Cinema: “Quasi amici”, quasi un miracolo

Campione d’incassi in patria francese, Quasi Amici di Olivier Nakache ha compiuto un mezzo miracolo anche in Italia, dove in poche settimane ha già rastrellato più di 11 milioni di euro al botteghino. Successo meritato per uno dei film più freschi e originali dell’anno, una commedia alla francese che partendo da un soggetto ad alto rischio retorica – l’incontro tra un miliardario tetraplegico e il suo badante di colore proveniente dai bassi fondi parigini – regala invece tanti sorrisi.

Gli sceneggiatori devono essersi sbizzarriti nel ricreare situazioni paradossali e affrontare i temi dell’handicap e della povertà in modo irriverente, facendo sobbalzare i perbenisti e eliminando i pietismi dal registro del film. La storia vive di una sana vocazione all’edonismo, visualizzata da Nakache con interni sontuosi, paesaggi ariosi e oggetti preziosi. Ma soprattutto si ride tanto, prendendo di mira la goffaggine del tetraplegico, la rudezza del ragazzo di colore e il cortocircuito creato da questi due mondi socioculturali lontanissimi.

Non si creda di essere in zona commedia demenziale; più che altro è una questione di buongusto, equilibrio, con una la sceneggiatura estremamente ricercata, svariati temi sul piatto e l’emergere del dolore in tutta la sua oscurità, insieme alla possibilità di affrontarlo e superarlo, convivendo con le difficoltà quotidiane.

Una commedia così riuscita – Quasi Amici è sicuramente tra i 5 film più belli del 2012 fin qui – che farà invidia ai ripetitivi cineasti italiani, anche se il nostro paese un contributo lo da attraverso almeno due fattori: il primo è costituito dalla colonna sonora composta da Ludovico Einaudi, vibrante di mille spunti ed emozioni. La seconda è la Maserati Quattroporte nero lucido sulla quale sfrecciano continuamente i due protagonisti, un italianissimo veicolo di bellezza, libertà e grinta ritrovate.
Andrea Anastasi

1 thought on “Cinema: “Quasi amici”, quasi un miracolo

  1. Dopo aver visto il film posso dire che la tua recensione è perfetta … e non aggiungo altro perché tu hai detto già, nel modo giusto, tutto ciò che bisognava dire

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