La Svizzera si demarca dai suoi vicini europei per evitare i nuovi dazi di Trump.

La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il consigliere federale Guy Parmelin si recheranno a breve negli Stati Uniti. Keystone / Alessandro Della Valle

La Svizzera persegue una strategia di demarcazione con i suoi vicini europei, in particolare nei settori della regolamentazione tecnologica e della protezione del clima, temi sensibili quando si ha a che fare con Donald Trump. Questa tattica è stata fortemente criticata dalla sinistra svizzera, che la vede come un tradimento nei confronti dell’Europa.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole dichiarare il 2 aprile “Giorno della liberazione” (Liberation Day) e imporre nuovi dazi. Preoccupato per le possibili conseguenze, il Consiglio federale si riunirà mercoledì per discuterne.

Per valutare la situazione, il Governo si è avvalso della consulenza di Philipp Hildebrand, ex presidente della Banca nazionale svizzera (BNS). La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter e il responsabile del dipartimento dell’economia Guy Parmelin si recheranno negli Stati Uniti alla fine di aprile per difendere gli interessi svizzeri alle riunioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale.

Per evitare nuove tariffe, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha inviato alle autorità statunitensi una lettera in cui elenca le norme UE che la Svizzera non ha adottato.

In questo modo, la Svizzera persegue una strategia di demarcazione con i suoi vicini europei, in particolare nei settori della regolamentazione tecnologica e della protezione del clima, temi sensibili quando si ha a che fare con Donald Trump. Questa tattica è stata fortemente criticata dalla sinistra svizzera, che la vede come un tradimento nei confronti dell’Europa. La conferenza stampa prevista per mercoledì sera negli Stati Uniti rivelerà se gli sforzi della Svizzera hanno dato i loro frutti.

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