“Le grandi Accademie, i maestri e gli allievi” rassegna di concerti a Vorno (Lucca)

Trio Concept
L’evento è presentato dall’Associazione Culturale Dello Scompiglio e curato da Antonio Caggiano. Il Trio Concept: Edoardo Grieco, Francesco Massimino, Lorenzo Nguyenarà darà il via alla rassegna il 29 marzo alle 19:30 con il concerto “Ai limiti della notte: frammenti di luce e ombra”
Sabato 29 marzo prende il via Le grandi Accademie, i maestri e gli allievi: quattro concerti, in programma fino a giugno nella Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Lucca), per celebrare l’eccezionale legame che da sempre unisce la tradizione musicale e il talento emergente. Ogni concerto della stagione vede l’alternarsi di maestri affermati e dei loro promettenti allievi, tutti provenienti dalle più prestigiose Accademie musicali europee.
La rassegna, curata da Antonio Caggiano, direttore artistico per le attività musicali Dello Scompiglio, propone esibizioni in cui dialogano passato e presente, la maestria consolidata e l’energia dei giovani interpreti.
“Le grandi Accademie, i maestri e gli allievi – precisa Caggiano – offre una panoramica straordinaria delle nuove generazioni di musicisti che, sotto la guida di grandi maestri, stanno contribuendo a scrivere la storia della musica del nostro tempo. Un’opportunità unica per apprezzare il talento, la passione e l’innovazione che animano le aule delle accademie musicali più prestigiose d’Europa.
Ai limiti della notte: frammenti di luce e ombra è l’appuntamento che apre il ciclo di concerti, sabato 29 marzo, alle ore 19.30. Sul palco i giovani musicisti del Trio Concept (Edoardo Grieco, violino; Francesco Massimino, violoncello; Lorenzo Nguyen, pianoforte), un gruppo di tre straordinari talenti, attualmente studenti dell’Hochschule di Basilea. Il programma – che include composizioni di autori quali Lili Boulanger, Kaija Saariaho, Maurice Ravel, Salvatore Sciarrino e Wolfgang Rihm – esplora un territorio in cui il suono sembra dissolversi ai confini della percezione. Ogni brano racconta una storia di lontananza, trasformazione e mistero, regalando al pubblico un’esperienza sospesa tra il tangibile e l’intangibile.
Programma:
Kaija Saariaho, Notturno, per violino solo
Lili Boulanger, D’un soir triste
Wolfgang Rihm, Fremde Szenen III
Salvatore Sciarrino, Ai limiti della notte, per violoncello solo
Maurice Ravel, Trio in la minore
Il Notturno per violino solo di Kaija Saariaho apre il programma come una voce che emerge dal silenzio. La scrittura della compositrice finlandese lavora sulla fragilità del suono, riducendolo ai suoi elementi essenziali fino a renderlo quasi impalpabile. È una notte fatta di ombre e di suoni sussurrati, di risonanze lontane che sembrano interrogarsi sul loro stesso esistere.
D’un soir triste è l’ultimo pezzo che Lili Boulanger – sorella della celebre docente di composizione Nadia – ha scritto prima di morire a soli 24 anni, consumata dalla malattia. Nel brano, il suono si carica di dolore e di un senso di inesorabilità, come in un addio. L’armonia è densa, soffocante e ogni accordo pesa come un ricordo che non si vuole lasciare andare.
Fremde Szene III, di Wolfgang Rihm, porta il pubblico in una notte che non è più solo un tempo, ma uno stato della mente. La musica si muove in frammenti, gesti che si interrompono, tensioni che non si risolvono mai. In Saariaho il suono si dissolve, in Boulanger si carica di peso emotivo; in Rihm è sempre sul punto di disgregarsi e di sfuggire.
Ai limiti della notte è un brano per violoncello solo in cui Salvatore Sciarrino esplora i limiti estremi del suono, riducendolo all’osso. Armonici sottilissimi e silenzi infiniti caratterizzano questo lavoro in cui il confine tra suono e respiro si assottiglia fino quasi a sparire.
Il programma si chiude con il Trio in la minore di Maurice Ravel. Dopo aver raggiunto l’estremo del buio, qui il suono trova una forma più definita e barlumi di luce appaiono di nuovo, come nel cielo prima dell’alba, ancora alternati a zone d’oscurità.
Negli spazi Dello Scompiglio sono inoltre visitabili:
– Nexaris Suite, mostra di Agnes Questionmark, a cura di Angel Moya Garcia. La ricerca di Agnes Questionmark immagina una società in transizione che si spinge oltre i limiti evoluzionistici, auspicando nuove forme di umanità biologicamente e tecnologicamente ibridata e fluida che reinventano il proprio corpo rendendolo malleabile e reversibile. L’artista mette in primo piano un corpo trans (trans-specie, transgender, transumano) come un corpo spesso patologizzato, meccanizzato e ospedalizzato, facendo luce sulla biopolitica patriarcale in gioco nell’ambito della scienza e della sanità. Fulcro teorico dei suoi lavori è la riflessione su una nuova forma di umanità in grado di emergere da un contesto dove ambiente e specie sono in evoluzione e dove identità e morfologia dell’essere umano si apprestano a divergere dai tratti essenziali e unici che finora l’hanno caratterizzato. In questo contesto, tecnologia, essere umano e natura si configurano come fili di una matassa inestricabile alla quale restare impigliati per tentare di dare una nuova forma al mondo che ci circonda. Partendo dalla discussione dei testi di Michel Foucault, Donna Haraway, Karen Barad, Rosi Braidotti, Helen Hester e Paul B. Preciado, il progetto Nexaris Suite propone la concettualizzazione e visualizzazione di uno scenario dove nuove forme di resistenza alla sorveglianza e al controllo si fanno manifesto di una mutazione in atto. Fino al 13 aprile 2025;
– Le maniglie dell’amore, mostra di Chiara Ventura, a cura di Angel Moya Garcia, in cui centodieci maniglie – una per ogni femminicidio registrato in Italia nel corso dell’ultimo anno – riproducono l’immagine di un cimitero di corpi silenziosi e di storie di donne senza più voce (fino al 13 aprile);
– D’un tratto nel folto del bosco, due interventi di Antonio Della Guardia e Valentina Furian, a cura di Vasco Forconi, in cui una grande scultura e un intervento sonoro diffuso sono proposti come apparizioni temporanee nel bosco della Tenuta (progetto vincitore del bando Il giardino segreto – fino al 13 aprile);
– le opere permanenti: There is not a priori answer to this dilemma (The Dolphin Hotel) di Francesca Banchelli; W18S di Antonio Rovaldi e Ettore Favini; Un Esilio di Valentina Vetturi; L’Attesa di Cecilia Bertoni con Carl G. Beukman; la mostra collettiva Il Cimitero della Memoria; Arie per lo Scompiglio di Alfredo Pirri; Waiting for a landslide, di Andrea Nacciarriti
Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto dalla regista e artista Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All’interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all’Azienda Agricola e alla Cucina Dello Scompiglio, opera l’omonima Associazione Culturale. L’Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone itinerari performatici all’aperto, visite guidate, lezioni Metodo Feldenkrais®; gestisce lo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE). Una particolare attenzione è dedicata infine alle attività culturali per bambini e ragazzi, con rassegne teatrali, laboratori e campi estivi.
Per info: www.delloscompiglio.org