SI SA CHI VA E NON CHI VIENE, MA IN OGNI CASO C’È DA SPERARE IN MEGLIO

La conduzione di un Paese implica molte responsabilità, come pure un concreto pragmatismo e più trasparenza nei confronti dei cittadini

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Un presidente se ne sta andando e con lui una sfilza di ringraziamenti, riconoscimenti con tanto di standing ovation. Ma quali i meriti? Anzitutto il completamento del suo settennato retto in modo inappuntabile, ma a parer mio fin con troppa flemma, ossia senza una reale presa di posizione per far rispettare quelli che sono i diritti dei cittadini, peraltro previsti dalla Costituzione e da una miriade di leggi e leggine… Fare un elenco delle carenze e delle inosservanze istituzionali sarebbe a dir poco impietoso, ma credo valga la pena citarne alcune. Prendiamo ad esempio il comparto della Sanità, nel quale permangono, pur considerando il periodo pandemico, ad oltranza notevoli differenze e conseguenti disuguaglianze tra una Regione e l’altra per garantire ai propri residenti questa o quella prestazione; poi vorrei richiamare ancora una volta l’attenzione sul problema dei disabili (quelli “veri”) che a tutt’oggi sono circa 3 milioni, ai quali non sempre viene garantito il rispetto di alcuni diritti come l’accesso ad una prima occupazione e adeguati riconoscimenti economici e, per quello che mi consta, per certi versi è poco gratificante riconoscere loro un risultato accademico eccellente se poi sono destinati a restare disoccupati, sia da parte delle aziende private che della PA. Inoltre si va sempre più perpetuando il problema degli anziani, gran parte dei quali con particolari esigenze per avere una vita più dignitosa, ivi compresi i loro rispettivi caregiver (attualmente in Italia sono circa 8 milioni), che ancora oggi attendono una legge adeguata per il loro riconoscimento e tutela. E che dire, come torno a ripetere, dei problemi relativi alla Giustizia infarcita di troppe lacune che si trascinano ormai da troppo tempo? E a quando una Riforma adeguata e priva di storture ed incomprensioni, se non anche di intrallazzi? Le carceri sono sempre più stracolme, come pure conseguente è la loro discutibile gestione entrata nell’occhio del ciclone facendo scoprire il vaso di pandora, che contiene atti e misfatti nei confronti dei detenuti, come anche il vergogn fenomeno dei detenuti innocenti (circa 30 mila in quest’ultimo trentennio); aspetto questo, che da tempo mi sta umanamente a cuore: per me è quasi impossibile non pensare e non immedesimarmi nella loro realtà quotidiana, e coloro che non si interessano a questo problema, sono convinti di non incorrere in una simile situazione, ovvero di essere ingiustamente accusati e condannati pur non avendo commesso alcun reato. Evidentemente qualcuno farebbe bene a rileggersi l’opera “Dei delitti e delle pene” (1764) di Cesare Beccaria Bonesana (1738-1794), se non addirittura rievocare l’epoca della Rivoluzione francese (1789-1799). Periodi storici lontani nel tempo, è vero, ma che in ogni caso se si fa una sorta di parallelo e le dovute proporzioni temporali, credo che le nostre conquiste sociali hanno fatto sì un salto di qualità, ma nello stesso tempo i risultati concreti sono equiparabili a quell’effetto che dice: due passi avanti e tre indietro. Ma si sa, condurre una nazione implica impostazioni e valenze d’ogni tipo, a cominciare dalla impostazione politica che, nel nostro caso, è rappresentata da una miriade di “peronaggi” (volutamente non ho usato il termne persone) sempre in conflitto tra loro e, per questo, oltre ad essere “disturbati” da svariate ideologie, sono produttori di ritardi e complicanze del sistema di vita per i cittadini. A questo punto, per l’ennesima volta, mi chiedo: il presidente della Repubblica (tanto ieri come oggi) non ha dunque il dovere e il potere di far rispettare la Costituzione e le leggi? Certo, esiste un Parlamento e un capo di Governo, ma nonostante tutto, il nostro Paese non riesce a trovare una quadra… e chi soccombe?

Il povero cittadino suddito, inerme e forse non ancora troppo stanco tanto da continuare a subire, anche se sono sempre molti quelli che credono nell’italianità e quindi nell’amor patrio, tanto da stendere il tricolore dai propri balconi. E probabilmente sono proprio questi connazionali che non si rendono conto di quanto sinora espresso, ed ancora peggio, che il vero cancro-piovra della nostra nazione è la burocrazia; una cariatide che nessuno pare abbia interesse a rimuovere… nemmeno a livello periferico. Or dunque, il 22 febbraio il prof. Sergio Mattarella, che non posso che rispettare come Persona, ma mi esimo invece dall’esprimere un plauso per il suo lavoro:  primo perché quello che ha fatto rientrava nei suoi precisi doveri, e poi perché non ho ravvisato alcun provvedimento di miglioria, se non i rituali  riconscimenti di encomi a questo o a quel cittadino, come pure il non aver  “favorito” (in primis chi scrive) quella trasparenza che consiste, ad esempio, nel rispondere ad alcuni quesiti interpretativi-applicativi sulla Costituzione, come da mia raccomandata datata 14/6/2016… Ed è perfettamente inutile rammentare di conoscere e rispettare la Costituzione se non la si spiega ai cittadini, in particolare quando la stessa non viene rispettata dalle stesse Istituzioni. È un documento lungo ed elaborato che consta di 139 articoli e XVIII Disposizioni transitorie, ma quanti parlamentari la conoscono e soprattutto la sanno interpretare integralmente? È certo pure che ambire una carica pubblica soprattutto di un certo grado occupazionale e di comando, è ambizioso (oltre alla ottima remunerazione, durante e dopo l’incarico), ma è altrettanto certo che per molti di loro vale il reale aforsima: la pancia piena non pensa mai a quella vuota! Ironia, demagogia, retorica? Certo, forse di tutto un po’, ma intanto i fatti sono fatti, evidenti, quotidiani e  incontestabili, compresa la permanenza di 5-6 milioni di poveri e, a seguire, tutto ciò che è lontano dai concetti di uguglianza e giustizia. In conclusione, auguro al presidente uscente un buon prosieguo di vita in salute, e a quello subentrante di essere più “innovativo”, pragmatico e garantista… supposto che non abbia nulla da giustificare sul piano personale. Chi vuole intedere, intenda!

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