La burocrazia in Italia, suggerimenti e consigli per combatterla. Quando c’è bisogno di un ente pubblico.

Come ci si dovrebbe comportare quando si ha bisogno delle prestazioni di un Ente pubblico

Premesso e ribadito che uno dei propri impegni di fede deve essere il rispetto delle leggi, e che un buon cittadino è quello che ubbidisce alle leggi della sua città (Socrate insegna!), secondo la mia personale esperienza, sarebbe utile seguire una serie di consigli pratici, dettati dal buon senso, dalla conoscenza e dalla razionalità.

 

  • Presentarsi sempre in modo chiaro (nome… e ruolo).
  • Quando l’esigenza lo richiede fissare l’appuntamento con l’interlocutore che si vuole avvicinare (alcuni burocrati gradiscono o pretendono di essere preavvisati…); è lecito farsi rappresentare da persona o Ente privato (o Associazione) di propria fiducia.
  • Esporre in modo completo ma sintetico il problema in questione (la dispersione dei concetti spesso spazientisce l’interlocutore, specie se in presenza di terze persone).
  • Dimostrare di essere a conoscenza dei fatti che si intende esporre.
  • Essere coerenti e non dispersivi (incertezze e imprecisioni favoriscono la conclusione affrettata del colloquio).
  • Essere a conoscenza delle destinazioni degli Enti e possibilmente delle competenze dei rispettivi responsabili (farsi ripetere più volte ruoli e destinazioni può “indisporre” l’interlocutore).
  • Essere educati e rispettosi, ma non servili (un comportamento civile e riguardoso invoca stima e anche considerazione).
  • Essere tolleranti (spazientirsi è controproducente: non bisogna dimenticare che siamo sempre noi “cittadini-utenti” ad aver bisogno del burocrate…).
  • Essere dotati di un minimo di diplomazia (quando è il caso è utile riconoscere i meriti e “gratificare” quel tanto che basta senza incensare nessuno).
  • Ringraziare (senza ossequiare) sempre chi si presta per noi, soprattutto se questi non è tenuto a soddisfare le nostre richieste.
  • Mai fare nomi di persone od Enti se non è strettamente necessario (o giustificatamente richiesto) in quanto riferimenti o citazioni inopportune, specie se di fatti o persone assenti, possono indurre l’interlocutore a giudizi e considerazioni negative nei nostri confronti.
  • Annotare con “discrezione”, durante o dopo i colloqui, i dati che interessano, compreso il nome del nostro interlocutore (ciò può essere utile per il futuro).
  • Rilasciando documenti originali (o comunque firmati) all’Ente o al burocrate, “pretendere” sempre una fotocopia o copia conforme all’originale. Quando è il caso, con data e firma per ricevuta.

 

Molti persone, ancora oggi, piuttosto che assumere un atteggiamento di difesa dei propri diritti (pur avendo espletato i propri doveri), vi rinunciano passivamente e, per questo rispecchiano quanto sosteneva A. Manzoni (1785-1873): “Noi uomini siamo fatti così: ci rivoltiamo sdegnati contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi”. In molte occasioni delle nostre relazioni sociali, interpersonali o istituzionali, spesso si sente dire: quando nessuno sa che cosa bisogna fare tutti dicono bisogna fare qualcosa! È una constatazione che rispecchia la realtà quotidiana, e questo vale nei Paesi liberi (come il nostro), dove la libertà è il diritto di fare, non ciò che si vuole, ma ciò che le leggi permettono; e poiché anche la conoscenza è potere, nessuno conosce le proprie possibilità finché non le mette alla prova. Non di rado ci capita di subire torti, ingiustizie, soprusi, violazioni e quant’altro sia nei rapporti con il privato che con il pubblico; ed è saggio rigettare ogni pensiero di “vendetta” e tendere al perdono… Ma non si perdona qualcuno perché lo si accetta: si perdona chi ha commesso un torto inaccettabile… Quando si perdona qualcuno, non è necessario tollerare ciò che ha fatto perché lo si può perdonare anche rifiutando di tollerare le sue azioni.

Ma bisogna fare in modo che nelle relazioni sociali (in qualunque contesto, anche in ambito pubblico) i discorsi siano migliori del proprio silenzio, al contrario, piuttosto, è conveniente tacere. È quindi doveroso proporsi nei confronti dei nostri concittadini più “penalizzati”, trasmettendo loro nozioni e consigli pratici per aiutarli a superare (per quanto possibile) ostacoli e difficoltà causate dalla burocrazia o dalla semplice ignoranza… Quanto sinora esposto allude in qualche modo alla saggezza che dovrebbe essere “padrona” delle nostre, spesso, incontrollate pulsioni soprattutto quando ci troviamo a dover affrontare un’ingiustizia… Io credo che dietro ad una inefficienza pubblica (di ogni ordine e grado) c’è sempre una REGIA: il burocrate, vero e proprio regista di “film” i cui attori sono i cittadini-utenti, ossia i contribuenti o sudditi del sistema… grazie a questa incapacità addestrata. E forse aveva ragione Weber sostenendo che la burocrazia è tra le strutture più difficili da distruggere.

 

Ernesto Bodini

 (Giornalista scientifico)

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