RUOLI E POTERI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Tra le molte incombenze e responsabilità l’aspetto umanitario nei confronti dei detenuti innocenti sarebbe da inserire… almeno idealmente, preludio ad una più estesa coscienza che tutti noi apprezzeremmo. Utopia? Forse, ma sarebbe bene che qualche politico si possa attivare in tal senso proponendo tale estensione dei poteri del capo dello Stato

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Ogni volta che si parla del presidente della Repubblica, di ieri e di oggi, da più parti mi si dice che quale capo dello Stato è Figura Istituzionale e quindi per lo più rappresentativa… praticanente con nessun potere. È evidente che costoro non conoscono gli elementi istituzionali di base della nostra Repubblica e della nostra Costituzione, per i quali non è certo necessario aver studiato Diritto amministrativo, costituzionale e politica perché dovrebbe essere a tutti noto che Egli ha anche dei poteri concreti, oltre che svariate funzioni, che è bene rammentare.

Presiede il Consiglio Supremo per la politica estera e la difesa, istituito con legge approvata dalle due Camere, e ha il comando delle Forze Armate; nomina il Primo ministro, tenendo conto dei risultati delle elezioni della Camera dei deputati; su proposta del Primo ministro nomina e revoca i ministri; può chiedere al Primo ministro di presentarsi alla Camera dei deputati per verificare la sussistenza del rapporto di  fiducia; autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo; promulga le leggi. Può, prima della promulgazione, chiedere una nuova deliberazione, con messaggio motivato alle Camere, e se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata. Emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti del Governo; può chiedere il riesame, se il Governo li approva nuovamente, il decreto o il regolamento deve essere emanato; indice le elezioni delle Camere e ne fissa la prima riunione; indice il Referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione; può inviare messaggi alle Camere; dichiara lo stato di guerra deliberato dal Parlamento in seduta comune; può concedere grazia e commutare pene; decreta le nomine previste dalla Costituzioe e dalla legge, che indica i casi nei quali provvede su proposta del Governo; accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali previa, quando occorre, l’autorizzazione delle Camere”.

Un elenco di ruoli non indifferente, ma tralasciando quelli più ufficiali nel senso della operatività istituzionale, la facoltà di concedere grazia e commutare le pene personalmente è quello che attira la mia attenzione, non perché sia contrario a questa facoltà altrettanto concepita nei sentimenti della Costituzione e quindi del diritto, ma perché in questo spirito non rientra in nessun modo la facoltà di intervenire nei confronti delle ingiuste detenzioni (sic!). È pur vero che ciò rientra nell’Ordinamento Giudiziario (Codice Penale e Codice di Procedura Penale), ma è altrettanto vero che il “non alzare la voce” su questa ingiustizia  grida vendetta al cospetto di Dio… È di questi giorni la notizia che il presidente Mattarella ha firmato sette atti di grazia, e in merito personalmente non ho nulla da eccepire non conoscendo gli antefatti e i protagonisti degli stessi; ma va da sé che se sono stati “graziati”, all’origine vi è stata una condanna qualunque sia l’entità e la motivazione, quindi un percorso di pena espiato e ora conclusosi con la grazia del capo dello Stato.

Un potere molto forte…, ma se la questione dei 30 mila detenuti innocenti rilevati nel trentennio 1992 – 2020 potesse essere recepita dal presidente della Repubblica, sarebbe un ulteriore passo avanti in fatto di civiltà; e per una sorta di estesa analogia, si potrebbe richiamare l’esempio di Abraham Lincoln (1809-1865 nella foto), sedicesimo presidente degli Stati Uniti (dal 1861 al 1865), primo del Partito Repubblicano (fondato nel 1954), che ha posto fine alla schiavitù negli Stati Uniti con la ratifica del XIII emendamento della Costituzione (1865). Una analogia agli antipodi ma certamente in linea con i più elevati ideali umanitari che, se contemplati ulteriormente nella nostra Costituzione, un domani chiunque sarebbe più fiero di appartenere alla Repubblica Italiana. Ecco, io credo molto modestamente, di aver provato a lanciare un dardo a favore di tutti coloro che sono ingiustamente privati della libertà e, chi si dedica alla politica attiva, farebbe bene a rievocare la storia dei più saggi e seguirne le orme!

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