Cagliari: OSPEDALE “BROTZU” LIBERO DAL COVID

facciata dell'ospedale Brotzu di Cagliari

In quanto associazione di trapiantati di organi, la Prometeo AITF ODV è allarmata dalle diverse  denunce delle Organizzazioni sindacali del settore Sanità nel merito della sicurezza degli operatori di fronte al Covid. Preoccupa, in particolare, l’ultima denuncia pubblica, sull’Unione sarda del 12.11.2020, di circa 50 operatori (anestesisti, rianimatori e infermieri) sulla commistione all’ospedale “G. Brotzu” di pazienti Covid e non Covid.

INDIVIDUARE OSPEDALI COVID E OSPEDALI NON COVID

L’associazione richiede, pertanto, un intervento all’Assessore alla Sanità affinché per ogni distretto sanitario siano individuati, in numero congruo:

1) “ospedali Covid”, dedicati esclusivamente alla cura dei pazienti affetti da questo virus;

2) “ospedali Covid-free” dove proseguire con la medicina ordinaria, per evitare in ogni modo ospedali e pronto soccorso misti dove il rischio di infezione è molto alto.

OSPEDALI “G. BROTZU”  NON COVID PER PATOLOGIE URGENTI E PER I TRAPIANTI

L’associazione chiede, inoltre, che sia dedicata particolare attenzione al “G. Brotzu”, unico ospedale sardo di rilevanza nazionale, che è il riferimento per i pazienti di tutta l’Isola, in particolare per i trapianti di organi,  attività non rinviabili nel momento in cui è disponibile una donazione.

Si ricorda che il ricovero al “G. Brotzu” di pazienti con infezione da Covid era stato ipotizzato solo in caso di concomitanza di altra patologia pertinente a discipline esclusive del nosocomio cagliaritano e non al trattamento  primario della malattia respiratoria dovuta al Covid.

POTENZIARE GLI ORGANICI E LE USCA

La Prometeo richiede, infine, con forza e come ipotizzato dal Commissario straordinario dell’ARES, dott. Massimo Temussi, di:

– potenziare le USCA e le cure domiciliari nel territorio, anche con una maggiore collaborazione da parte dei medici di famiglia, soprattutto per alleggerire la pressione nei Pronto soccorso;

– potenziare gli organici con l’assunzione di medici, infermieri e OSS, i cui organici, soprattutto a causa della “quota cento”, si sono ridotti in un anno di circa  il 30%.

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