Sordaradio, un blog che vuole farsi sentire

Francesca Settipani ha 26 anni, è sorda ed è fresca di Laurea in Traduzione Italiano L2 e Interculturalità presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo. Il suo italiano è perfetto, la sua capacità di leggere il labiale eccezionale. Se lo volesse, potrebbe tranquillamente mimetizzarsi nella vasta comunità degli udenti italiani, eppure mostra fieramente la sua padronanza della lingua italiana segni (LIS).

La diffusione della LIS è diventa per lei una causa da sposare a tempo pieno, una battaglia in difesa delle Comunità Sorde e delle persone meno fortunate, che da bambini non sono state adeguatamente assistite.

Fondatrice del blog www.sordaradio.blogspot.com, impegnata in progetti comunitari sul tema della sordità,  ha espresso a Ilmiogiornale.org idee chiare su come migliorare la comprensione del problema della sordità in Italia.

Quali sono i pregiudizi storici nei confronti dei sordi?

In passato i sordi sono stati relegati a una vita solitaria poiché ritenuti incapaci: non potevano accedere alle Sacre Scritture e confessarsi, e la Chiesa li considerava alla stregua di posseduti dal demonio. Danni ha compiuto anche la cultura “oralista” di fine ‘800, che gli precluse l’uso dei segni e ampliò il divario tra udenti e sordi. Oggi la Chiesa ha mutato atteggiamento e dà un prezioso contributo alla diffusione della LIS.

E i pregiudizi attuali?

In molti credono che chi è sordo debba necessariamente essere muto, nonostante la definizione di “sordomuto” sia stata abolita nel 2006 per legge. Si crede ancora che il sordomutismo sia un’unica malattia o un unico deficit, quando invece il mutismo è solo una conseguenza della sordità.

Le sindromi da associare alla sordità sono 200, e il 90% dei bambini sordi nasce da genitori udenti. Qual’è l’importanza di riconoscere la sordità per tempo?

Ormai con le diagnosi precoci è possibile diagnosticare la sordità fin dai primi 6 mesi di vita del bambino. Così si può intervenire in maniera adeguata sull’apprendimento linguistico del bambino e sull’accettazione della sordità da parte dei genitori.

Nella scuola pubblica gli insegnati di sostegno favoriscono la comprensione del bambino, ma non l’integrazione: com’è possibile migliorare la situazione?

Attraverso la metodologia di insegnamento bilingue: invece di un solo bambino sordo all’interno della classe sarebbe meglio coinvolgere due o tre bambini sordi, con un insegnante in grado di adottare la LIS. Sono appena tornata da Roma, dal celebre istituto per sordi di via Nomentana, e ho visto livelli d’istruzione, integrazione, accettazione del diverso veramente superiori.

Lis anche per i bambini udenti, dunque?

Perché no? I bambini apprendono in maniera molto veloce, specie se all’interno del processo di apprendimento viene stimolata la curiosità. Basterebbe anche un laboratorio

pomeridiano, senza dover intaccare la didattica regolare.

Parliamo del tuo blog, Sordoradio…

L’ho creato per far nascere un ponte tra le due culture, quella Udente e quella Sorda, per

fare in modo che parte della Cultura Udente diventi accessibile ai sordi, e viceversa. Tra i contenuti, le forme d’arte sorda (come il video delle ballerine sorde delle Olimpiadi di Pechino che hanno meravigliato gli occhi del mondo con le fantastiche coreografie della danza delle mani) e, in futuro, l’integrazione del blog con i software di video comunicazione “OoVoO” e “Com-frog”.

C’è dentro anche tanto attivismo, vero?

Già, per adesso mi sto concentrando sulla manifestazione che si terrà a Roma il 25 maggio, per due motivi: il primo è l’approvazione della LIS, come lingua di minoranza o ufficiale della Comunità Sorda Italiana. In Italia la LIS è solo oggetto di studio, mentre in molti altri paesi è approvata come lingua ufficiale della comunità autoctona.

E il secondo?

Il DDL è passato al Senato ed è arrivato alla Camera con l’obiettivo di essere modificato. I nostri deputati hanno votato per il cambiamento del nome LIS (lingua italiana dei segni) a LMG (linguaggio mimico gestuale). Con una terminologia così infelice e riduttiva, si rifiuterebbero anni di studi e ci si allontanerebbe dall’Europa. Ciò al solo scopo di favorire le tecnologie mediche per la cura della sordità, quando alla fine non è necessario curarla, ma soltanto accettarla.

I sordi vengono presi in giro ancora nel 2011?

Beh…l’ignoranza regna un po’ ovunque: ricordo che in un ristorante eravamo circa  tredici persone sorde, con un assistente alla comunicazione. Accanto c’erano dei ragazzi sui  vent’anni: cominciarono a sfotterci per via dei segni, credendo che anche l’assistente alla comunicazione fosse sorda. Lei gliene disse quattro, mentre io pensai che certe volte non sentire è un bene.

Andrea Anastasi

2 thoughts on “Sordaradio, un blog che vuole farsi sentire

  1. Ottimo servizio, sarebbe meglio continuare con la sensibilizzazione,la diffusione e l’accettazione del “diverso”: non come qualcosa da combattere ma come qualcosa da conoscere.
    Se tutti i giornali e giornalisti cominciassero a dar voce a queste categorie che costituiscono la realtà quotidiana, potremmo cominciare a pensare ad un cambiamento positivo.

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