IL MONDO DELLO SPORT COME “GUIDA” ALLA LETTERATURA

Un avvocato alla sua prima esperienza letteraria con un romanzo in cui il calcio ben si abbina alla cultura.

di Ernesto Bodini (giornalista e critico d’arte)

Estate, tempo di vacanze ma anche di incontri ludici e culturali che si organizzano un po’ ovunque, sia nei paesi che nelle grandi città. A Torino, ad esempio, ogni anno, manifestazioni del genere non mancano, interrotte negli ultimi due anni a causa della pandemia ma riprese dal mese di luglio soprattutto all’aperto. Tra le iniziative culturali nei giorni scorsi al Centro Interculturale ai Punti Verdi di piazza d’Armi, è stato presentato (da chi scrive) il libro “Con una finta d’animo” del neo scrittore Michele Pansini (Ed. Daniela Piazza, pagg. 134, euro 15,00). Una “coraggiosa” iniziativa in considerazione della crisi letteraria ed editoriale che coinvolge soprattutto gli editori minori (ma non meno importanti), anche perché il mondo dell’editoria non sempre è rispondente alle aspettative degli autori. A volte scrittori-divulgatori scrivono per appagare la propria ambizione, una sorta di egotismo ed elevazione a catarsi dando alle stampe poesie, racconti ameni, fiabe o romanzi come quello di Pansini (di professione avvocato), alla sua prima esperienza letteraria non solo per dare “sfogo” al proprio Ego, ma anche per contribuire a diffondere cultura. Con quest’opera l’autore ha usato un linguaggio piano e scorrevole, esplorando due grandi passioni: il calcio e i libri. Due mondi, apparentemente in antitesi, che ha provato a coniugare con tatto e scorrevolezza descrittiva, scavando nell’animo dei protagonisti… e le sorprese non mancano. È la storia di un calciatore di successo: Roberto Grandi che, giunto al massimo della carriera, improvvisamente decide di appendere le scarpe al chiodo per voltare pagina… Ma chi è Roberto Grandi, ovvero il protagonista di questo romanzo? È, appunto, un calciatore di grande talento che, dopo l’esordio in Nazionale e una breve parentesi nel calcio inglese, non ancora trentenne decide d’emblée e senza un motivo apparente (o comunque lo scoprirà il lettore) di ricostruirsi un futuro ma fuori da quel mondo di cui, per un ventennio, è stato il protagonista di punta. Ma quali, dunque, ci si chiede ancora, le reali e più intime ragioni di questa “inversione” di percorso delle propria esistenza, passando dallo sport alla forse non meno coinvolgente letteratura? La risposta, in primis, come è citato dall’autore, in seconda di copertina, emerge quasi all’improvviso tra le pagine del libro, unitamente a vicende personali, personaggi pittoreschi e il casuale incontro tra il protagonista e “Azzurro Tenebra” (Einaudi, 1977), il miglior romanzo che solo Giovanni Arpino (1927-1987), famoso giornalista scrittore, poteva scrivere sul mondo “dorato” del Pallone, oltre ad ulteriori approfondimenti accennati dall’autore. Insomma, non un noir, ma più semplicemente un romanzo intriso di sentimenti, rievocazioni, successi e desiderio, appunto, di voltare pagina.

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