Scuola: è sempre caccia alla “polvere”.
di Francesco Augello*
Il tema, al di là dell’ironico titolo, è più serio di quanto si possa pensare e con il quale, docenti, personale amministrativo e, in coda, alunni stessi siano indotti a confrontarsi quotidianamente, soprattutto quando la “polvere” a scuola viene vista come fosse “l’oro nero”, forse per la sua volatilità e, oseremmo dire, anche per la sua “difficile reperibilità” o richiesta d’ordine quando viene ad esaurirsi. E non parliamo di quella polvere che spesso si annida sotto o sopra i banchi, sotto o sopra le cattedre, LIM incluse, di quella se ne può certamente trovare anche in abbondanza! Né tantomeno di polveri sospette da rimuovere, sì, a scuola può accadere anche questo! Il focus, in breve, riguarda le fotocopiatrici e le stampanti laser, strumenti che, in linea con una scuola che vanta il progresso tecnologico (così si sente dire!) e un percorso che la vedrebbe sempre più proiettata al 4.0 con il decreto del Ministro dell’istruzione n. 161/2022, ci rimandano a quanto previsto dal PNRR, (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) quale strumento di sintesi e accompagnamento all’attuazione delle linee di investimento pro scuola nel rispetto dell’autonomia didattica, gestionale e organizzativa.
Pur tuttavia sembra di assistere alla “scuola del gambero” ovvero, proprio come questo invertebrato, capace di seguire due distinte direzioni, come quando, in caso di pericolo, è capace di compiere un movimento che gli consente di arretrare rapidamente, compiendo un balzo indietro, come se in realtà camminasse verso quella direzione. Ecco allora che, così come non è del tutto falsa la credenza del gambero, secondo la quale farebbe “un passo avanti e due all’indietro”, non appare del tutto falsa la realtà di una scuola capace, da tempo, di compiere ripetuti balzi indietro. Così capita di frequente
che i docenti necessitino, nel loro quotidiano lavoro didattico, di dover richiedere l’accesso alla fotocopiatrice per far produrre al personale preposto e autorizzato dal dirigente scolastico, delle copie da distribuire in classe agli alunni o semplicemente per riprodurre parti di capitoli o di libro, nei limiti di
quanto viene consentito dal diritto d’autore, ricordando a tal riguardo come gli articoli 68 e 171 al terzo comma, L. 633/1941 vietino l’atto del fotocopiare anche parti di un libro, ma con una deroga per le biblioteche e le scuole, (legge 248/2000 “Nuove norme di tutela del diritto d’autore”, D.lgs. n.
68/2003) sancendo che è vietato fotocopiare un libro di testo oltre il 15% delle pagine che lo compongono e che inoltre, non è possibile fotocopiare per intero un capitolo di un libro di testo, anche se inferiore al 15% dello stesso, incorrendo diversamente ad una sanzione amministrativa oltre che penale, (condotta che vede incriminata anche la scansione fatta con qualunque sistema informatico).
