione nella mia libreria, e con il passare del tempo ho cercato di interpretarla per capirne il significato, constatando (divenendo adulto) che quei valori in essa contenuti in più occasioni non sempre rispondevano alla concretezza. Ecco che allora mi sono chiesto quale valore avesse un così prezioso Documento (dovunque invidiato) privo della sua efficacia, seppure solo in alcune sue parti. Potrei accennare a qualche risposta ma rischieri di sconfinare in un eccessivo ed “incontrollato” anticonformismo, che rispecchia il mio costante essere e che tuttavia non mi esime dal rammentare alcuni eloquenti aforismi: la “Legge è uguale per tutti, ma salvo alcune eccezioni di legge”; la “Legge è disuguale per molti”, la “Legge è uguale per chi se  lo può permettere”; quest’ultima affermazione trova riscontro in quelle migliaia di persone detenute che per mancanza di mezzi non sono in grado di dimostrare la propria innocenza… nonostante la tanto decanta Costituzione e con essa la conquista di determinate libertà!

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