Fiesole: in scena l’opera rock “Tommy”. Cristina Donà canta per il mago del flipper

Per l’Estate Fiesolana, la band the Waiting Room, elegantemente supportata dalla partecipazione della cantautrice Cristina Donà, ha riproposto in forma di concerto l’opera rock ‘Tommy’.
Una versione del capolavoro dei The Who ideata da Nuovi Eventi Musicali (Nem) e inaugurata in prima assoluta lo scorso giovedì sera al Teatro Romano di Fiesole.
Sul palco una formazione completa di musicisti (Marco Benedettini, voce, chitarra acustica, chitarra elettrica; Danilo Beltrambini, tastiere, chitarra acustica e voce; Francesco Cardelli, chitarra acustica, chitarra elettrica e voce; Marcello Tana, basso; Walter Traversa batteria; Federico Poli, percussioni; Vladimiro Martini, flicorno) ben calibrati nella fusione ritmica e accompagnati da una molteplicità di strumenti che ha reso possibile una maggiore fedeltà all’opera, nonostante l’idea si presentasse ambiziosa nella sua originarietà.
Un’ overture della sessione strumentale ha aperto l’esibizione della cantautrice, cameo per tutta la serata. Un pellegrinaggio che ha toccato brani come It’s a boy, The acid queen, Tommy can you hear me, per poi concludersi con Pinball wizard in un coinvolgimento totale del pubblico. La voce di Cristina Donà talvolta convergeva in un coro perfettamente armonizzato. Un lavoro non facile nel suo insieme.
In scena l’arricchimento di proiezioni video di Claudia Ceville hanno accompagnato le esecuzioni simulando il contenuto concettuale di Tommy attraverso immagini tratte da films cult della storia del cinema.
‘What about the boy’ canta la Donà, non alla sua prima collaborazione ad un progetto Nem.
Chi è Tommy?
Tommy è il narciso dell’infanzia violata, dell’abuso sull’innocenza, dell’egoismo, della possibilità di ritrovare la propria anima coltivando le emozioni, di cercare Caronte nell’arte. E’ l’ipocrisia di credere nei miti e nelle leggende come difensori della propria integrità terrestre. E’ il delirio. La paura. La voglia compressa di urlare al potere. Il burattino in cui scorre sangue. La fragilità dell’amore. E’ l’horror dietro le mura domestiche. La follia nel lusso. La fatica, figlia di un frustrato adeguamento sociale. La purificazione del dolore. Il risorgimento dopo la rivoluzione.
Tommy è un’opera rock psichedelica magistrale. Ruffiana a molte versioni rappresentative tanto da accattivarsi il talento di Ken Russell di cui ne fece film.
Pete Townshend il capocomico che ne ha contraddistinto la trama. Ispirato a elementi biografici della sua vita e agli insegnamenti del guru indiano Meher Baba.
Cristina Donà, disinvolta sul palco, talento e disciplina nella voce, umile, riconoscente a Tommy, capolavoro della storia del rock, ha concluso la performance con due brani da lei composti, tra cui Goccia che ha ricordato al pubblico, affaticato dal maltempo che non ha agevolato l’esibizione, l’immensità dell’artista, prestata per una sera all’estro altrui.
Un lavoro arduo, a tratti ingenuo nell’ humus, che forse attende la sua maturazione nel concretizzarsi di altre esibizioni.
Sabrina Paladini