La popolazione di gipeti in Svizzera è sulla buona strada per raddoppiare nei prossimi 10 anni.

Keystone / Anthony Anex

Con un’apertura alare che sfiora i 3 metri, il rapace chiamato anche avvoltoio barbuto è uno degli animali più maestosi che si possono osservare nell’arco alpino.

Scomparso dall’arco alpino all’inizio del XX secolo, la reintroduzione del gipeto – iniziata nel 1986 in Austria – è considerata un successo. Un’ulteriore conferma è arrivata da parte della stazione ornitologica di Sempach (canton Lucerna), della fondazione Pro gipeto e dall’Università di Berna che hanno comunicato che il numero di esemplari in Svizzera nei prossimi 10 anni potrebbe passare dai 350 attuali a 700.

Esperti ed esperte mettono però in guardia. Basterebbe la morte di pochi avvoltoi barbuti per mettere a repentaglio l’espansione dell’intera popolazione. È dunque particolarmente importante eliminare i rischi potenziali, come il bracconaggio, le collisioni con linee elettriche e impianti eolici e l’avvelenamento illegale di animali di cui i gipeti mangiano le ossa.

Una curiosità: per rendere i suoi pasti più digeribili, il gipeto lascia cadere gli ossi più grossi da grandi altezze in modo che si frantumino sulle rocce in bocconi più facili da ingerire.

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