Sciopero dei giornalisti: “dai Beppe, non sparare sul mucchio!”

Rispondo a ciò che ha scritto Beppe Grillo sul suo blog: www.beppegrillo.it riguardo lo sciopero dei giornalisti.
E’ vero, Beppe, spesso la stampa italiana ha la museruola, ed è oggettivamente imbavagliata. Basta pensare che l’Italia è al 73° posto come libertà di stampa, avanti alla Turchia e alla Birmania, il che è tutto un dire. Ma chi ti scrive dirige un piccolo giornale, che non prende soldi da nessuno e si autofinanzia, vive del lavoro di donne che scendono in prima linea nella cronaca di tutti i giorni. Come possono. E il 9 luglio abbiamo scioperato. Noi che non ci tutela nessuno. Noi che ci autogestiamo. Noi che crediamo nel nostro lavoro, nel dovere- diritto di informare i cittadini che hanno il diritto- dovere di essere informati. Non buttarci tutti nel calderone della “schifezza”!. Tiraci fuori a noi, e a quelli che come noi non scendono a patti con i collusi con la mafia e con la mafia non sono mai stati in combutta, a noi che proviamo a raccontare i fatti per come sono. Il nostro giornale fa parte della rete, è un giornale online, ma prima era un cartaceo e per pubblicare un articolo ha sempre, semplicemente, discusso in redazione e basta! Senza dover chiedere il permesso a nessuno. E’ vero, noi siamo piccoli e quindi il nostro peso, nell’opinione pubblica, è davvero leggero, forse non scaviamo abbastanza nel marciume che ci circonda, si potrebbe fare di più e meglio, ma lo stesso esistiamo e …scioperiamo, perché questo ddl sulle intercettazioni è ciò che di più liberticida in questo Stato di polizia si possa immaginare! E sull’ordine dei giornalisti sono pienamente d’accordo con te: si potrebbe eliminare. Come si potrebbero eliminare, in questo nostro Paese, tantissime altre cose: il malcostume imperante, il nepotismo, l’ingiustizia sociale, la malasanità, la malaistruzione, la malacultura, gli intrallazzi in tutti i campi, compresi quelli artistici: musicali e via dicendo (la mafia impera anche lì) gli inciuci ad alti e bassi livelli ecc. ecc.
Siamo tutti giornalisti. E tutti possiamo fare informazione. Certo!!! E allora scioperiamo, incavoliamoci, scendiamo in piazza, perché questo sistema cambi, questo governo salti, il divario tra le classi sociali si assottigli sempre più e non diventi, invece, sempre più ampio come sta succedendo adesso.
Sparare nel mucchio non ha mai aiutato nessuno, Beppe. Anzi! Può essere deleterio e spegnere, come nel nostro caso, quella fiammella necessaria a far brillare le rivolte, all’interno di un Paese che vive un secondo regime e lo fa guardando le partite di calcio, obnubilato, come fosse in un sacchetto di plastica imbottito di naftalina. Asfittico. Asfissiante. Asfissiato. Gli aquilani scendono in piazza in 5000, a Roma, per l’occupazione, vengono riempiti di botte, finiscono in ospedale: ma gli italiani seguono i mondiali! Non mi sento una giornalista suicida. E fortunatamente sono ancora viva, a differenza di tanti colleghi che sono morti per portare avanti inchieste difficili, per far uscire verità scomode. Continuerò, per quanto mi riguarda, a “fare la mia rivoluzione” anche per quelli che stanno incollati alla tv. E di tutto il resto non gliene frega niente. Continuerò con le piccole inchieste locali, con la mia “resistenza costituita di parole e piccoli, grandi fatti quotidiani” insieme a chi, come me, crede che la situazione possa cambiare. Davvero.
Francesca Lippi

4 thoughts on “Sciopero dei giornalisti: “dai Beppe, non sparare sul mucchio!”

  1. Grande Francy! Sarebbe ora che Grillo sospendesse i suoi attacchi indiscriminati e facesse un bel corso di autocritica…

  2. Azzeccatissimo argomento! L’Italia deve capire qual’è la vera informazione!Sparare addosso a tutti indistintamente è un orrere enorme! I veri giornalisti in Italia ci sono, chi crede nella vera informazione c’è! Lottiamo per avere informazione e no de-formazione!

  3. Ma Francesca, davvero hai così poca autostima di te da interessarti delle critiche di un Grillo qualsiasi? Sull’ordine dei giornalisti il Grillo ha, però, ragione. Tra i paesi “democratici” solo noi e la Romania abbiamo una legge simile. Ma la sua strombazzata raccolta di firme per pemettere a ogni cittadino di dirigere un giornale che fine ha fatto? Ricordo che, nel corso di una manifestazione, raccolse decine di migliaia di firme. A dire la verità non valevano niente perché le prese fuori dalle regole e non ricordo se fu così onesto da avvertire i tanti firmatari. In ogni caso, dopo tante minacce, più niente. un parolaio. Non sono d’accordo dove dici “questo ddl sulle intercettazioni è ciò che di più liberticida in questo Stato di polizia si possa immaginare”. Anch’io considero una schifez<za 'sto decreto ma, permettimi, mi è facile immaginare interventi ben più liberticidi di questo.
    Certo, a causa del duopolio televisivo, della concentrazione delle testate in poche mani (ma la carta stampata conto molto meno di un tempo) e del fatto che Berlusconi per il raggiungimento dei suoi fini è disposto veramente a tutto, siamo messi male a libertà di stampa, ma queste agenzie internazionali che ci danno al 73° posto insieme alla Birmania, almeno per ora, sono fuori di testa. In Birmania, in cui vige una delle più feroci dittature al mondo, a quest'ora saresti già stata incarcerata se non fatta sparire per quel che scrivi.
    Comunque vedo che, come un tempo, sei bella combattiva. Va bene così. Soprattutto non perdere mai la facoltà di indignarti.

  4. Caro Mario …non smetterò mai di indignarmi, ci mancherebbe! Infatti, che sia più o meno vero il fatto che siamo poco sopra la Birmania, in quanto a libertà di stampa, a questo punto diventa secondario. A me interessano i fatti. La dittatura in Birmania è feroce, concordo, ma qui è più strisciante, meno evidente. Si combatte a suon di veline, velone, imbarbarimento mediatico e manganelli veri, stavolta, nelle piazze, ma questi passano inosservati, perché il tam tam mediatico dei vari Vespa, Fede ecc. è martellante e soporifero.
    Tu sei rimasto la persona che ricordavo:logico, puntuale, attento osservatore. Un vero giocatore di scacchi…

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