San&Remo 2011: Noi l’abbiamo visto così! 150 anni dell’Unità d’Italia

Siamo giunti alla terza puntata del festival della canzone italiana: serata più  informale, dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Finalmente meno formalità, meno staticità, e soprattutto un’aria più gioviale e amichevole tra concorrenti e presentatori, cosa che durante la gara effettiva non è permessa: chissà perché poi?

Le canzoni in concorso sono state accantonate per una sera per lasciare posto all’esaltazione musicale della storia italiana rappresentata da canzoni come: “Mamma” con una Tatangelo angelica, “O Sole Mio” di un’elegante Anna Oxa, “Mille lire al mese” cantata da Patty Pravo, “Va Pensiero” interpretata da Al Bano, “U surdatu ‘nnammuratu” eseguita da un Roberto Vecchioni che ha “dimenticato” di essere milanese per un attimo per tornare alle sue origini napoletane e “Il Cielo in una stanza” rivisitata da Giusy Ferreri con un’intonazione, a detta di alcuni simile al ragliare di un asino (De Gustibus non disputandum est). Una citazione particolare merita l’esibizione di Gianni Morandi che ha presentato il brano “Rinascimento”, testo di Mogol e musica dell’amico Gianni Bella, semiparalizzato da un ictus che lo colpì un anno fa.

Un inno alla storia italiana, completato dall’intervento dell’ospite della serata: Roberto Benigni.

Un Benigni satirico all’inizio, come ci si aspetta da un personaggio come lui, ma che ha spostato l’attenzione sul tema della serata: commentando l’inno di Mameli e narrando la storia d’Italia, citando eroi, scrittori, politici, artisti che hanno fatto la storia italiana, che sono morti per il futuro dei loro figli e non per la memoria dei loro padri. Un’esaltazione della cultura italiana e della lingua italiana che purtroppo in questi ultimi anni sta andando a morire a causa della scarsa cultura scolastica. C’è chi ha detto che Benigni non ha fatto ridere e che era meglio non invitarlo e mantenere i comici “Di casa”, cioè Luca e Paolo. Ma quello che voleva essere l’intervento di Benigni, non era il solito intrattenimento che il pubblico si aspettava: è stata una lezione storica, culturale che forse cozza con la tipologia di programmi proposti dalla televisione italiana. Ma la genialità di questo intervento sta proprio in questo: dare uno schiaffo morale agli italiani, per ricordare loro chi sono veramente e non quello che sono diventati a causa della non cultura televisiva.

Dopo la performance del premio Oscar un’altra esibizione carica di contenuto è stata quella della presentazione della canzone “L’Italiano” cantata da Tricarico e accompagnata dal Toto nazionale. Un coro di ragazzi italiani di origine straniera ha fatto da sfondo alla canzone: essere italiani significa essere anche cittadini del mondo.

Anche Luca e Paolo hanno dato il loro contributo a questa esaltazione dell’italianità: i due comici hanno letto, con molta serietà e compostezza: “L’indifferenza è abulia, odio gli indifferenti, l’indifferenza opera potentemente nella storia”. Si tratta di Antonio Gramsci: dalla rivista ‘La città futura’ del 1917, numero unico pubblicato dalla Federazione giovanile piemontese del Partito Socialista. Anche da parte loro, quindi, bandita la satira ma accesa la voglia di esaltare l’italianità.

Ma passiamo alla gara vera e propria, cominciando dalle esibizioni degli altri 4 concorrenti “Non big”. Si meritano la finale Micaela e Amadè mentre  vengono eliminati Btwins e Marco Menichini.

A tornare in gara tra i Big invece sono Al Bano e Anna Tatangelo con due canzoni molto particolari e attuali. A farne le spese le due Signore della canzone italiana: Anna Oxa e Patty Pravo.

In attesa della puntata di stasera, dedicata ai duetti vi presentiamo la nostra critica “leggera”, come ogni giorno……..

Giusy Chiello

Redattrice – giusy.chiello@ilmiogiornale.org

Elaborazione grafica e commenti: Elisa Martorana

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