L’arte di Guadagnuolo si unisce alla Giornata mondiale di preghiera del 27 ottobre 2023

Francesco Guadagnuolo “PEACE”

Papa Francesco ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per la Pace: venerdì 27 ottobre 2023, per chiedere la fine della guerra in Terra Santa e nelle altre parti del mondo invitando anche rappresentanti delle altre confessioni cristiane e di altre religioni.

É su quest’aspirazione di Pace che Francesco Guadagnuolo ha realizzato la sua opera pittorica di matrice concettuale, s’intitola “Peace” con il messaggio: “Fermiamo la guerra, questo disastro di vite e ritorniamo prestissimo al dialogo politico”.

Il dipinto sarà oggetto in una mostra itinerante per una riflessione di pensiero contro le guerre che ci sono attualmente nel mondo.

L’opera, si estende orizzontalmente, al centro, il bianco candido dell’innocenza dei bambini marcati da due strisce di tanto sangue versato, assieme alle centinaia di morti uccisi. Al centro, il perimetro della mappa contesa Israele-Palestina. Una Croce scolpita nella Terra Santa simbolo della passione di Gesù per tutti i Cristiani nel Mondo. Nella parte sottostante del dipinto la montagna del Golgota, attorno il deserto delNeghev. In alto scorre un cielo blu scuro che da decine di anni Israele e la Palestina aspettano l’alba della desiderata Pace celestiale. Tre cuori cercano ancora di pulsare di speranza, nonostante la morte.      

Laddove le parole non arrivano, l’arte ha il potere di rendere viva l’immagine.

Dice Guadagnuolo: «Ho avvertito, come artista, l’urgenza di esporre con l’espressione dell’arte l’incremento esponenziale di un malessere rivelandone l’intimismo sociale e collettivo, delineando lo stato d’animo di una dimensione umana in declino. Tale guerra, molto pericolosa è una maniera semplice per affermare: avviciniamoci tutti insieme, affinché siamo ancora in tempo, per sospendere questa carneficina!».

Questo è l’accorato appello di Guadagnuolo, artista umanitario: «Il messaggio è rivolto ai dominanti del Mondo: non si può più seguitare, necessita conseguire velocemente una sapiente direttiva di vera Pace, per interrompere le azioni di guerra e la risoluzione politica dell’esistenza di due Stati».

Così Guadagnuolo s’investe quasi del ruolo di oratore pubblico che dà voce alle paure individuali, producendo un’immagine attraverso la quale possiamo comunicare le nostre esperienze di sofferenza in una cultura satura di potenziale violenza e cercare di impedire altri stermini, altre guerre. Ci sembra opportuno ricordare ciò che ha scritto Mons. Carlo Chenis: «…Guadagnuolo fa il “Politico” perché confida nella possibilità di adoperarsi per un nuovo umanesimo di ispirazione cristiana, onde dare maggiore dignità alla “città dell’uomo”. Questo programma non lo attua con i sofismi del “politichese”, ma lo presenta con i grafismi della pittura, così da essere indubbiamente più convincente…».

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