Santificazione Benedetto XVI, una premura ingiustificata

La dipartita di un pontefice non è detto che debba indurre a Santità seppur sollecitata dai fedeli: sino ad oggi ne sono stati proclamati circa 80. Per contro, invece, i filantropi (laici) solitamente non sono mai diventati santi.

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Premetto che ben lungi da parte mia ogni ipotesi di eresia e blasfemia, ma da sempre mi chiedo perché i papi devono essere indirizzati alla Santità se il loro ruolo implica azioni di bene e pace per la collettività, con un certo rilievo nel mondo. È come voler riconoscere il premio Nobel per la Pace a presidenti di Nazioni il cui operato, ovviamente, rientra nel loro mandato, peraltro squisitamente politico. Trovo che queste attestazioni e riconoscimenti siano una “forzatura”, soprattutto per il Clero concepito da quella platealità che non ha ragione d’essere, giacché l’operato di questi discendenti ed eredi di Pietro (primo papa) non deve essere privo di quella necessaria umiltà come primo requisito. Inoltre, essi invitano i fedeli a pregare per loro (in vita), mentre per antonomasia secondo la religione cristiana si dovrebbe pregare per le Divinità supreme (Dio e la Madonna) e per i Santi (non papi) che già risiedono in Paradiso, ovvero la dimora eterna degli umili e dei non peccatori. (Alquanto improprio, ad esempio, un passo della preghiera rivolta alla Madonna, che dice: «… Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori…»; mentre dovrebbe essere il credente a pregare per la Madonna!). Personalmente non ho nulla contro il Pontificato e i papi, anche se la storia ci ha tramandato esempi non proprio adamantini di alcuni di essi; tuttavia, sono sempre stato dell’idea che le buone azioni delle persone laiche siano da considerare valore eccelso, in quanto il loro buon agire verso il prossimo è un dovere cristiano… ma non istituzionale e, se esercitato per tutta la durata della loro esistenza, i loro simili si sentono di elevarli al processo di beatificazione e successivamente a quello della loro Santità. Io stesso, che mi reputo un cristiano e credente, nei momenti del bisogno ho sempre invocato Santi, non papi (oltre al buon Dio) trovando il più delle volte quel conforto… anche se a volte forse non meritavo. Ma questa è una questione di Fede che va al di là di ogni riferimento clericale terreno, anche perché dai loro rappresentanti non si hanno mai delle conferme univoche ed omogenee su determinate perplessità esistenziali… Ora che il 265° papa ha lasciato la vita terrena, con tutti i meriti che gli sono riconosciuti, il volerlo proclamare Santo (la cui salma è ancora calda…) da parte dei fedeli e del Clero, mi sembra una sorta di ipocrisia se non anche di assurda idolatria. Secondo la Genesi siamo tutti peccatori in quanto eredi del cosiddetto “peccato originale”, e quindi mi chiedo con quale criterio gli esseri umani terreni (e quindi essi stessi peccatori) si arrogano del potere di decretare santo un papa, peraltro anch’egli peccatore come tutti noi.

Eppure, nella storia di papi fatti Santi se ne contano parecchi (credo almeno 80), mentre non altrettanto per quei filantropi (pochi) che in silenzio hanno operato senza meritare tale riconoscimento… forse perché il loro mandato esistenziale era espressione di mera laicità! Sia bene inteso che queste sono convinzioni personali, che peraltro nessuno mi ha inculcato nel corso della mia crescita, quindi libere da ogni condizionamento, e nel contempo rimane incrollabile la mia Fede e il mio Credo da buon cristiano… sia pur poco praticante ma coerente! Un’ultima considerazione: essendo il papa rappresentante della Chiesa e dell’immagine di Cristo, non sarebbe fuori luogo se indossasse paramenti più “modesti” (sia pur adattandoli alle condizioni atmosferiche) all’insegna dei tre voti quali castità, povertà e obbedienza: Gesù Cristo nell’immagine popolare indossava una semplice tunica e null’altro… I voti di castità, povertà ed obbedienza hanno il compito di aiutare a seguire Cristo in maniera più radicale, scegliendo come stato di vita lo stesso stile di vita assunto da Lui quando si è incarnato. Il Signore infatti ha scelto di essere povero, vergine e obbediente alla volontà del Padre fino alla morte.

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