VALORI EFFIMERI DI PLATEALI RICONOSCIMENTI

Ben più importante, invece, la concreta messa in atto di utili provvedimenti per sanare le lacune che sono sempre più deleterie per i meno abbienti. Anche se quest’ultino aspetto fa meno notizia…

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Il nostro Paese continua una volta di più a qualificarsi per egocentrismo e su valori di esteriorità e quindi di immagine. Dalle cronache di questi giorni, ad esempio, è dato a sapere che il presidente della Repubblica è festeggiato per i suoi 80 anni (lunga vita ancora, ovviamente), che i mass media hanno affermato essere il presidente più amato dagli italiani (ma non era Sandro Pertini che a furor di popolo ha meritato questa definizione, peraltro più determinato?). L’allenatore della nazionale calcio è stato insignito della laurea ad honorem in Scienze dello Sport dall’Università di Urbino con la motivazione: “Non solo un grande campione e professionista, ma un esempio di valori positivi e un vero testimonial della sua terra”. Obiettivamente a mio parere questi riconoscimenti sanno tanto di “buonismo” e quindi una sorta di riconoscimenti forzati, sia perché nel primo caso la qualità di buon presidente deve essere implicita proprio per ciò che rappresenta, e nel secondo caso perché un trainer sportivo di tutto rispetto  ha tutto l’interesse ad avere determinate qualità e a raggiungere determinati obiettivi in ragione del suo stipendio e di tutti i benefit a seguire. Tutto ciò è in contrapposizione ai mancati riconoscimenti di altre persone che, pur non essendo meno note, non sono meno autorevoli per competenze professionali o di altra natura di carattere sociale e/o culturale. Ma queste ultime, come ben sappiamo, talvolta vengono prescelte (chissà da chi e con quale criterio) e segnalate alla presidenza della Repubblica per essere insignite di una qualche onorificienza. Ma tutti coloro che vantano determinati riconoscimenti e conseguente platealità, peraltro alla quale non si sottraggono, vorrei rammentare che il mondo (quindi anche la nostra povera Italia) non ha bisogno di ostentazioni, e che i mass media si prestano a diffondere perché ciò fa notizia così che, nell’immaginario collettivo, in taluni casi si verificano frustrazioni psicologiche e in altri la rincorsa all’emulazione. Personalmente non ho nulla a che vedere con i due Personaggi su menzionati, ma se moltiplicassero i casi, ne deriverebbe un quadro nazionale di “cornici dorate”, a fronte di una nazione che è alle prese con ben altri pensieri e problemi. È pur vero che di fatto un festeggiamento o una targa non ha mai leso nessuno, ma è altrettanto vero che sono altri i valori da inseguire soprattutto da parte del pubblico, ossia il conseguimento di opere ed azioni che chi ha il potere dovrebbe attuare. Non credo che ai disabili con scarsissimo reddito e risorse interessi sapere se Mattarella ha compiuto 80 anni, e se Roberto Mancini ha meritato una laurea; come non credo che ciò interessi ai tanti disoccupati (attuali e futuri), ai molti malati cronici a quali vengono negate determinate cure, e nemmno ai tanti detenuti in carcere da innocenti, etc. A quei “Signori”, e a tanti altri abbienti, vorrei chiedere come si sentono prima di addormentarsi sapendo che molti loro concittadini sono afflitti da determinate difficoltà esistenziali (in non pochi casi estremamente serie), e se la loro coscienza riflessiva riserva loro un minimo spazio… invocando la benedizione di Dio. Lungi da me il fare il processo tout court alle intenzioni, ma la consolidata sensibilità per i drammi umani mi porta a queste considerazioni, con l’auspicio che prima o poi chi ha potere agisca di più e per il meglio; in caso contrario non resta che lasciare al tempo (sempre galantuomo) la relativa sentenza. Mi rendo anche conto che determinati problemi esistenziali rigurdano tutti gli abitanti del pianeta, ma questo non può giustificare in alcun modo i molti casi di lassismo del quale anche il nostro Paese non è esente. Va da sé che rinunciare ad un riconoscinento esteriore talvolta “disturba” anche il proprio Ego, ma accettare tale rinuncia il più delle volte è un pregio che non ha eguali.

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