Non è allora raro osservare come alcuni docenti violino ripetutamente detto limite ritenendo di poter eseguire fotocopie, nel limite del già menzionato 15% in giorni differenti e così arrivare, nel giro di una settimana o meno, all’intera copia del libro. Pur tuttavia il riferimento normativo non è da riferire alla copia del singolo libro, ma all’esemplare del testo. Di ciò, l’intero personale scolastico dovrebbe farne memoria. Una domanda sorge lecita e andrebbe rivolta ai dirigenti e ai loro preposti alla mansione di effettuare le fotocopie o stampe: come si fa a stabilire, nel corso di un anno scolastico, che un docente non può più fotocopiare parti di uno stesso volume? Al di là delle disquisizioni normative ivi espresse, l’argomento stampe e fotocopie rimane pur sempre alquanto delicato e lo è ancor di più quando occorre soppesare il diritto all’economia della scuola, con ricadute non indifferenti sulla ecosostenibilità ambientale, e il diritto di garantire, ancor prima che ai docenti, agli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) e agli alunni in condizioni H i propri lavori da fornire al docente, anche nell’ottica di
una tanta e da più parti paventata integrazione e inclusione scolastica. Ciò risulta ancor più evidente se si parla di alunni ipovedenti o di alunni con autonomia digito-tattile ridotta, privi altresì di dotazioni strumentali, scanner e stampante, necessarie per garantire la produzione in autonomia, o con il supporto del docente di sostegno, dei propri elaborati. Non è neppure accettabile che le fotocopie da produrre per un alunno in condizioni H debbano spesso essere autorizzate dal dirigente scolastico, quando la fotocopiatrice risulta dismessa e si chiede di generare una stampa di uno o due fogli con l’unica stampante laser operativa in dotazione agli uffici amministrativi, per quanto si comprenda che ciò non debba essere prassi da consolidare, né tantomeno normale. Purtroppo, nella premiata scuola digitale,
quella delle best practices, ancora oggi, strano a dirsi, accade! Risulta pertanto difficile credere che si possa, nel breve periodo, attuare su larga scala quella trasformazione degli “spazi fisici delle scuole, i
laboratori e le classi fondendoli con gli spazi virtuali di apprendimento” al fine di rappresentare quel “fattore chiave per favorire i cambiamenti delle metodologie di insegnamento e apprendimento, nonché per lo sviluppo di competenze digitali fondamentali per l’accesso al lavoro nel campo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale”, giacché abbiamo ancora molta strada da fare con il necessario analogico, la carta, sempre utile, se non indispensabile ove le tecnologie, ancora oggi, non possono prestarsi ad essere sostituite, mancando del requisito della sensorialità tattile e molto più.
Dirigenti scolastici, D.S.G.A e personale amministrativo da una parte, pronti a far quadrare i conti e nella necessità di produrre in stampa o copia documenti per lo svolgimento delle attività di segreteria, come programmi per visite guidate e circolari, docenti e alunni dall’altra, volti invece a difendere e
a tutelare un diritto sacrosanto, quello di produrre, al bisogno, schemi, disegni o tabelle utili per la didattica, così come fotocopie per compiti in classe e per gli alunni che necessitano supporto cartaceo (DSA e H),affinché possano dirsi parte integrante del gruppo classe; la via di mezzo rimane pur sempre la capacità di saper fare opportuna e necessaria logistica dei consumi, che non significa contrapporre un diritto ad un altro, quasi sempre in molti istituti scolastici, dalle scuole primarie alla scuole secondar
di secondo grado, del tutto assente. Inoltre, molte scuole, oltre a non possedere una modulistica per la segnalazione guasti delle attrezzature in uso, non possiede un regolamento d’utilizzo delle fotocopiatrici, al fine di economizzare la spesa sul consumo del toner, nonché per dilatare i tempi di usura della fotocopiatrice stessa o di alcune sue parti elettromeccaniche.
Ad esempio, sarebbe buona norma impiegare delle schede che raccolgano e tengano traccia, all’atto della richiesta di fotocopiare parti di un libro, qualora fosse stata raggiunta la soglia del 15% fotocopiabile, questa prassi sarebbe certamente un virtuoso rispetto da parte dell’intera comunità scolastica, anche
