Marittimi della Sardegna in rivolta

Marittimi in rivolta si rivolgono all’Assessore Regionale alla Sanità.
I marittimi della Sardegna si sentono cittadini di serie B. Questo in sintesi
il forte messaggio di una nota datata 29 aprile 2015 indirizzata agli organi
competenti del Ministero della Sanità con la quale hanno chiesto un urgente
intervento per risolvere una situazione di disagio che si protrae da
anni e che ormai è diventata insostenibile.
I marittimi della Sardegna lamentano, infatti, l’impossibilità di usufruire
del servizio sanitario. Ciò si verifca in quanto hanno diritto solo ad usufruire
solo della cosiddetta “ex Cassa Marittima” cioè di un servizio sanitario di fatto
inesistente perché alcune strutture, anche se convenzionate con la
ASL, non accettano le impegnative della S.A.S.N.. Come se non bastasse
secondo quanto lamentato dai lavoratori, alcune farmacie rifutano di
consegnare i farmaci se prescritti con le impegnative della ex cassa marittima.
In conclusione per curarsi devono pagare integralmente il servizio.
Ulteriore disagio si verifca in occasione di assenze per malattia o per
infortunio, le cui indennità vengono pagate anche con ritardi di oltre 6 mesi.
Poichè non è pervenuta alcuna risposta da parte del Ministero, durante la
conferenza stampa tenuta ieri alla presenza del Segretario Nazionale Pasquale
Mennella, è stato dato l’annuncio che la protesta ribalterà sul tavolo
dell’Assessore Regionale alla sanità, sperando che voglia farsi carico di ridare
dignità costituzionale ai marittimi sardi.
Ufficio Stampa UGL MARE
Lettera dei marittimi con richiesta di intervento al Ministero [file .pdf]