TRA I MUSEI ITALIANI DI BUON VALORE STORICO E CULTURALE

Molto “coinvolgente” per originalità e significato il Museo delle Cere di Milano: oggi non più presente perché trasferito da anni in altra sede
di Ernesto Bodini (giornalista e biografo)
Non pochi anni fa mi trovavo a Milano, e precisamente alla Stazione Centrale in attesa di un treno che “tardava” a partire per riportarmi a casa. L’attesa prevista era di circa 1-2 ore e, per impegnare quel tempo vuoto, ho pensato bene di occuparlo visitando il Museo delle Cere di Milano situato al primo piano della Stazione ferroviaria. Un’esperienza curiosa e al tempo stesso interessante caratterizzata dalla visione di un allestimento che comprendeva circa ottanta statue di cera a grandezza naturale: immagini di miti italiani e stranieri sia nel contesto storico che letterario e della leggenda che, per originalità e curiosità, vale la pena citarne alcuni. A distanza di anni, sfogliando ancora oggi il piccolo catalogo che conservo tra i miei più “simpatici” ricordi, menziono volentieri la presenza del sommo Dante Alighieri (1265-1321), in una scena con Virgilio che giunge alla porta dell’inferno; l’eroe romano Caio Muzio Scevola, in una tenda con due soldati; la regina di Francia Maria Antonietta (1755-1793), posta in una cella in attesa dell’esecuzione; il compositore parmigiano Giuseppe Verdi (1813-1901), nella esposizione durante la rappresentazione di una delle sue opere al Teatro alla Scala di Milano; il nostro caro letterato Alessandro Manzoni (1785-1873), nella scena era collocato in un angolo del suo studio di Milano, nella casa di via Morone, in un ideale incontro con il poeta Carlo Porta; l’imperatore Napoleone Bonaparte (1769-1821), nella scena in una “isba” alla periferia di Mosca, mentre la città è in fiamme; il condottiero Giuseppe Garibaldi (1807-1882), all’interno di una stanza durante una pausa assistendo la moglie Anita sofferente; il despota Adolf Hitler (1889-1945), la cui scena allestita rappresentava la stanza del bunker dove si uccise con la moglie Eva Braun; il simbolo della perversione Henri Dèsirè Landrau (1867-1922), in una scena di appartamento dove si apprestava a preparare i suoi piani criminosi; papa Giovanni XXIII (1881-1963), una bella esposizione che lo vedeva seduto in poltrona all’interno del Vaticano quasi a contemplare e meditare; l’indimenticabile “eroe” americano del Far West (Gary Cooper (1901-1961), la scena rappresentava la sequenza del film “Mezzogiorno di fuoco”; sia pur di fantasia una rappresentazione di Dracula il vampiro, che lo vede entrare in una camera da letto per assalire la sua ennesima vittima; e ovviamente non poteva mancare il protagonista della filantropia Albert Schweitzer (1875-1965), per il quale l’allestimento riproduceva un angolo del lebbrosario di Lambarènè. Ma credo che sia interessante ricordare altre presenze in quell’originale museo tra le quali Leonardo da Vinci, Christian Barnard, Padre Pio di Pietralcina, Michail Gorbaciov, Winston Churchill, John Fitzgwerald Kennedy. Altri personaggi hanno arricchito gli ampi spazi del museo tra i quali Giuseppe Mazzini, Camillo Benso conte di Cavour, Vittorio Emanuee II e Vittorio Emanuele III di Savoia, Konrad Adenauer, Charles De Gaulle. Ma un discreto spazio, altrettanto ben allestito ospitava anche i primi presidenti della Repubblica Italiana quali Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Francesco Cossiga. Ma perché ho descritto protagonisti e scene al passato? Perché questa attrazione “meneghina”, dal fascino lugubre e sotterraneo, è stata presente nella sede milanese sino alla fine degli anni ’80.
Dal 1998 è stato chiuso, ma questi “cimeli” non sono andati persi tant’è che un privato, tal Andrea Federici, li acquistò in blocco chiedendo al Comune Gazoldo degli Ippoliti (MN) di ridare vita al museo e quindi visibilità ai suoi componenti in cera e, nel 2004, con l’aiuto di un docente di scenografia, il museo è rinato con tutte le 80 vecchie statue restaurate sino a diventare un centinaio e facente parte del Museo delle cere della Postumia, situato nella pianura padana tra i fiumi Oglio e Mincio a soli 20 Km. dalle colline moreniche dell’Alto Mantovano e a 20 dalla città di Mantova. Una realtà unica nel suo genere che fa bella mostra di sé, unitamente al Museo d’Arte Moderna detto MAM, fondato nel 1980, e situato in una delle nobili residenze del XVI secolo dei feudatari del luogo, Villa Ippoliti. Al suo interno si trova una ricca collezione di più di 200 opere fra dipinti e sculture che vanno dalla fine XIX° secolo fino a tutto il XX° secolo con particolare attenzione al periodo Lombardo e in particolare agli artisti mantovani. Due esposizioni permanenti che ci aiutano a ripassare la storia e ad apprezzare la cultura: tra sogni e realtà.