delle norme sul diritto d’autore e di copyright (ambiti non equivalenti, il primo tutela chi l’opera l’ha realizzata, mentre il secondo protegge la parte economica), evitando che, come spesso accade, si realizzi un disallineamento tra le relative tutele e le errate abitudini. Ed ancora, una buona prassi da attuare sempre sarebbe, quando possibile, quella di favorire la modalità fronte-retro, per incidere sensibilmente sulla quantità di carta fotocopiata o stampata, e stabilire un numero massimo di copie per alunno, come avviene in alcuni istituti che, per far fronte alla oramai costante crisi di cassa della scuola, dotano docenti e alunni di una card ricaricabile per l’utilizzo monitorato di fotocopiatrici con schede prepagate assegnate. Una deroga certamente andrebbe fatta per gli alunni in stato di bisogno quando per questi non sia possibile far impiego di strumenti compensativi altri, pur ricordando che ingrandire le fotocopie è
certamente un valido strumento per alcuni alunni, ad esempio, come già detto, quelli con difficoltà visive, ma non lo è per tutti poiché non per tutti è bastevole o corrisponde a valida pratica. Si pensi che in media per una scuola dell’infanzia e primaria vengono garantite numero 4 fotocopie per alunno a settimana da moltiplicare per 33 settimane annue, ovvero 144 fogli al mese per un totale di 4.752 fogli. Valori che possono lievitare per gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, fino a dover coprire un fabbisogno
mensile, per classi composti da 20 alunni, di ben 95.040 fogli. Uno schiaffo al civismo ambientale! L’amministrazione scolastica dovrebbe poi valutare attentamente la convenienza di un contratto di noleggio di una fotocopiatrice, poiché a fronte di rinunciare all’acquisto della stessa, preoccupandosi di
mantenere in manutenzione, assistenza e in assicurazione la fotocopiatrice, si sperperano in media da 3.000 € agli 8.000 € per i modelli A3, giustappunto quelli in uso nelle scuole e negli uffici della P.A. Infatti, le rate, inizialmente basse, lievitano con il tempo per i costi delle voci fisse. Scelta infelice, pensando di risparmiare grazie ad un iniziale abbaglio che perdura nel tempo, quando invece si potrebbero abbattere anche l’80% dei costi tra ricambi ed eventuale rimpiazzo della fotocopiatrice, in caso di guasti irreparabili, tenuto conto che anche il prezzo di acquisto della stessa oggi risulta alquanto modico, anche ben al di sotto di un terzo di un valore calcolato in media su un contratto quinquennale o meno.
Nella scuola del XXI secolo la fotocopia è anche uno strumento talmente abusato che sembra impensabile poterne fare a meno, così come sempre meno si fa uso del buon senso, magari sprecando chili di toner per stampe o fotocopie quando sarebbe del tutto evitabile, senza poi dover incontrare e aggiungere dei pesi altri, l’impossibilità di produrre una fotocopia o una stampa per un alunno in condizioni H, perché ciò è mancanza di buon senso che ci riconduce, ancora una volta, alla “scuola del gambero”. A conclusione di quanto fin qui osservato, tuttavia, sarebbe anche opportuno riflettere sul fatto che non tutte le scuole necessiterebbero di una fotocopiatrice per alunni e docenti, perlopiù scuole primarie e di infanzia, basti pensare che in tal senso sono stati avviati dei progetti per la riduzione
dell’uso della fotocopia nella didattica, poiché l’impiego massiccio e abitudinario delle fotocopiatrici ha generato, come già meglio precisato, il malcostume di fotocopiare, magari senza rifletterci, (ma ignorantia legis non excusat) pagina dietro pagina, interi libri. Ed ancora, nelle scuole primarie, ad esempio, tale riduzione favorirebbe quel sensibilizzare e incentivare il corpo insegnanti attraverso l’aggiornamento, modificando la didattica per schede in favore di una metodologia rivolta alla ricerca e alla sperimentazione. È fattibile, in talune discipline, estendere detto virtuosismo fino alle scuole secondarie di secondo grado e nelle università, così facendo si potrebbe favorire quel vissuto d’ogni discente come lavoro in rete, senza far impiego di materiale cartaceo, con mezzi informatici divenuti indispensabili in una scuola che si affaccia all’Europa e nei riguardi dei quali strumenti dell’innovazione i nostri giovani, in alcune aree del paese più che in altre, rischiano di soccombere, se consideriamo la oramai ben superata generazione dei nativi digitali, ad un analfabetismo di ritorno, ma questo è un altro tema!
Biografia minima
(*) Docente di filosofia e scienze umane, saggista, pedagogista e consulente per comunità e scuole di ogni ordine e grado nell’ambito della realizzazione di percorsi educativi individualizzati e specialistici – studioso di psicologia della personalità e del lavoro, consulente e orientatore per aziende di servizi
nell’area ICT e consulente forense per i reati e crimini informatici c/o il Tribunale di Agrigento.
