Sicilia: Elisa Martorana contro la solita omertà che ammazza anche la libertà di espressione

Circa un mese fa ci eravamo occupati del caso di vandalismo nei confronti dell’installazione fotografica di Elisa Martorana, la fotografa bagherese, che è rimasta vittima non solo del danno artistico, ma di un atteggiamento omertoso da chi voleva difendere l’autore della distruzione dell’opera. A distanza di un mese circa, l’abbiamo incontrata, per vedere se la divulgazione della notizia ha prodotto dei frutti positivi.

• “Elisa, da quando è stata distrutta l’opera fotografica Sex, si è fatta un po’ di luce su quello che è accaduto?”

  • Da quel pomeriggio del 10 giugno 2010, quando sono stata avvisata del gesto ignobile subito, tutto è rimasto nell’ombra, nessuna luce. In privato ho ricevuto mezze verità su chi è stato, ma dato che nessuno da buon siciliano ha deciso di dare ufficiali conferme, tutto è rimasto nell’ombra. Non ho potuto avere neanche la soddisfazione di poter andare io in privato a reclamare da questo individuo.

• “Dopo la pubblicazione dell’articolo sull’atteggiamento omertoso di chi ha assistito alla distruzione dell’opera, gli enti protagonisti l’hanno contattata?”

  • Dopo la pubblicazione dell’articolo, nessuno di chi ha assisto o di chi sapeva, come per esempio l’amministrazione di Santa Flavia, mi ha contattato. Nessuno si è degnato di fare delle scuse ufficiali. L’atteggiamento è rimasto omertoso fino infondo, come se nulla fosse mai successo. Sono stata addirittura pregata di non procedere legalmente, per non arrecare danni di immagine. 

• “Alla notizia divulgata come hanno reagito i cittadini della zona?”

  • Dopo la pubblicazione del vostro articolo, sono seguite settimane di continui messaggi di solidarietà sul mio profilo facebook ed e-mail sulla mia vetrina virtuale www.myspace.com/elisamartorana. Alcune persone che non conoscevo, sono rimaste sconcertate dall’accaduto, manifestandomi appoggio e sostegno: insomma proprio quello che non hanno fatto le amministrazioni che ospitavano la manifestazione. Grazie alla vostra corretta e tempestiva pubblicazione della notizia anche altri giornali hanno riportato l’accaduto.

• “Ha ancora intenzione di collaborare con le persone che non hanno preso le sue difese a dispetto di tutto?”

  • Sono momenti come questi che fanno capire di chi fidarsi, chi rispetta il tuo lavoro, chi davvero ama le tue opere o chi le ammira solo per circostanza. Sicuramente chi mi è stato sinceramente vicino in quei giorni, mi vedrà disponibile ad eventuali collaborazioni. In quei giorni non tanto bisognava prendere le mie difese ma le difese dell’arte, della libera espressione, della creatività. Mi è stato detto che erano foto scandalose, ma scandaloso è stato il gesto.

• “Parteciperà nel breve periodo a qualche mostra, esponendo le sue opere?”

  • Assolutamente si, sto lavorando su una prossima mostra. Quando sarà tutto pronto sarete i primi ad essere invitati. Anni fa durante l’inaugurazione di photografica cafè a Termini Imerese, la giornalista che mi presentò disse una frase che mi restò dentro: Se un artista espone e scompare in realtà svela una passione debole. Io ho scoperto di avere una forte passione per quel che faccio per questo mi impegno per crescere costantemente.

• “Quali i progetti per il futuro?”

  • Ad agosto sarà in edicola un mio reportage fotografico in collaborazione con la giornalista Licia Raimondi, per I Love Sicilia. Altre novità in ballo, ma niente di sicuro ancora, quindi per scaramanzia non dico nulla. Ho anche iniziato la mia tesi che non sarà solo un lavoro accademico ma anche evento artistico per l’intero territorio. Colgo l’occasione per fare un appello: chiunque abbia partecipato al film Baaria, se vuole può contattarmi, per contribuire all’argomento della mia tesi, che è incentrata proprio sul film di Tornatore.

• “Crede che l’atteggiamento omertoso di cui lei è stata succube potrà essere estirpato?”

  • Mia nonna dice sempre: Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Io, come gran parte dei siciliani veri, spero che l’omertà sparisca. A volte penso che se, in un avvenimento cosi positivo come una mostra di beneficenza, l’omertà è regnata sovrana, cosa sarebbe successo se al posto della mia opera veniva ucciso un bambino, o stuprata una donna? Se si ha paura di dire chi ha distrutto un’istallazione fotografica, chi mai potrà testimoniare contro abusi politici, mazzette e latrocini? Io spero che il famoso lupo della nonna perda il pelo e il vizio. Volevo dire, infine, a chi mi ha chiesto di non procedere legalmente per evitargli danni di immagine, che non c’è bisogno della denuncia per perdere la faccia. Con una situazione del genere la brutta figura l’hanno già fatta.

 

Giusy Chiello

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