Transizione Energetica in Toscana: alcune opinioni in merito

Ci siamo confrontati sull’argomento della Transizione Energetica in Toscana con Giuseppe Moschi, ingegnere civile della Societa’ Tiesse Ingegneria s.r.l. e con Piero Mazzinghi, ricercatore del CNR, per 8 anni addetto scientifico all’Ambasciata italiana a Stoccolma. In quel periodo Mazzinghi curava i rapporti tra il ministero dell’Ambiente svedese e il Ministero dell’Ambiente italiano.

-Transizione Energetica Toscana: c’è rischio di speculazione?-

“Posso semplicemente dire” risponde Giuseppe Moschi, ” che, a seguito delle recenti uscite di Trump etc….il nostro Paese deve raggiungere l’autosufficienza energetica il prima possibile per garantire il lavoro, l’occupazione, i servizi, etc… Nel Mugello, come riportato anche in uno specifico studio contenuto nel Piano Strutturale del Mugello e uno studio del Laboratorio Ambientale, possiamo produrre con le nostre  risorse rinnovabili il triplo di energia di quella che usiamo oggi. L’Eolico  è indispensabile. Pertanto è necessario un progetto complessivo di iniziativa pubblica da parte dell’Unione dei Comuni con studi di fattibilità da sottoporre al confronto con i cittadini. Gli studi servono per predisporre appalti in Concessione e i proventi debbono essere utilizzati dall’Unione dei Comuni per servizi utili alla collettività…come se fossimo una grande Comunità Energetica. I Crinali sono un bene Comune che non devono essere sfruttati da soggetti privati. Esiste sicuramente un impatto ambientale ma la dipendenza energetica  può farci perdere la libertà e la Democrazia e non saremo in grado di difendere l’ambiente. Progetti di iniziativa pubblica concordati con la cittadinanza sono la strada più intelligente e si può limitare l’impatto ambientale. Per l’acquisto, l’eventuale affitto o il rimborso di servitù la Regione potrebbe istituire un fondo di rotazione o altrimenti la stessa Unione dei Comuni può trovare forme di sostegno economico da parte degli istituti di credito i quali, nel caso in cui vi siano certezze dei percorsi amministrativi, troverebbero investimenti molto produttivi. Non è una questione di risorse economiche ma di volontà Politica e di capacità progettuale e di pianificazione delle nostre Istituzioni. Altrimenti rischiamo di diventare succubi energetici da parte di altri …..Oligarchi” .