Profonda analisi di una precaria situazione scolastica.
Davvero molto interessante, i contributi del sagace professore Augello sono sempre molto chiari, esplicativi di una criticità di un sistema che spesso fa finta di nulla, salvo poi lamentarsi in modo sterile.
Quello dello sperpero e del cercare di fare bilanciare i conti con le molteplici spese della scuola è una nota dolente che ci accompagna oramai da anni. Un articolo molto dettagliato, come sempre d’altronde, quello dell’esperto professore, accompagnato da un interessante profilo professionale. Da dirigente trarrò certamente spunto da queste preziose osservazioni per le quali ringrazio il giornale che propone articoli sempre molto interessanti.
Oggi a scuola abbiamo letto l’articolo del nostro collega, (preziosa risorsa che ha scelto di rientrare nella sua terra) , a dire il vero ce lo ha ha reso noto in sala insegnanti una delle nostre collaboratrici scolastiche. Dopo un po’ ci siamo guardati negli occhi e tra sguardi mortificati e lo sguardo di chi ha già in mente qualcosa, la nostra DSGA che proprio nei giorni scorsi ci ha ammoniti sull’ eccessiva richiesta di fotocopie, abbiamo tutti commentato positivamente il pungente articolo, dovendo ammettere che purtroppo quanto letto è tutto vero. Abbiamo pensato di portare la questione nel prossimo collegio docenti di Aprile. In quella occasione leggeremo l’articolo e ci confronteremo sicuramente al meglio, cercando di essere di esempio anche per i nostri studenti. Grazie Francesco.
Sono estranea alla problematica di cui ho letto, ma come genitore posso dire che certamente è una vergogna. Soldi spesi male anche nella scuola di mio figlio. Ad inizio di anno scolastico abbiamo dovuto fare una raccolta fondi per comprare la carta igienica, del sapone liquido e una modica quantità di igienizzante per sanitari.
Non avevo dubbi caro Prof. Augello, il tuo articolo è minuzioso nei dettagli. Spesso in molti istituti scolastici ti viene negato l’uso di materiale didattico poiché manca il personale addetto…., lo stesso vale se devi fare fotocopie, solo ad una certa ora, altrimenti ti viene negato. Ribadisco articolo mordace, che colpisce a fondo e lascia il segno.
Da qualche tempo che non leggevo un articolo del collega, sempre molto attento nel mettere in evidenza i punti deboli del sistema scuola, e di criticità ce ne sono molti, è vero, ma ciò che mi porta a complimentarmi con l’autore è il suo modo di non fare sterile critica, come spesso accade leggendo qua e là sui diversi blog o giornali tematici, ma di offrire molteplici letture ed anche, se lo si vuole realmente, punti di incontro tra diritto e consolidate e irrinunciabili abitudini da parte di noi docenti.
Articolo molto esaustivo quello del prof. Francesco Augello, analisi dettagliata di un sistema fatto da cattive abitudini. E dire che basterebbe poco, come negli esempi proposti.
Questo articolo mi ha fatto riflettere molto.
Complimenti
Articolo esaustivo. Complimenti per la riflessione che ne scaturisce dalla lettura dello stesso.
Articolo denso di dettagli, si legge con chiarezza chi la scuola la vive senza fingere di tenere gli occhi chiusi o di essere eccessivamente distratto dalle incombenze a cui la professione docente rimanda, un aspetto di non poco conto. Ho apprezzato molto quei senza giri di parole per mettere in luce un problema comune a molte scuole.
L’articolo mette in luce un problema molto diffuso nelle scuole, ovvero la mancanza di stampanti funzionanti o di toner adeguati o della stessa carta per stampare o fare fotocopie. Questa situazione spesso è causa di notevoli disagi sia agli insegnanti che agli studenti. La necessità di materiali stampati è fondamentale nella scuola. L’articolo evidenzia quindi un aspetto critico e merita sicuramente grande attenzione da parte delle istituzioni scolastiche
Complimenti per la lucida analisi
Apprezzo il modo diretto con cui affronta le tematiche proposte. Lei è una persona da ammirare.