Raccontonweb: “Testaquadra” di Andreas Finottis

primo piano di Andreas Finottis con i colori modificati

Testaquadra

C’era una volta un bambino nato con la testa quadrata, la mamma faticò a metterlo al mondo, il padre infuriato per il fatto che avesse la testa quadrata andò all’anagrafe e lo fece chiamare di nome Testaquadra, poi sparì per sempre.

Sua mamma con amore e pazienza lo crebbe, gli lasciò il nome Testaquadra perché ormai ci si era affezionata a quel nome, le ricordava l’ultimo gesto di suo marito, che ancora amava molto e sperava un giorno tornasse.

Intanto tutti  evitavano Testaquadra per la sua testa anomala, se si avvicinavano era solo per guardarlo come una rarità e deriderlo.

Testaquadra crebbe triste e solo.

Si laureò e divenne un famoso scienziato, ma aveva voglia di compagnia.

Si iscrisse a facebook, si cambiò nome chiamandosi Max e mise la foto con un casco da moto in testa. Cominciarono ad apprezzarlo, qualche ragazza diceva che era bello, ma avrebbe voluto vederlo senza casco; però immancabilmente quando inviava a loro una foto senza casco sparivano, le poche che rimanevano dicevano il solito possiamo rimanere amici, quando chiedeva loro di uscire  in compagnia  tiravano fuori scuse o impegni, si vergognavano ad andare in giro con uno dalla testa quadrata.

Allora si decise a mettere una fotografia senza casco, che andassero affanculo tutti, lui era così se volevano lo accettavano com’era.

Una regista a corto di idee lo vide e decise immediatamente di fare un film su di lui. Quando il film uscì fu un successo insperato, strepitoso, in tutto il mondo.

Adesso Testaquadra aveva infinite ragazze che volevano far sesso con lui, col successo planetario diventò di moda la testa quadrata. I ragazzi si facevano applicare delle protesi per averla quadrata; i genitori applicavano ai figli appena nati delle forme d’acciaio per modellare la testa dei bambini in forma quadrata. I ragazzini cominciarono a prendere a pugni sull’addome chi non aveva la testa quadrata.

Saltò fuori anche il padre di Testaquadra, pretendeva dei soldi per avergli messo lui quel nome, Testaquadra volle incontrarlo e quando lo ebbe davanti con l’angolo anteriore destro della testa lo colpì violentemente fracassandogli la scatola cranica, il padre stette in coma per un paio di mesi e poi morì; fecero il processo a Testaquadra ma  con i soldi si prese i migliori avvocati disponibili e venne assolto nonché il padre fu condannato a risarcirgli il danno d’immagine con una cifra enorme, che ridusse su lastrico la nuova famiglia che si era formato il padre.

Nel frattempo la regista del film trovò un ragazzo nato con la testa come un pallone da rugby, si era tatuato anche sulla fronte la marca più famosa dei palloni da rugby per passare inosservato ma lei lo notò subito e ci fece un nuovo film.

Divenne di moda la testa a pallone da rugby.

Le persone si sentivano ora a disagio con la testa quadrata, e i chirurghi guadagnavano palate di soldi ovalizzando le teste quadrate.

Testaquadra tornò ad essere solo ed emarginato, fedele e coerente rimase con la testa quadrata.

Le onde delle mode vanno e vengono, ma uno coerente come uno scoglio rimane uguale mentre tutto si frange.

primo piano di Andreas Finottis con i colori modificatiAndreas Finottis

Nato nel febbraio 1962, autodidatta.
Mente libera che vaga sfondando le barriere imposte, esplorando senza meta le terre di nessuno, assimila i più svariati stimoli massmediatici e sociali, che vengono dimenticati causa sovraffollamento e inseriti in un magma cerebrale, da cui escono in nuove forme sorprendenti per lui stesso.
Influenze principali: il rock e la controcultura.
Apprezzato come: scribacchino, opinionista, consigliere, facchino, cane da guardia.
Suoi scritti sono stati pubblicati sulle riviste Negazioni, Bibbia d’asfalto, Magazzini Inesistenti, Antisociale e nelle antologie di scrittori: “Un niente per due, poesie per un San Valentino cannibale ” di Matisklo Edizioni, “Guadagnare soldi dal caos” di Edizioni La Gru, “I ragazzi non vogliono smettere” di Matisklo edizioni, “Nagasaki Luna Park” di Pop edizioni La Gru, “Le Negazioni – trentasei pezzi” editore Nulla Die, “diecirighe (solo dieci)” editore Libri Liberi,  “Lardichella Road Poetry” Edizioni Amande.

2 thoughts on “Raccontonweb: “Testaquadra” di Andreas Finottis

  1. Il padre pretendeva i diritti d’autore,le ragazze lo cercavano e la regista aveva fatto i soldi con la sua caratteristica;nessuno di essi é coerente. Solo Testaquadra resta fedele a se stesso,non segue le mode e non si fa influenzare. Forse ce ne vorrebbe qualcuno in piú di Testaquadra in questo mondo rotolante!
    Gradevole lettura.
    Ciao Lucia

  2. Buon piglio narrativo per una scrittura asciutta, risoluta, ma più che essenziale. Struttura del brano semplice e incisiva. Contenuti non nuovi (cosa c’è ancora di nuovo?) ma di spessore e con buone sfaccettature. Nè manca la fondamentale vena ironica.
    Fulvio

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