UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ’ AVIDA E DAL TRACOTANTE CONSUMISMO…

Proposte esplicite e subliminali nella produzione soprattutto cinematografica e televisiva dalla trama violenta e con effetti deleteri per la mente umana come l’emulazione senza freni inibitori

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Come gran parte di noi, io credo, l’infanzia e anche l’adolescenza le abbiamo vissute tra fantasie e sogni innocenti, senza peccati, e forse anche con qualche desiderio più o meno concretizzabile… Ma poi, col passare degli anni, i sogni si sono rivelati illusioni e solo pochissimi (magari favoriti dalle loro origini e dalle circostanze) hanno visto concretizzarsi i loro sogni e desideri. Personalmente, la mia infanzia e parte dell’adolescenza le ho trascorse in collegio per ragioni di salute, lontano dalla famiglia e quindi più “vulnerabile” a causa dell’internato. Le mie fantasie erano alimentate da quegli innocui film che ci venivano proiettati una volta alle settimana, il cui genere riguardava prevalentemente il fantastico e per certi versi più “innocente” mondo del Far West e soprattutto dell’avventura, il cui ruolo dei protagonisti quasi sempre richiamava il senso della giustizia e del bene comune, senza però rimarcare troppo il concetto della violenza… Ma questo mio credere nella giustizia e nella pace quotidiana è sempre più sfumato, anno dopo anno, sino a dissolversi per lasciare il posto a messaggi di marcata violenza a cominciare dalle produzioni filmiche cinematografiche e televisive e per me, questo, ha rappresentato una realtà che non sono mai riuscito a concepire ed accettare. Infatti, i vari mezzi di comunicazione come ad esempio il cinematografo e la televisione (oltre alla carta stampata), appunto, sono diventati sempre più irruenti, occupando un certo spazio nella mente umana tanto da imporsi con proposte dalla trama per la maggior parte dalle azioni violente; messaggi dal forte impatto mediatico tanto da sollecitare in taluni casi il fenomeno della emulazione. Ora, io mi chiedo: per quali ragioni produttori e registi di questi programmi insistono sul tema della violenza a fronte di una realtà quotidiana già di per sé esplicitamente ricorrente? Essi direbbero che sono un desiderio-bisogno del pubblico, ma a parer mio è un bisogno insaziabile proprio perché lo si è abituato sin dagli esordi della “libertà” di costumi e di pensiero e quindi della libera fantasia ad apprezzare tale orientamento. È pur vero che molti film sono ispirati dalla produzione di fantasiosi romanzi o di vita vissuta (sia pur di buona fattura letteraria) ma la cui trama è spesso la violenza tra gli esseri umani, e anche contro gli animali. Quindi anche gli autori di noir (spesso divenuti anche bestseller) favoriscono una certa inclinazione per le azioni truculente che non fanno certo bene al nobile spirito umano per una convivenza civile. Tutto questo come se le reali nefandezze compiute dall’umanità nelle varie epoche (guerre fratricide e conflitti mondiali in primis) non bastassero a tormentarci la memoria e la vita di ogni giorno. Un conto è rievocare e farci conoscere i reali eventi della storia (un implicito invito a non ripeterci), un altro è inventarseli di sana pianta dalla trama a dir poco violenta giacché, va anche detto, la fantasia umana per le azioni atroci e crudeli non ha limiti: vedi ad esempio il periodo della Inquisizione,  l’istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa Cattolica per indagare, mediante un apposito tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie all’ortodossia; un lungo periodo di sopraffazione umana durato oltre tre secoli.

Si calcola che sino ad oggi oltre 119 miliardi di esseri umani hanno calpestato il pianeta terra, e quanti di essi si sono macchiati di azioni disumane? È solo l’ignoranza l’origine di tale causa? Oppure il comportamento umano rientra in quanto citato dalla Genesi con l’esempio fratricida di Caino verso Abele? Quesiti ancestrali, ovviamente senza risposte certe; mentre è certo che più si induce la mente umana a vedere le cose in un certo modo, piuttosto che in un altro, maggiore sarà la risposta negativa verso il male anziché verso il bene. È non è un caso che le ultime generazioni di giovani si sentano attratte per le Scienze criminologiche quale futura professione (anche se le Scuole di Criminologia non esistono più), con il proposito di voler “analizzare” uccisioni e violente aggressioni d’ogni sorta; tutti elementi che fanno parte di una civiltà che non è mai cresciuta con l’obiettivo del rispetto della persona, anche se vi sono molte eccezioni. Un altro esempio eclatante che ha lasciato il segno nella stirpe umana è rappresentato dalla schiavitù e dallo sfruttamento, per la verità ancora presenti in alcuni popoli, specie nei confronti dei minori; una vergogna contro la quale si sono battuti in molti soprattutto in questi ultimi secoli, ma il dilemma esistenziale continua e purtroppo pare non avere fine. Quindi non mi sembra il caso che produttori cinematografici e autori di piccanti noir rincarino la dose… Ma purtroppo è ancora attuale l’osservazione dello scrittore americano, umanista e pacifista Aldous Huxley (1894-1963) il quale sosteneva: «Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia, è la lezione più importante che la storia ci insegna». Una constatazione che va sempre più consolidandosi nel tempo, e forse accompagnerà l’essere umano sino alla sua estinzione… sempre che ciò avvenga. Quindi, questi prolifici produttori di messaggi espliciti o subliminali, dall’indole violenta e venale, è bene che rivedano il loro modus operandi; in caso contrario potrebbero diventare essi stessi vittime della loro… disumana produzione.

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