Poison è il nuovo romanzo di Andrea Mauri

di Francesca Lippi
Poison è un noto profumo, ma è anche il titolo del romanzo scritto da Andrea Mauri per Extempora Edizioni. Leggerlo è farsi avvolgere da questa essenza fin quasi a subirla, proprio come accade alla protagonista, Beatrice, veggente per hobby e passione. Poison diventa, quindi, il co-protagonista involontario e l’illusorio traino della storia che ci conduce “…in una commedia degli inganni, dove si altera la realtà a vantaggio del malato” proprio come scrive l’autore, che imbastisce l’azione in una clinica, dove Beatrice, ormai anziana e malata, è ricoverata da tempo. Lì, il figlio Antonello va a trovarla, se ne prende cura aiutandola a ricordare, spesso con la cugina Silvia e, insieme a lei, resta stordito dall’intensità di quel profumo conturbante che la madre si cosparge addosso, in prevalenza sui capelli, a dosi massicce. Il racconto si snoda così, attraverso questa fragranza che accarezza il corpo di Beatrice, i suoi scialli colorati e le sue mani spesso impegnate, in modo quasi ossessivo nei tarocchi, percorrendo una strada a ritroso nel tempo, frugando tra ricordi di momenti gioiosi, al mare, sulla sdraio in spiaggia con Antonello bambino, gli spettacoli alla tv, gli amori, la musica del “Lago dei Cigni” e quei momenti dolorosi e deludenti dei quali non facciamo menzione, per ovvi motivi, perché oggi, come si dice, sarebbe spoilerare. Attraverso le carte l’autore mostra il carattere di Beatrice e abbozza quello di Antonello, i suoi segreti e le sue attrazioni nascoste. Ad intrufolarsi in questa storia familiare, a tratti anche rancorosa, ma sempre, comunque, d’amore, arriva un medico neurologo: Gabriele. Ed il gioco comincia, intrigante e lieve. In una vita disattesa, come quella di Antonello, che vive in due stanze piene di libri e sta cercando disperatamente di svelare se stesso agli altri, ma soprattutto a quel “sé” più recondito e mai del tutto compreso, l’effimera essenza del profumo aleggia e restituisce alla storia una leggerezza che non è mai superficiale, ma anzi profonda, come le narrazioni dei bambini, i quali nella loro levità, mostrano il lato più vero delle cose offrendo loro il vero significato. La profondità di questo libro è proprio qui, nella realtà di cose a tratti anche banali, ma mai scontate, come l’amore di un figlio per una madre che veggente o no, ha sempre saputo tutto di lui e a suo modo l’ha amato. Poison è un romanzo introspettivo che regala continui spunti di riflessione e guarda alla malattia di Beatrice e a chi si sforza di aiutarla con amore, consegnando al lettore una relazione primordiale: quella di una madre e di un figlio. Il legame d’amore instaurato, nel caso di Antonello è, a tratti, conflittuale e controverso, ma alla fine, come per tutti noi, indissolubile.