AZIONI DI ADULTI O MINORENNI… OLTRE OGNI RAZIONALITÀ

Una popolazione sempre più incontrollata nell’agire contro la persona e il patrimonio che non si modifica per l’insufficiente deterrenza
Spesso sentiamo dire, in più circostanze, che i tempi sono maturi. Ma c’è da chiedersi per cosa e per chi? Ogni allusione è valida ma se il riferimento è alla maturità delle persone, ci sarebbe da approfondire ben bene tale evoluzione… Si prenda ad esempio l’emancipazione dei giovani, sia maschi che femmine, poiché da quando è stata loro riconosciuta la maggiore età (18 anni), ossia con la Legge dell’8/3/1975 (quindi ben cinquant’anni fa) per conseguire determinati diritti e doveri, gli eventi trasgressivi da parte di alcuni di essi si sono via via manifestati con disprezzo e arroganza, tanto che l’emulazione di adulti ha creato proseliti in una certa fascia di minorenni, quasi sempre tra i 14 e i 16 anni, volti ad una certa libertà di commettere determinati reati anche di carattere penale. Da un po’ di tempo per le strade e nelle scuole sono autori di aggressioni anche per i motivi più “banali”, e ciò senza curarsi delle conseguenze in quanto certi di non essere perseguibili dalla Giustizia, ma solo con lievi pene di restrizione… Io credo che alla luce di questi eventi per questi soggetti sia “superata” la soglia dell’aspetto pedagogico, in quanto rientranti nella sfera prettamente psicologica proprio perché tali autori di azioni criminose sono ben coscienti nel distinguere una azione razionale da quella irrazionale: sanno bene la differenza tra pestare un piede e fare una carezza. Per capire le ragioni che inducono sia gli uni che gli altri a commettere reati contro la persona o il patrimonio, bisognerebbe ri-prendere in considerazione la psicologia di ognuno, azione che non è di mia diretta competenza ma credo di poter entrare nel merito con qualche accenno. Se ad esempio volessimo analizzare il problema dell’ossessione, ben si sa che è un sentimento o una idea molto penosa, presente nella mente in modo più o meno costante e conflittuale con il proprio Io, tale da provocare una profonda angoscia con tutte le possibili conseguenze. L’ossessione, secondo gli esperti, determina molte azioni del soggetto: una parola male intesa, un’idea o un fatto per scatenarla, etc. Da quando i vari social sono sempre più presenti e quindi più accessibili, attraverso i loro temi comunicativi favoriscono (direttamente o indirettamente) l’ossessione per il sesso, per la conquista a tutti i costi e quindi per il potere verso una persona solitamente del sesso opposto tanto da violarla o sopprimerla; e anche se questi autori dovessero rendersi conto dell’assurdità della loro ossessione, si determina in loro un conflitto che purtroppo l’ossessione stessa sovrasta la ragione. Ecco, quindi, il perpetuarsi di reati che nemmeno i provvedimenti legislativi riescono ad avere quel potere di deterrenza. Volendo proseguire su questo orientamento mi rendo conto di uscire dalle mie competenze di osservatore attento e di divulgatore di tematiche sociali, tuttavia si può dedurre che l’ossessionato è alla ricerca della certezza di ciò che doveva essere razionale e, sia pur inconsciamente, raggiungere l’annullamento dell’idea ossessiva. Da qui si possono esternare molti esempi che vanno ben oltre il problema della sessualità e tutto ciò ad essa connesso, tali da determinare un quadro complesso sia dal punto di vista sociologico, psicologico che antropologico. A questo punto mi chiedo: quanto può influire l’informazione che continuamente divulga ripetutamente e con varie “sfumature” questi episodi che arricchiscono sempre più la cronaca nera? È ovviamente lecito e doveroso informare ma calcare la mano non credo che sia “salutare”, proprio perché la mente umana non a caso solitamente si sofferma prima sulle notizie di cronaca, e poi sulle altre. Come torno a ripetere i mezzi di comunicazione sono utili se si pongono un limite, ma nello stesso tempo credo che oltre ad invocare appropriati messaggi culturali, sia da ripristinare una condotta politico-gestionale più corretta limitando certe libertà (di cui vi è continuo abuso), e avvicinare questi soggetti particolarmente fragili considerandoli (senza illuderli) sotto l’aspetto più umano… Purtroppo il problema non è facilmente abbordabile se tra questi vi sono coloro che non intendono essere “indotti” alla ragione, rifiutando tout court ogni possibile avvicinamento, sia esso con fare paterno o fraterno. Un’ultima osservazione: di tutti queste persone che, ossessionate o meno, tendono a delinquere, non si hanno notizie delle loro famiglie e relativi rapporti…