Suicidio di un giovane imprenditore in Puglia: “Metto fine a questa storia assurda”
Ancora una vittima. Continua il massacro a causa della crisi. E succede ancora in Puglia, per la sesta volta in due mesi. A uccidersi con un colpo alla testa è stato Alessandro Lefons, 32 anni, titolare di una piccola impresa edile di Lizzanello, nel Leccese. Si tratta del sesto suicidio in Puglia legato alla crisi in soli due mesi. Nel pomeriggio, il giovane ha preso l’auto e ha raggiunto una località isolata a Cavallino. Si è seduto per terra, con le spalle appoggiate a un muretto e si è sparato.
In macchina hanno trovato una lettera in cui chiedeva scusa ai genitori e diceva: “Non lo faccio per farvi del male ma per mettere fine a questa storia assurda”. Il corpo è stato trovato da un agricoltore, che ha avvertito i carabinieri, arrivati sul posto insieme ai vigili urbani. Nella sua mente le preoccupazioni legate al lavoro che ormai scarseggiava, “le cose non vanno bene nonostante gli sforzi”, ha lasciato scritto. Lefons non era sposato, aveva una fidanzata.
Chi lo conosceva racconta di una faccia pulita, un bravo ragazzo, un lavoratore. Il suo dramma si unisce a quelli di Giuseppe Pignataro, 49 anni, di Trani; Vincenzo Di Tinco, 60 anni, di Ginosa; Silvano Pajano, 28 anni, di Presicce (Lecce); di Antonio Maggio, disoccupato 29enne di Scorrano, sempre nel Leccese, e Pierluigi Manfredi, 34 anni, suo concittadino, che si sono suicidati meno di un mese fa a distanza di poche settimane uno dall’altro in uno dei paesi del Sud dove la crisi sembra uccidere anche le speranze.