LA VERGOGNA DI UNA SANITÀ PUBBLICA CHE HA RIDIMENSIONATO IL SUO VALORE UNIVERSALISTICO

Non solo per nostalgia ma soprattutto per la certezza di una assistenza che era garantita dalla bontà di Don Carlo Gnocchi, papà dei mutilatini e dei poliomielitici, oggi costretti ad “elemosinare”… un ausilio

di Ernesto Bodini (giornalista ed ex allievo)

Anche se sono passati decenni dall’ultimo conflitto, non si può allontanare dalla memoria chi si è prodigato nell’assistere quelli che all’epoca qualcuno definì “relitti umani”, ossia i mutilati a causa del conflitto e anche al termine dello stesso. Tra questi protagonisti dell’assistenza non si può che rievocare la figura del Beato Don Carlo Gnocchi (1902-1956, nella foto con mutilatino), il prete ambrosiano che si dedicò ad accogliere migliaia di mutilatini e successivamente altrettanti poliomielitici, tutti adolescenti (o poco più) che hanno pagato le colpe altrui, i primi, e invasi dal virus della polio (per uno scellerato ritardo nella adozione del vaccino Sabin), i secondi. Ed è così che dal 1948 in varie parti d’Italia sono nati gli Istituti (popolarmente collegi) della Pro Juventute Don Carlo Gnocchi, per l’accoglienza ad internato e il trattamento delle infermità dei giovani sfortunati… ma tutti figli di “papà” Don Carlo. A questi ospiti da crescere ed educare, occorreva intervenire anche con atti medico-chirurgici per “rimodellare” gli arti amputati o “rimarginare” quelli deformi per la polio, e in tal senso molte furono le figure preposte come medici, infermieri, fisioterapisti, educatori, ma anche tecnici ortopedici la cui elevata professionalità contribuì in modo tangibile a realizzare ausili e tutori, affinché il mutilato potesse avere la sua protesi e il poliomielitico l’ortesi per facilitare la sua deambulazione. A questo proposito vorrei spezzare una lancia a favore di questi tecnici, all’epoca molto in voga, dapprima “principianti” e poi via via specializzati, le cui attenzioni erano molto simili a quelle di un sarto in quanto il confezionamento del prodotto ortesico e/o protesico doveva essere realizzato alla perfezione… Spesso questi “artisti della tecnicità ortopedica” erano per noi come dei fratelli maggiori, per la loro delicatezza nell’approcciare l’invalido con particolari necessità fisiche, ma anche psicologiche perché lontano dalla famiglia.

Tra questi ricordo Giovanni Marotta (scomparso nel 1997 – nella foto), tecnico ortopedico dal 1953 al 1995 al Centro Don Gnocchi di Parma, prima come allievo (era anch’egli un mutilatino) poi come dipendente del Reparto Ortopedico. Lo ricordo non solo perché un anno mi confezionò un tutore, ma anche per la sua amicizia e disponibilità e, manco a dirlo, per la sua riconosciuta professionalità nel realizzare protesi per mutilati e tutori per poliomielitici. Erano, dunque, gli anni ’50 e ’60 in particolare (quindi oltre un ventennio), e non si avvertiva molto la presenza dello Stato, ma soprattutto quella di Don Carlo che unitamente a tutti i collaboratori laici e non, diede il meglio di sé per mantenere e confortare i suoi ragazzi. È pur vero che il Paese era in fase di ripresa a causa del conflitto che tanto ha penalizzato, ma è altrettanto vero che lo Stato non si prodigò molto per tutti questi ospiti che peraltro stavano aumentando di numero, tant’è che molte risorse Don Carlo le ottenne quasi sempre da fonti private (benefattori e alcuni nobili di Casata), come pure una carezza e un sorriso provenivano dalla sua paterna bontà. Queste osservazioni mi permettono di rilevare che, anche nei tempi successivi, l’assistenza sanitaria era garantita dal fatto di essere internati, e la Riforma sanitaria 833/1978 era ancora lontana… Tuttavia, il Ministero della Sanità attraverso i suoi apparati (il Medico Provinciale di ogni Regione) garantì la fornitura protesica ed ortesica a tutti gli invalidi, ma venendo all’ultimo ventennio i molti ausili hanno reso indispensabile l’incremento degli stessi per rispondere alle varie esigenze di disabilità, e quindi elencarli in unico Prontuario con tanto di codici e tariffe a carico del SSN. Ma come è noto tale elenco, denominato Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi, non è stato aggiornato dal 1999, mentre doveva essere fatto mediamente ogni due, tre anni, mettendo in difficoltà gli Enti erogatori di tali prodotti in convenzione con le rispettive Asl, e di conseguenza anche i fruitori invalidi che si vedono oggi costretti a partecipare alla spesa per poter continuare a deambulare, o correggere qualunque altra anomalia fisico-anatomica.

Questa latenza economico-amministrativa (dal sapore prettamente politico) è un grave mancanza di rispetto del diritto e della dignità umana, che sicuramente Don Carlo avrebbe “rimproverato”; ma oggi non c’è nessuno che si erga a paladino in tal senso, mentre personalmente, mi permetto di sollevare il problema sia perché parte in causa e sia perché da molti anni mi prodigo per difendere i diritti dei disabili. Purtroppo, devo dire altresì che non ho mai incontrato un mio “pari” nella veste di templare moderno con il coraggio di “svergognare” tutti quei politici assenti, che volutamente a mio avviso hanno pensato: «I mutilati di guerra e civili di guerra sono quasi scomparsi, e i poliomielitici stanno diminuendo a vista d’occhio, quindi non c’è quasi più ragione di sostenere le esigenze di quei pochi». (Da considerare, inoltre, che un certo numero di poliomielitici soffre della cosiddetta “Sindrome post-polio”, ossia una serie di disturbi correlati all’esordio della patologia che si sono riacutizzati a distanza di anni. Ma questo è un altro capitolo di cui quasi nessuno se ne occupa…). Poiché questa asserzione rientra nelle mie convinzioni, un uomo politico farebbe bene a ricordare che deve vivere con la sua coscienza più a lungo che con i suoi elettori. E vorrei concludere ricordando ancora una volta quei tecnici ortopedici (nella foto all’istituto di Parma, negli anni ‘6o) che hanno contribuito a farci camminare, e anche se parte di essi non ci sono più, i loro eredi non hanno vissuto l’epoca del Don Gnocchi, ma più recentemente quella della “imposizione fiscale” del Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili in convezione non aggiornato per anni, e in una eventuale assenza totale o parziale della quale, il mutilato e il polio si vedono costretti se non a rinunciare, ad elemosinare allo Stato ed attendere ciò che è loro dovuto per continuare a far parte della società. E questo per colpa della crisi economico-finanziaria con i seguenti provvedimenti quali la spending review e gli obiettivi da raggiungere? Se è così è come dire che se puoi pagare cammini, altrimenti continui a zoppicare una volta di più…, tanto non conti nulla perché sei solo un costo (sic!).

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