“Vivere in Svezia mi ha insegnato tanto” esordisce così Piero Mazzinghi ” una cosa che mi viene in mente adesso, potrebbe essere applicata all’Ilva. C’è un’acciaieria come l’Ilva in Svezia che è alimentata, invece che con il carbone, da 1100 turbine eoliche e non ha emissioni. Se uno pensa a Taranto con il carbone e le sue emissioni da tutte le parti, ecco… si potrebbe fare un’azione del genere anche lì. Un altro esempio che mi viene in mente, è quello del riscaldamento a pedone. A Stoccolma c’è il palazzo dei congressi che si trova vicino alla stazione centrale, dove convergono le varie linee della metropolitana, ecco i tunnel della metropolitana si surriscaldano, perciò vanno raffreddati, il calore prodotto dai tantissimi passi dei pedoni viene raccolto e convogliato, con le pompe di calore, al vicino palazzo dei congressi che così viene riscaldato.” – Stoccolma è una città molto grande… – ” Certo. Ma è il fatto è che in Italia manca la cultura delle buone pratiche che ancora non è entrata nella mentalità della gente. In Toscana, se vogliamo fare la transizione energetica, bisogna dare spazio all’eolico, almeno per il 50%. Ci sono studi effettuati da Mark Jacobson, ingegnere ambientale della Stanford University, che dimostrano che si può vivere al 100% con le energie rinnovabili. Jacobson ha studiato per 20 anni e ha fatto calcoli su tutti i paesi del mondo, portando al risultato che il 50% dell’Energia deve essere sviluppata dall’eolico. Perché l’eolico e meno il fotovoltaico? E’ semplice: di notte il fotovoltaico non funziona e, in inverno funziona meno, a differenza dell’eolico che fa al contrario, produce di più in inverno e di notte. Al tramonto e all’alba, quando ci sono le correnti d’aria, perciò è assolutamente necessario che il 50% dell’energia sia realizzata con l’eolico. La speculazione? L’energia è tutta una speculazione. Se compriamo il petrolio dalla Shell o dalla Q8 ce lo regalano? Quindi, c’è il business. C’è la favola che l’eolico sia conveniente solo per gli incentivi, quando per costruire gli impianti eolici le aziende non ricevono un euro, loro guadagnano solo nel vendere l’energia, e l’eolico è l’energia più economica che esista. C’è un parametro che si chiama LCOE che comprende i costi di progetto, di costruzione, di funzionamento, manutenzione e smantellamento di un impianto eolico, perché quello di produzione non c’è, in quanto il vento è gratis. Quindi, considerando tutto questo, l’eolico risulta l’energia con i costi più bassi. Facciamo un esempio. Se nel Mugello si pagasse, utilizzando l’eolico, l’elettricità ad 1/3 di quello che si paga in Italia: quanta gente sarebbe contraria a mettere le turbine nel nostro territorio? Durante uno dei miei ultimi interventi su questa tematica, ho concluso utilizzando la frase di Mark Jacobson : – I problemi per la transizione energetica al 100% rinnovabile non sono né tecnici, né economici, sono solamente politici e sociali– In Toscana, se dobbiamo fare l’impianto eolico dobbiamo farlo sui crinali, perché è lì che c’è il vento, dato che le catene montuose raccolgono il vento concentrato a valle e lo portato in alto, quindi la sua velocità è maggiore di quella che si trova a fondo valle. Esiste l’atlante mondiale del vento, realizzato da un istituto danese, dal quale risulta che su specifici punti del nostro Appennino c’è più vento che nel mare del Nord. E’ una vergogna che la Regione Toscana non abbia determinato delle zone per realizzare l’eolico. In Mugello siamo fortunati, perché la popolazione è poca, il territorio è grande, quindi c’è posto per il fotovoltaico e per l’eolico. Il Mugello potrebbe funzionare solamente utilizzando energia prodotta nel territorio, non solo energia elettrica, ma anche termica, perché abbiamo i boschi, che vanno mantenuti e curati, perché non sono foreste spontanee, ma ambienti che abbiamo creato noi. C’è chi dice che le pale eoliche fanno morire gli uccelli migratori, basta evitare di mettere le pale nei punti del loro passaggio.” – E il paesaggio, ne risente, non crede?– Non sono certo peggio dei tanti tralicci e ripetitori sorti come foreste. Ho suggerito al mio comune, che è Vaglia, e al comune di Sesto: perché non facciamo un impianto eolico a Monte Morello? E’ un ottimo posto e lì c’è vento. No, mi è stato risposto, si vedrebbe da Firenze. L’impatto per costruirlo sarebbe molto più basso di quello a Villore, perché ci sono già le strade e le connessioni, che a Villore mancano completamente, ma no, non è il caso. Le faccio un altro esempio: l’isola del Giglio. Tutta l’isola è alimentata da una centrale diesel: che noia può dare una turbina eolica, rispetto ad una centrale diesel? Ho suggerito alla Regione Toscana di fare un esperimento: trasformare il Giglio al 100% in rinnovabile. E’ una cosa possibilissima. Ma non fanno installare nemmeno i pannelli fotovoltaici, perché si dice che deturpino l’ambiente e facciano scappare i turisti. Noi per l’ambiente siamo già estremamente in ritardo, pensi che alla fine del secolo arriveremo ad un aumento di 4° che sarà disastroso. Se anche volessimo disinteressarci dell’ambiente, non potremmo ignorare la parte economica, con la guerra in Ucraina è aumentato di 4 volte il prezzo del gas. E’ vero, potremmo comprarlo da altre parti : dove, dagli Stati Uniti? L’impatto ambientale del gas americano è enorme, viene estratto con il  frachking, cioè con la frantumazione delle rocce che, però, inquinano le falde acquifere con relative conseguenze. Sa qual è il mio più grande dispiacere? E’ che l’Italia, dove è nata la scienza con Galileo, sia il paese dove viene dato meno credito alla scienza, noi non siamo capaci di analizzare in maniera oggettiva il mondo che ci circonda. Diventa sempre più difficile credere in un cambiamento, se si pensa anche alla pressione e ai soldi che vengono messi da chi è contrario ad un certo tipo di rinnovabili. C’è disinformazione, la gente non è consapevole, anche se negli anni ’70 la situazione ambientale era già chiara e con il trascorrere del tempo si è rivelata peggiore di quanto avremmo immaginato”. (F.L.)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *