Carceri: incontro con “Oltre le sbarre” associazione che opera in un istituto penale per minori in Sardegna

Continua il nostro percorso di inchiesta sulla la situazione delle carceri in Italia. Andiamo in Sardegna ad intervistare Roberta Mannarino socia dell’associazione “Oltre le sbarre”, che opera nell’Istituto Penale Minorile di Quartucciu (Ca) e fa parte parte di 3 organizzazioni nazionali molto attive sui temi del carcere e dei minori: SEAC, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, CNCA. Roberta ci parla dell’associazione e delle attività che svolge in ambito carcerario.
Roberta, come e quando è nata Oltre le sbarre?
L’Associazione “OLTRE LE SBARRE” è nata, nell’ottobre del 1997, dall’esperienza di un gruppo di persone che già da tempo frequentavano l’Istituto Penale Minorile di Quartucciu, dove da allora operano con l’autorizzazione del Presidente del Tribunale per Minorenni.
Di cosa vi occupate?
L’associazione si occupa, nello specifico, di minori e giovani adulti condannati e/o soggetti a misure restrittive della libertà personale, affinché abbiano un trattamento rispettoso dei loro diritti e finalizzato al reinserimento nella piena socialità. L’Associazione propone un’attività che viene svolta attraverso prestazioni personali, spontanee e gratuite dei propri aderenti. Quest’attività è finalizzata a far crescere una coscienza dei diritti umani che spinga ogni persona a pretendere rispetto per se stessa e per ogni altro individuo violato nei suoi diritti fondamentali.
Che cosa fate nel concreto per raggiungere questi obiettivi?Frequentiamo l’Istituto Penale Minorile di Quartucciu, proponendo attività culturali, ricreative, sportive e di dialogo con i detenuti affinché possano, attraverso l’ingresso della comunità nel carcere, ricevere un sostegno morale, sociale e culturale che agevoli il loro processo rieducativo; operiamo in ambito sociale, culturale e politico per modificare le strutture carcerarie nel rispetto della dignità del detenuto. Cerchiamo inoltre di sostenere l’impiego delle misure alternative alla detenzione per il reinserimento sociale dei soggetti che hanno subìto provvedimenti dell’autorità giudiziaria e di aderire a organizzazioni locali, regionali, nazionali e internazionali che perseguano la stessa finalità dell’associazione. Inoltre organizziamo, collaboriamo e partecipiamo a corsi, seminari, dibattiti, conferenze, attività culturali, spettacoli, ricerche, pubblicazioni, e convegni per una continua formazione che, educando ai diritti umani, trasmetta consapevolezza e conoscenza delle libertà fondamentali.
Voi operate presso l’Istituto Penale Minorile di Quartucciu: quali sono le vostre attività all’interno dell’istituto?All’interno dell’Istituto Penale Minorile, l’ Associazione svolge animazione domenicale con la quale si cerca di creare un clima più positivo, che rompa la monotonia della vita carceraria e aiuti i ragazzi a relazionarsi in maniera positiva, proponendo momenti di dialogo, di confronto e occasioni di svago, animazione infrasettimanale, proponendo progetti di lunga durata, da svolgere in piccoli gruppi che siano d’interesse per i ragazzi e finalizzati all’acquisizione o potenziamento di capacità,utili al momento del reinserimento sociale. Abbiamo organizzato ad esempio corsi di ceramica, elaborazione di murales e di depliant per la campagna antincendi (svolto in collaborazione con Arte in Città), il progetto “musica scatenata”, il “progetto pelle” finanziato dalla Regione Sardegna, sostegno scolastico, ludoteca, collaborazione con la U.I.S.P. per attività sportive. Accompagniamo inoltre i ragazzi durante i permessi premio previsti dall’ordinamento penitenziario, momento importante per instaurare o migliorare una relazione positiva coi ragazzi che possa poi continuare dopo la loro uscita dall’istituto.
Vi occupate anche di altro fuori dall’istituto?All’esterno dell’istituto proponiamo varie attività socioculturali che prevedono: l’informazione, l’attività politica e i rapporti con le altre organizzazioni. Curiamo l’organizzazione degli incontri di formazione che hanno cadenza quindicinale presso la Comunità “La Collina”. Ci occupiamo della sensibilizzazione nelle scuole su tematiche riguardanti la detenzione e la marginalità sociale. L’Associazione partecipa al Coordinamento Regionale delle Associazioni di Volontariato e ad Organizzazioni Nazionali, quali SEAC, Conferenza Nazionale e Regionale Volontariato Giustizia, CNCA.
Come vi fate conoscere?
Per farci conoscere abbiamo partecipato alla manifestazione “Eventi… ed eventuali 2009” e alla Fiera Campionaria di Cagliari del 2009 e del 2010, con la finalità di favorire una maggior informazione e sensibilizzazione sulla tematica del carcere e del disagio minorile. Ad Aprile del 2010 abbiamo organizzato il nostro primo convegno dal titolo “Minori e giovani adulti:percorsi di inclusione sociale.”
Come reputi, anche in base alla tua esperienza, la situazione carceraria sarda, e in generale quella italiana? Ci sono delle emergenze da fronteggiare?
La situazione delle nostre carceri è drammatica. Il problema del sovraffollamento ha degli effetti devastanti sulla popolazione penitenziaria. Innanzi tutto problemi sanitari e igienici, sono stati accertati casi di epatiti, tubercolosi e malattie infettive che da tempo avevamo debellato. In secondo luogo ha effetti drammatici sulla qualità e dignità di vita dei reclusi. I dati sono disarmanti:le nostre carceri hanno una capienza regolamentare di 44.327 posti, una capienza tollerabile di 64.900 ma ospitano 68.278 detenuti. Dall’inizio del 2010 sono stati sventati 72 tentativi di suicidio. Quelli per i quali si è arrivati troppo tardi sono 39, mentre i morti sono già 109 (e siamo a metà anno).Tra questi ultimi sono compresi suicidi, malati, morti per cause da accertare tra cui tentativi di suicidio nei quali la morte e’ avvenuta fuori dal carcere, in ambulanza o in ospedale. Questi dati possono sembrare poco significativi ma se si considera che negli ultimi 10 anni ci sono stati 595 suicidi e 1707 morti ci si rende conto delle proporzioni di questa tragica situazione. Ci sono poi da considerare tutte le carenze di polizia penitenziaria, psicologi, educatori e mediatori culturali(fondamentali per i detenuti stranieri). Le strutture fatiscenti in cui vivono e lavorano tutte queste persone risalgono a oltre un secolo fa, alcune anche al Medioevo, e le nuove sono chiuse perche non ci sono i soldi per pagare il personale. Questa però è solo la punta dell’iceberg e la nostra classe politica continua a discutere ma in concreto è ancora lontana dal trovare una soluzione perché, secondo noi, guardano nella direzione sbagliata. Si deve investire di più sull’aspetto rieducativo e di reinserimento sociale dei detenuti, quindi non più carceri ma più comunità. Strutture che rispettino la nostra costituzione, la dignità di uomo che tutti devono avere.
Scheda dell’associazione:
Associazione di Volontariato – Onlus “OLTRE LE SBARRE”
Tel. 070/743923
E-mail: oltrelesbarre@gmail.com
Sede legale: Località S’Otta presso Comunità “La Collina” 09040 SERDIANA (CA)
C.F. 92067720927 – Iscritta al N. 567 del Registro Generale del Volontariato
Veronica Atzei

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