L’angolo della poesia: “Voglio sentire” di Maria Teresa Infante

Con grande piacere accogliamo oggi nel nostro Angolo un’altra nuova e talentuosa poetessa: Maria Teresa Infante.

A raccontarci qualcosa di lei è Luigi Violano: “Pugliese, classe’61, sposata e madre di due figli, entrambi pallavolisti di professione su scala nazionale, passione questa, ereditata da lei stessa, visto che in passato, anche lei, è stata allenatrice e giocatrice di pallavolo. Divoratrice di libri da anni ormai, s’avvicina alla poesia, all’improvviso, ne resta attratta così tanto da raccogliere i suoi versi nella silloge d’esordio”Quando parlerai di me”, edita per le”Edizioni Rei” e, già nel mese di febbraio scorso, è stato trai i primi cinque libri più venduti Inoltre, ha partecipato a vari concorsi, ottenendo sempre risultati lusinghieri, tra i tanti, spicca il secondo posto ex aequo al”Premio Alda Merini”, promosso dall’”Accademia dei Bronzi” di Vincenzo Ursini, primo concorso in Italia per numero di partecipanti, patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, con la lirica “Voglio sentire” Alcuni suoi versi sono presenti in svariate antologie quali:”Anime in poesia”, “Mille voci per Alda”. Inoltre, da qualche mese, è anche membro della redazione del portale multimediale d’ arte e cultura”L’oceano dell’anima” del poeta Massimo Massa, oltre che collaboratrice dell’associazione teatrale “Il covo dei poeti” dell’attrice Tonia Dangelo. Quanto ai suoi progetti futuri, la poetessa non sembra voler fermare il suo flusso inarrestabile d’idee. Infatti, bollono già in pentola un romanzo ed una seconda silloge poetica.

La poesia con cui ve la presentiamo è proprio quella che le ha valso il secondo posto al premio “Alda Merini” e questa è la motivazione del riconoscimento: “Il tempo passa, d’accordo. L’importante è raccoglierlo in un catino assieme alle emozioni vissute, ai giochi, alle ferite, alle paure, ai colori dell’arcobaleno e degli affetti. Le parole della poesia corrono veloci e ritornano, stuzzicano e si fanno amare, accelerano e sostano, quasi a volersi riproporre con altre tonalità, con altre sfumature. Sono versi ed immagini d’una bellezza che coinvolge e che dà luce non riflessa ad ogni nuovo giorno, ad ogni intersecarsi di pensieri”.

 

Voglio sentire
E scrivo ancora perché su un foglio nudo
trovo il coraggio per rivestir la voce
che perde tono ad ogni giorno nuovo.
Le mie parole,un cruciverba in bianco
segnano il tempo portandomi lontano,
e quante corse con le mie braccia al vento
vorrei su un prato a calpestare l’aria
e quei profumi spalmarmi sulla pelle.
Correre forte, avere il fiato in gola
e poi l’affanno tingere le mie gote
sentirlo scendere e accelerare il cuore
sentirmi viva farfalla tra i colori.
Fare dei battiti perline per il petto
e in questo ritmo arcano e primitivo
sentir la culla di un nuovo sentimento.
E allora corro e sfido ancora il vento
che mi riporti ai giochi di bambina,
che mi flagelli le gambe ed i ginocchi
vorrei graffiarmi, leccarmi le ferite,
sentire il sangue, averlo tra le mani
e mentre il gelo diventa caldo dentro
sarei lo spettro di tutte le paure
e il mio domani sarebbe fiume in piena
e i suoi detriti la sabbia tra i coralli.

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